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Parlare di musica romena fa venire in mente soprattutto il famigerato manele di Nicolae Guță e Florin Salam, la tradizionale Hora o le fanfare balcaniche, oppure ancora l’eurodisco di Dragostea din tei, canzone resa famosa da noi dalla cantante italo-romena Haiducii, ma in realtà cover della boyband moldava O-Zone. Ma non c’è solo questo in Romania.
La scena alternativa romena, che a prima vista sembrerebbe monopolizzata tra un inoffensivo pop-rock ultramelodico, da qualche rocker tamarreggiante e molto metal, ha trovato la sua strada in maniere diverse, ma con un’identità simile, fatta di disillusione, depressione e rabbia, ma anche in alcuni casi di recupero della musica della tradizione popolare. Illuminante in questo caso il lavoro del collettivo Culese din Cartier, a cui fanno capo diversi side project legati ai Subcarpați (Frații Grime, Argatu’, Cred că sunt extraterestru), in cui le atmosfere agresti della Hora si mischiano prepotentemente con il beat urbano di rock, hip-hop e dub. Dal sudore di locali leggendari come il Club A all’asfalto insidioso della città, abbiamo compilato per voi una play-list:
Giornalista sportivo con lo sguardo rivolto a est e al calcio lontano dai riflettori, video editor e presentatore per la app OneFootball. Ha ideato il podcast Lokomotiv e il documentario Petrolul Nu Moare e ha vissuto tra Como, Roma, Bucarest e Berlino. Tra le collaborazioni passate: Avvenire, Il Giorno, Radio 24, The Blizzard, When Saturday Comes, East Journal, Kosovo 2.0.