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1983, il primo festival punk della DDR

“Evangelischer Jugendabend”.“Serata giovanile evangelica”. Con questo titolo il 30 aprile 1983, nei locali della Christus-Kirche di Halle va in scena il primo storico festival punk della DDR. Ecco come è nato e cosa ha significato quell’evento.

Clandestini

Il fenomeno punk arriva nella Germania Est sul finire degli Anni Settanta. E lo fa ovviamente in maniera semi-clandestina, attraverso le trasmissioni dell’emittente Rias, la radio del settore americano di Berlino e del World Service della Bbc o attraverso i dischi che i giovani fanno comprare ai loro genitori/nonni in visita all’Ovest o che riescono a reperire in altri Paesi del Blocco orientale, come la Bulgaria. Prima a Berlino Est, poi a Lipsia, infine in tutta la DDR iniziano a vedersi jeans strappati, creste, stivali, giubbotti di pelle e magliette con scritte provocatorie.

Nel 1977 i giornali della Repubblica Democratica Tedesca bollano il punk come un “mezzo dell’arsenale dell’ideologia borghese per manipolare le masse popolari”.

Nonostante il giudizio della società, gli scontri con membri di altre subculture, i gruppi cominciano a nascere. Sono gli Zwitschermaschine di Dresda, i Wutanfall di Lipsia, gli Schleim-Keim di Erfurt. Registrano in maniera rudimentale, facendo poi girare di mano in mano le audiocassette.

Una (santa) alleanza

All’inizio degli Anni Ottanta la diffusione del punk nella DDR è evidente. Oltre alle registrazioni clandestini ci sono i primi concerti. Nella maggioranza dei casi ha luogo all’interno di chiese o parrocchie protestanti o luterane. Sono spazi controllati, ma dove nessuno oserebbe intervenire direttamente.

Il movimento punk è da tempo infatti sotto la lente di ingrandimento degli apparati di sicurezza. Fino al 1981 è competenza del dipartimento K1 della Deutsche Volkspolizei, mentre da quella data è passata sotto quella del Ministero per la Sicurezza dello Stato. Che inizia a infiltrare il movimento con IM, Inoffizieller Mitarbeiter, collaboratori non ufficiali come Sascha Anderson, giornalista, musicista e inizialmente attivista contro il regime che diventa leader degli Zwischermaschine. A molti punk viene vietato l’ingresso nei locali, alcuni vengono arrestati, altri arruolati forzatamente nell’esercito.

Tutti insieme

A cavallo tra il 1982 e il 1983 la scena punk della DDR è florida. Il 19 giugno 1982 nella Lutherkirche di Halle hanno suonato uno dietro l’altro i Wutanfall, gli Schleim-Heim e i Größenwahn. I tempi sembrano maturi per organizzare il primo vero festival punk della Repubblica Democratica Tedesca.

Chi si muove è il 19enne Moritz Götze, membro dei Größenwahn e Jana Schloßer, cantante e front woman dei Namenlos, band di Berlino Est. Hanno contatti con Siegfried Neher, responsabile della pastorale giovanile di Halle, che alla Christuskirche ha già ospitato le prove dei Müllstation, gruppo di Eisleben. Götze, che si occupa di allestire la sala, riesce a mettere insieme sette band di Berlino, Lipsia, Halle e Magdeburgo. È sempre lui che ha ideato il manifesto e la denominazione “Evangelischer Jugendabend”.

Ad Halle arrivano in 3mila, con molti punk che vengono fermati e ricacciati indietro alla stazione. Si canta, si poga, si balla, si beve e c’è qualche tafferuglio. Quel giorno si notano le diverse anime, anche ideologiche dell’Ostpunk che negli anni successivi si scontreranno.

Punk oltrecortina

In quell’anno esce DDR von unten, il primo disco punk con artisti della Germania Est. Un album di 12 brani, in cui suonano Zwischermaschine e Schleim-Heim. L’ha prodotto Karl-Ulrich Walterbach, proprietario della Aggressive Rockproduktionen, casa discografica della Germania Est, convinto da Dimitri Hegemann, giornalista musicale della Repubblica Federale che ha conosciuto a una festa a Berlino Est i Rosa Extra.

È proprio Hegemann a seguire direttamente la produzione insieme a Sascha Anderson, contattato dal giornalista, perché ben inserito nella scena punk. Loro due, insieme al tecnico del suono Sören “Egon” Naumann, nella vita di tutti i giorni autista, riescono a allestire vicino a Dresda uno studio di registrazione nel seminterrato della casa di Andeck Baumgärtel, un musicista blues. Registrano i Rosa Extra, gli Zwitschermaschine e gli Schleim-Keim usando tra gli altri un sintetizzatore Casio, una rarità per la DDR.

A fine lavori Günther Spalda dei Rosa Extra riceve la visita degli agenti della Stasi che hanno saputo dell’album da Anderson e da Neumann, entrambi suoi collaboratori non ufficiali. Li minacciano di carcere e gli chiedono di consegnare i nastri dei Rosa Extra. I membri del gruppo acconsentono. Dopo l’incursione della Stasi gli Schleim-Keim decidono di adottare uno pseudonimo. Sono rimasti due nastri che vengono occultati e grazie ai contatti di Anderson all’Ovest arrivano a un ex membro dei Zwitschermaschine, Ralf Kerbach, che vive a Berlino Ovest e che a sua volta li consegna a Karl-Ulrich Walterbach. Nella DDR l’album circolerà solo clandestinamente e come audiocassetta.

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Morte al punk, viva il punk

Dopo il festival di Halle la scure della repressione si abbatte sull’Ostpunk. Erich Mielke ha dato l’ordine di reprimere in maniera decisiva il punk. Multe, ondate di arresti, tra cui membri dei Namenlos, condanne al carcere, ai lavori socialmente utili, con arruolamento coatto nell’esercito e per i più piccoli l’inserimento in strutture per ragazzi “difficili”.

Un apparato di repressione possibile grazie soprattutto all’infiltrazione della Stasi negli ambienti punk, con diversi membri di gruppi reclutati dal Ministero per la Sicurezza dello Stato.

Nella seconda metà degli Anni Ottanta la pressione si allenterà con il punk che addirittura comparirà in eventi ufficiali e a Jugendradio DT64, il programma della radio di Stato della DDR dedicato ai giovani.

Immagine: Wikipedia

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Roberto Brambilla
Roberto Brambilla

Classe 1984, nato a Sesto San Giovanni quando era ancora la Stalingrado d’Italia. Germanocentrico, ama la Spagna, il Sudamerica e la Mitteleuropa. Collabora con Avvenire e coordina la rivista Cafè Rimet. È autore dei volumi “C’era una volta l’Est. Storie di calcio dalla Germania orientale”, “Rivoluzionari in campo” e coautore di “Non solo Puskas” e “Quattro a tre”.