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Un single di mezza età, Matthias, cresciuto nella Repubblica Democratica Tedesca, che vuole esaudire l’ultimo desiderio di sua madre, cioè quello di disperdere le proprie ceneri in una piccola isola del Mar dei Caraibi, a pochi metri dalle coste di Cuba. È questa a grandi linee la trama di Ernesto’s Land, film tedesco uscito nelle sale della Repubblica Federale a maggio 2023. Una storia di finzione che ha però un elemento di verità: l’isola dove Matthias deve andare, esiste davvero e un tempo “apparteneva” alla DDR. Ecco la sua incredibile storia.
La DDR ai Caraibi grazie a un “regalo” di Fidel Castro
Nell’estate 1972 Fidel Castro, al potere dal 1959, compie un viaggio in Europa, nei paesi del Patto di Varsavia. Tra le tappe del suo itinerario c’è anche la Repubblica Democratica Tedesca. Quando atterra a Berlino il 19 giugno con la sua inseparabile uniforme militare, il berretto e la barba lunga da guerrillero, Castro viene accolto all’aeroporto da canti tradizionali del suo paese. Gli donano dei fiori e un peluche.
Anche lui ha un regalo per il suo omologo Erich Honecker. Quando incontra il leader e i vertici della DDR, srotola sul tavolo una cartina del suo paese. Indica con il dito un’isola. “È nella Baia dei Porci – sottolinea nella ricostruzione fatta dalla Mitteldeutscher Rundfunk (Mdr) – lì dove è stata fermata l’invasione degli imperialisti”. E aggiunge che quell’isola, poco più di 7 chilometri quadrati di spiaggia, disabitata e senza edifici, la vuole donare al popolo della Repubblica Democratica Tedesca.
Gli vuole anche cambiare nome. Da Cayo Blanco del Sur a “Isla Ernst Thälmann”, ribattezzandola come l’oppositore al nazionalsocialismo giustiziato nel 1944, vero e proprio eroe del pantheon dello “Stato degli Operai e dei Contadini”. Contestualmente la spiaggia dell’isola viene rinominata. “Playa DDR”. Castro scrive il nome dell’isola su un foglio che firma e fa firmare a Honecker.
Il giorno successivo Neue Deutschland, il quotidiano organo della Sed (Partito Socialista Unificato di Germania), il partito di governo della DDR, parla di un segno della “indistruttibile amicizia tra Cuba e la DDR”. Un gesto di “generosità” dietro al quale si nasconde un’altra verità. Cuba è sottoposta a embargo Onu e il governo di Honecker ha promesso a quello di Fidel Castro di acquistare il 6% della sua produzione di zucchero.
Una statua e una canzone
Due mesi dopo quella visita, il 18 agosto 1972, nel giorno del 28simo anniversario dell’esecuzione di Thälmann, una delegazione del partito comunista cubano, rappresentanti dell’ambasciata della Germania Est nel paese e un gruppo di marinai della nave commerciale Fichte partecipano all’inaugurazione di una statua raffigurante Ernst Thälmann e alla nascita ufficiale della “Playa DDR”. Quelle persone saranno tra i pochi cittadini della Repubblica Democratica Tedesca a mettere piede sull’isola caraibica.
Nel 1981 Erich Honecker ci passò alcuni giorni durante la visita di Stato a Cuba, così come era accaduto nel 1975 a Frank Schöbel, cantante del genere Schlager, insieme alla sua collega Aurora Lacasa, peraltro figlia di una coppia di rifugiati spagnoli scappati dopo la Guerra Civile, dove, incrocio del destino, aveva combattuto un battaglione dedicato a Ernst Thälmann. L’obiettivo del viaggio? Girare un video musicale, richiesto dalle autorità della Repubblica Democratica Tedesca, della canzone Insel am Golf von Cazones. Il risultato si è perso negli archivi della televisione di Stato.
Il 9 novembre 1989 cade il Muro di Berlino e circa dieci mesi dopo, il 31 agosto 1990, viene firmato il Trattato di Unificazione delle due Germanie. In più di mille pagine di testo non c’è un singolo accenno all’isola della DDR ai Caraibi. L’interesse però nella Germania, ora riunificata, rimane. Un banchiere di Pirmasens vuole provare a comprarla, offrendo ai potenziali investitori un pezzettino della ormai ex Playa DDR. Il progetto fallisce per mancanza d’interesse.
Intanto nel 2001 i redattori della neonata rivista digitale “Thema 1” sollevano il dubbio che, essendo qualunque possedimento della DDR passato con il Trattato del 1990 alla Repubblica Federale, anche l’isola Ernst Thälmann appartenga alla Germania unita. Per chiarire questa questione vengono interpellati sia il ministro degli Esteri che l’ambasciata cubana. Il responso è chiaro: quello di Fidel Castro è stato solo un atto simbolico, nulla che abbia a che vedere con la sovranità. Un luogo, che in passato come ora, è rimasto incantevole ma desolato. Zero abitanti, zero strutture e dal 1998 neanche più il busto di Thälmann spazzato via nel 1998 dall’uragano Mitch.
Classe 1984, nato a Sesto San Giovanni quando era ancora la Stalingrado d’Italia. Germanocentrico, ama la Spagna, il Sudamerica e la Mitteleuropa. Collabora con Avvenire e coordina la rivista Cafè Rimet. È autore dei volumi “C’era una volta l’Est. Storie di calcio dalla Germania orientale”, “Rivoluzionari in campo” e coautore di “Non solo Puskas” e “Quattro a tre”.