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“Fortunato è il popolo con una ‘Gioventù’ così”: il Festival Omladina

Nella galassia dei festival musicali jugoslavi (quali sono e sono stati Boom, MeSaM o il festival di Opatija, per citare i più conosciuti) nessun festival è stato così d’impatto come il Festival Omladina (serbo-croato per gioventù).

Da Omladina sono passati tra i più grandi musicisti e cantautori jugoslavi, così come i principali gruppi rock e di musica alternativa. Omladina è stato l’esordio e l’unica occasione di poter salire alla ribalta nazionale per molti, ha rispecchiato fedelmente la storia della musica jugoslava, è stato il simbolo del tacito connubio tra gioventù e stato.

Dalla nascita agli anni Settanta

Il Festival Omladina nasce a Subotica, in Vojvodina, la provincia settentrionale della Serbia, nel
1961, secondo quanto ci racconta il critico musicale serbo Petar Janjatović nella sua Ilustrovana Yu Rock Enciklopedija, su iniziativa della società culturale Mladost. Inizialmente viene organizzato nei mesi autunnali e invernali (rispettivamente a dicembre, novembre e settembre durante le prime tre edizioni) al Teatro nazionale di Subotica e, se si eccettua la presenza di Radio Belgrado, che si occupa della registrazione del festival, si tratta di un evento modesto, tant’è che le canzoni vengono suonate dall’orchestra della stessa società Mladost.

A spiccare durante le prime edizioni sono i musicisti e cantanti Kornelije Kovač (che in futuro sarà compositore di parte della colonna sonora della Giornata della Gioventù, ovvero il compleanno ufficiale di Tito) e Zdenko Runjić. In generale, prevale il cantautorato.

Nel 1964 il festival viene organizzato a maggio, cosa che diventerà prassi negli anni successivi, e inizia a includere astri nascenti del pop come Bisera Veletanlić.

La seconda metà degli anni Sessanta rappresenta, però, la vera svolta. Nel 1965 la rivista musicale “Ritam” e la Società dei musicisti pop e jazz di Belgrado si interessano all’evento, che attira sempre più attenzione e sempre più richieste di partecipazioni, e ne curano l’organizzazione insieme a Mladost.

Nel 1967 il festival viene per la prima volta trasmesso in televisione. L’anno seguente, ultimo anno in cui l’evento viene curato dalla società Mladost, pur continuando a prevalere il cantautorato, per la prima volta sul palco di Subotica si esibiscono gruppi rock. La cantante della band zagabrese Zlatni Akordi, Josipa Lisac, diventerà in seguito una star della musica jugoslava e croata.

Nel 1969 l’organizzazione passa al Centro culturale di Subotica e a Radio Belgrado e l’evento, che attrae sempre più pubblico e aspiranti partecipanti, viene per la prima volta tenuto al palazzetto dello sport di Subotica. Se fino all’anno prima i partecipanti erano in gran parte collegati a Mladost, quest’edizione prevede la partecipazione non solo di più gruppi, ma anche di gruppi da tutto il paese che non siano affiliati alla società.

Nel 1970 il festival introduce la possibilità per cantanti e gruppi musicali di esibirsi in una sezione non competitiva. Questo fatto è importante, perché sarà proprio questa iniziativa a permettere a molti gruppi emergenti di esibirsi per la prima volta e di farsi conoscere.

Petar Janjatović parla anche di un primo scandalo avvenuto durante la nona edizione. Il cantante belgradese Dušan Prelević, nonostante il successo della sua canzone Kažu (“dicono”), viene cacciato dal festival e, in seguito, bandito temporaneamente da Radio-Televisione Belgrado per essersi presentato ubriaco sul palco. Comunque sia, come non-competitori si esibiscono gli Indexi e i Korni Grupa (guidati dal già citato Kornelije Kovač), entrambi gruppi destinati a diventare popolari e d’impatto.

Nel corso dei primi anni Settanta il numero di candidature aumenta (553 soltanto durante l’edizione del 1973), l’orchestra di Radio-Televisione Belgrado inizia a curare la sezione strumentale e il festival inizia a includere anche esibizioni artistiche e letture poetiche, diventando un vero e proprio festival delle arti (quasi) a tutto tondo. Non a caso, durante l’edizione del 1974, viene introdotto il premio dell’Unione dei compositori jugoslavi.

“Contate su di noi”: il festival della gioventù – alla gioventù

Nel 1975 la guida del festival passa al Centro giovanile di Subotica e a TV Novi Sad. L’evento inizia ad assumere la forma che lo caratterizzerà negli anni a venire. La musica jugoslava sta cambiando, il rock jugoslavo sta cambiando. Si stanno facendo timidamente strada numerose, nuove band da tutto il paese che vogliono portare una musica nuova. Curiosamente, durante l’edizione appena citata, come racconta Janjatović, tutte le quattordici canzoni partecipanti vengono dichiarate vincitrici.

Sempre più spazio viene dedicato al rock, ma anche alle canzoni patriottiche (generalmente dedicate a Tito), con due serate dedicate ai due generi. Nel 1977 esordiscono i macedoni Leb i Sol, uno dei gruppi jugoslavi più talentuosi e rispettati, nonché i sarajevesi Teška industrija.

Il rock e il punk si stanno facendo strada nel panorama culturale e musicale jugoslavo. Da Lubiana e Zagabria compaiono i primi segni di punk, mentre si consolidano rock e hard rock. È chiaro che la gioventù sta cambiando e che sta iniziando a esprimere un approccio diverso al socialismo e, in generale, alla vita. I dogmatismi di partito non attraggono più, c’è voglia di divertirsi, di esser giovani. Lo stato accetta questa tendenza, anche se c’è chi non vede di buon occhio questo fenomeno.

Računajte na nas, contate su di noi. Nella canzone Balašević si propone di parlare “a nome di tutti
coloro nati negli Cinquanta”, sottolineando che, nonostante i giovani amino il rock, lo stato e il
popolo possono contare su di loro, perché gli sforzi della lotta partigiana e di Tito, direttamente
citato, non sono stati dimenticati:

A rimediare c’è uno dei migliori cantautori jugoslavi e serbi di tutti i tempi, probabilmente: Đorđe Balašević. Si presenta con il suo gruppo Suncokret (“girasole”) al festival del 1978 con una canzone destinata a diventare l’inno semi-ufficiale della gioventù jugoslava:

Sumnjaju neki da nosi
nas pogrešan tok
Jer slušamo ploče i sviramo rock
Al’ negde u nama
je bitaka plam
I kažem vam šta dobro znam:
Računajte na nas!

Qualcuno insinua
che stiamo prendendo una cattiva strada
Perché ascoltiamo dischi e suoniamo il rock
Ma da qualche parte in noi
C’è la fiamma delle battaglie
E perciò son sicuro di quel che vi dico:
contate su di noi!

La canzone diventerà così popolare da esser suonata abitualmente alle feste ufficiali e durante la Giornata della Gioventù.

Lo stesso anno partecipano i polesi Atomsko sklonište, i Laboratorija zvuka da Novi Sad e i belgradesi Generacija 5 e Igra staklenih perli, tutti gruppi destinati ad avere un discreto successo.

L’anno seguente vede la partecipazione, invece, dei primi gruppi punk: i Pekinška patka da Belgrado e i Prljavo Kazalište da Zagabria. Questi ultimi verranno squalificati, colpevoli di aver portato sul palco quella che è la prima canzone jugoslava a parlare di omosessualità: Neki dječaci, “certi ragazzi”.

E dopo Tito…?: gli anni Ottanta

È superfluo cercare di descrivere il festival anno per anno quando si parla di anni Ottanta. Durante questo decennio il festival cambia quasi completamente volto. Sempre più numerosi sono i gruppi invitati a esibirsi come non competitori e sempre più preponderante è la presenza di gruppi new-wave e punk.

L’edizione del 1980, in particolare, la prima dopo la morte di Tito (morto a maggio di quell’anno, mentre l’edizione si svolge, eccezionalmente, a dicembre) è caratterizzata dalla partecipazione di band di culto della scena new-wave jugoslava. Šarlo akrobata, Film, Haustor, Prljavo Kazalište, Idoli, Električni orgazam sono solo alcuni dei famosi gruppi presenti. Da notare come questi gruppi non abbiano inviato la propria candidatura, bensì hanno ricevuto l’invito a partecipare dagli stessi organizzatori, tale era la loro popolarità.

Tuttavia, ciò non significa che tutte le band di fama nazionale godano dello stesso rispetto tra la giuria. I sarajevesi Zabranjeno Pušenje, per esempio, vengono respinti per anni dagli organizzatori, per poi essere invitati nel 1985. L’invito verrà declinato in segno di protesta.

Leggi anche: “Belli e vuoti”: come il punk in Jugoslavia risollevò la gioventù

Il festival, comunque, continua a rappresentare il trampolino di lancio per gruppi grandi e piccoli. I belgradesi Kerber, vincitori della sezione rock del festival 1983, utilizzano l’evento per pubblicizzare il proprio album di debutto e diventeranno, di conseguenza, una delle più popolari band del momento in Jugoslavia.

Gli sloveni Automobili riusciranno, dopo aver vinto l’edizione 1984, a pubblicare il loro primo disco, dato che il premio prevede la registrazione di un album.

Dal 1987 il festival perde il lato competitivo e si dedica quasi esclusivamente al promuovere
giovani band. Numerosi saranno i gruppi punk, in particolar modo dalla Slovenia, a partecipare e a farsi notare e rispettare. Purtroppo, però, con l’inasprirsi della crisi in Jugoslavia e con l’avvento dei nazionalismi che poi porteranno alla guerra e alla dissoluzione del paese, il Festival di Subotica perderà importanza e risonanza, cessando di esistere in seguito all’edizione del 1990.

Nel 2012 ha ripreso a essere organizzato ogni anno, vedendo la partecipazione di band da tutta l’ex-Jugoslavia, dalle più recenti a quelle simbolo del rock jugoslavo.

Dalla pagina Facebook Festival Omladina Subotica: punk tra il pubblico durante l’edizione del 1987

L’importanza del Festival Omladina

Come nota Balašević in un’intervista, il Festival Omladina era il sogno dei giovani
musicisti jugoslavi, era l’esame finale per poter diventare famoso o per avere uno spazio adeguato all’interno della scena musicale del paese.

In un’atmosfera vibrante ed eccitante, ragazzi da tutto l’ex paese balcanico si incontravano spesso per la prima volta scambiandosi idee, imparando cose nuove, sperimentando nuovi stili e facendo festa con i propri “colleghi” al ritmo della migliore musica che il loro paese aveva da offrire.

Pur essendo un festival altalenante per quanto riguarda l’organizzazione e l’impostazione, esso ha comunque avuto uno sviluppo costante, passando dal preferire il cantautorato all’incentivare rock e punk. Non si trattava, chiaramente, di un festival alternativo o di una Woodstock jugoslava, perché, va ricordato, veniva organizzato e sponsorizzato da organi ufficiali. Tuttavia, la sua importanza è indubbia.

Omladina (o meglio, l’Omladina fino al 1990) è stato il festival per eccellenza della gioventù jugoslava, dove anche gli ultimi avevano, prima o poi, la possibilità di partecipare e di farsi conoscere.

Omladina ha riflettuto, nel piccolo, le tendenze, le passioni e la storia di un paese. Durante la Giornata della Gioventù del 1979, dopo la consegna dell’omonima staffetta, Tito, ormai stanco e anziano, dopo un discorso sugli sforzi dei giovani jugoslavi disse: “Sretan je narod koji ima takvu omladinu”, fortunato è il popolo che ha una gioventù così. E fortunata fu quella gioventù così tanto lodata da Tito ad avere Omladina, la gioventù.

Immagine: i Pekinška patka nel 1979 (dalla pagina facebook Festival Omladina Subotica)

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Marco Jakovljević
Marco Jakovljević

È dottorando in letterature comparate presso l’Università di Zagabria. Le sue ricerche e i suoi interessi vertono sulla cultura pop e giovanile in Jugoslavia e sulla letteratura della transizione in Croazia e Slovenia. Da aprile 2024 collabora in qualità di ricercatore indipendente con l'Istituto di Etnologia e Folkloristica di Zagabria. Collabora coi progetti Est/ranei e Andergraund.