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Il festival musicale Novi Rock ha rappresentato per molti anni il principale punto di riferimento per la musica alternativa in Slovenia. In occasione dell’appuntamento che dal 1981 al 2000 si è svolto nel mese di settembre negli spazi del caratteristico teatro Križanke, durante le varie edizioni sono saliti sul palco gruppi catalogabili nei diversi filoni rock (hard rock, garage rock, dark, metal), punk, grunge e post-punk, post industrial, noise, e della musica elettronica contemporanea nonché del pop alternativo.
Se la manifestazione è stata inizialmente concepita come un momento speciale per mettere in risalto i nuovi talenti sloveni e jugoslavi, con gli anni a essere cambiato essenzialmente non è stato solo il panorama musicale, ma anche i mezzi di promozione e fruizione della musica. Adattandosi alle novità, dal 1986 in poi il festival ha iniziato a ospitare nomi di assoluto rilievo della scena rock e post-punk internazionale: basti citare l’eclettico Nick Cave coi suoi Bad Seeds, oppure gruppi come gli Smashing Pumpkins e i Verve, che hanno raggiunto una popolarità planetaria.
Un ricco novero di artisti sloveni ed esteri
Variopinto è l’elenco degli artisti che grazie alle loro esibizioni dal vivo hanno reso il festival qualcosa di unico e raro. I gruppi che dal 1981 in poi vi hanno partecipato possono essere divisi in tre macrocategorie: ensemble “sloveni”, “jugoslavi” ed “esteri”. Per citarne alcuni, partendo dai rappresentanti sloveni: Lačni Franz, Pomaranča, Marko Brecelj e Ivo Volarič-Feo, Niet, Martin Krpan, Borghesia, Laibach, Abbildungen Variete, Via Ofenziva, Kuzle, Buldogi, Otroci Socializma, Tekton, Skakafci, CZD, Pridigarji, Strelnikoff, 2227, Srečna mladina, Elvis Jackson, Noctiferia, Siddharta, Torul e Silence. Dagli altri Paesi dell’ex Jugoslavia hanno partecipato al festival Paraf, Disciplina kičme, Partibrejkers, Let 3, Mizar, Dorian Gray, Film, Električni Orgazam, Haustor e i rinomati Plavi orkestar.
Negli anni Novanta hanno calcato il palco del teatro Križanke anche numerosi ospiti di rilievo, tra cui i già citati Nick Cave & The Bad Seeds, Smashing Pumpkins e Verve (all’epoca ancora poco noti al grande pubblico), ma anche Swans, Cop Shoot Cop, Barkmarket, Amebix, Destruction. Non vanno poi dimenticati i bolognesi Disciplinatha, che si esibirono come ospiti speciali nel corso dell’edizione del 1991, proprio nell’anno dell’indipendenza slovena.
Cambio di generazione e cambio di sistema al Novi Rock
L’organizzazione del festival, in cui la radio indipendente Radio Študent ha avuto un ruolo fondamentale, è stata sin da subito molto genuina. Nel suo complesso, il Novi Rock è stato caratterizzato e profondamente influenzato da due fattori importanti:
da un lato ha inciso sulla manifestazione il cambio del sistema politico avvenuto in Slovenia con la transizione a un sistema democratico a seguito della scissione con gli altri membri dell’ex Jugoslavia. Dall’altro lato si è fatto notare il cambio generazionale a cavallo tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta, con una modifica di mode e gusti musicali, il consolidamento di nuovi punti di vista, schemi e nuove convinzioni riguardo il ruolo dei giovani nella società, ma anche con delle differenti pretese accompagnate da un diverso modo di ascoltare e fruire la musica.
Plasmato verosimilmente anche dalle richieste dei giovani sloveni riguardo maggiori libertà sociali, le prime due edizioni di questo storico appuntamento lubianese hanno puntato i fari direttamente sui gruppi locali o comunque formatisi in Slovenia.
Durante l’edizione del 3 e 4 settembre 1981 hanno suonato gli Indust-bag, Marko Brecelj e Ivan Volarič, Kuzle, Martin Krpan e Buldogi. Un anno dopo, nell’edizione ’82 si sono avvicendati sul palco i Brezno zla, Grupa 92, Laibach e Otroci socializma. Accanto a loro, il 9 settembre 1982 ha suonato l’ensemble croato Film, la sera del 10 settembre invece hanno scaldato i presenti gli Električni orgazam, un interessante gruppo di Belgrado.
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Le esibizioni rimaste impresse nella memoria collettiva
Anche se appare difficile discriminare qualitativamente tra concerti a cui non si è potuto assistere in prima persona, potremmo dire che alcune performance in occasione del festival sono state talmente rumorose, sceniche e irripetibili da essersi cristallizzate nel tempo da un punto di vista simbolico.
Innanzitutto, va detto che i musicisti che sono saliti sul palco del Novi Rock festival hanno dimostrato di essere particolarmente coriacei. Le esibizioni dal vivo delle prime edizioni sono state sicuramente molto sentite dal pubblico, che non sempre ha reagito alla musica con soli applausi.
Così l’edizione d’esordio è stata all’insegna di una vera e propria lotta in mezzo al pubblico tra i fan del rock da un lato e quelli del punk dall’altro.
Pertanto, chi prendeva in mano il microfono sul palco doveva essere pronto a tutto, persino a ricevere frutta marcia e schivare qualche oggetto contundente scagliato dai più esagitati. Come riporta Igor Bašin nel suo libro dedicato al festival Novi Rock: rockovski festival v Križankah, 1981-2000, al cantautore Marko Brecelj è arrivato per esempio un sasso dalla folla accalcata sotto il palco, eppure l’artista non si è fatto intimorire e ha proseguito la propria parte del concerto.
Ancor più eloquente è stato lo spettacolo rumoristico imbastito dai Laibach nella serata del 10 settembre 1982. Il frontman della band di quel periodo, Tomaž Hostnik, durante la serata ha declamato i seguenti versi, che per l’epoca potevano risultare oltremodo sovversivi e indigesti persino per il pubblico più libertino:
“Cari amici soldati, i tempi della pace sono passati!”.
Tomaž Hostnik, Laibach
Sarà stato per i suddetti versi, che echeggiavano dirompenti negli spazi aperti del teatro Križanke; o forse a causa della tensione che in quel periodo accumulavano le performance dei Laibach. O, più semplicemente, per qualche sorso di birra di troppo tra i fan del gruppo, fatto sta che qualcuno dalla folla ha scagliato un oggetto che ha preso Hostnik in pieno volto. Si racconta che si trattava di una bottiglia o di una scheggia, che, colpendolo, provocò una scia di sangue sul volto del cantante, il quale rimase per tutto il tempo stoicamente davanti al microfono, senza battere ciglio e continuando lo show.
Erano altri tempi, ed evidentemente anche gli artisti avevano rispetto ad oggi un altro livello di tolleranza nei confronti degli ascoltatori ovvero una devozione pura verso l’arte della musica.
Di serate memorabili ce ne sono state anche nelle edizioni successive, per esempio negli anni Novanta. Il Novi rock è la manifestazione che nella tarda estate del 1993 riuscì a portare nel bel mezzo della capitale slovena uno dei gruppi più importanti della scena rock americana fin de siècle (peraltro attiva tutt’oggi): gli Smashing Pumpkins, che, quando accettarono l’invito degli organizzatori, non erano nemmeno più degli astri nascenti, bensì – grazie all’uscita di Siamese Dreams – a tutti gli effetti una delle band più acclamate di quegli anni.
A detta di chi partecipò all’evento, Billy Corgan e soci, ormai delle rockstar che si apprestavano a salire sul tetto del mondo, rimasero del tutto spiazzati dalla presenza in mezzo al pubblico di un nutrito numero di fedeli di destra: ancora oggi si narra che i saluti romani degli stessi produssero più di qualche grattacapo ai membri un po’ altezzosi dell’ensemble di Chicago.
Tra le serate più cariche e pregne di emozioni va menzionata infine quella che ha visto come ospite principale al Novi Rock ’94 il gruppo americano Cop Shoot Cop. La tappa slovena fu una delle rare apparizioni europee dell’ensemble durante quella tournée. Come sintetizza Igor Bašin a pagina 143 del suo libro, successe infatti che la sagoma promozionale della Coca-Cola si sgonfiò sul posto tutto ad un tratto, proprio mentre i componenti della band newyorkese stavano salendo sul palco. Questo “collasso” improvviso li ispirò a fare un discorso pungente contro i mali del capitalismo e contro le multinazionali nonché le logiche spietate delle aziende commerciali.
Paradossalmente, nonostante l’ovazione tributata dal giovane pubblico presente al discorso dei newyorkesi quella notte, proprio la via del capitalismo sfrenato era quella che la società slovena avrebbe ben presto intrapreso in maniera acritica e ansiogena, preferendo la società del consumo a qualsiasi alternativa che potesse rimandare anche solo vagamente al vecchio sistema socialista.
Non è per nulla esagerato sostenere che, grazie al Novi Rock, Lubiana è stata per due decenni uno dei centri musicali più intraprendenti e innovativi d’Europa. L’ultima edizione del festival del 2000 ha ospitato tra l’altro i Siddharta. Nella circostanza il gruppo di Tomi Meglič stava promuovendo con successo l’album d’esordio ID, cioè uno degli esordi discografici migliori di sempre della scena rock slovena.
Per quali ragioni, dunque, è avvenuto il progressivo declino di un tale festival, che è stato così efficace nel dare un’impronta indelebile alla musica slovena?
Innanzitutto, la prima spiegazione è abbastanza scontata e lineare. Con il passaggio della Slovenia alla logica di mercato è diventato col trascorrere degli anni sempre più difficile ricavare profitto dal festival, per non dire semplicemente coprirne i costi.
È poi possibile trarre una seconda spiegazione dei motivi alla base della cessazione della manifestazione sul fronte organizzativo. Mentre all’inizio i soli gruppi emergenti locali erano in grado di portare all’interno delle Križanke un numero soddisfacente di fan, col tempo è stato necessario ampliare l’offerta e richiamare nomi internazionali. Ciò significa che l’organizzazione del festival è diventata sempre più complessa e costosa: ci sarebbe stato bisogno di professionisti che se ne fossero occupati con dedizione a un livello professionale specializzato. Stando a quanto descritto da Bašin, ciò purtroppo non è accaduto.
Infine, con gli anni hanno iniziato a proliferare altri eventi musicali di simile portata, non meno importanti né meno popolari: basti pensare a Rock Otočec e altri festival di musica, che hanno probabilmente contribuito a decretare la fine del Novi Rock di Lubiana…
Un mix dei sopraelencati fattori ha fatto sì che man mano il Novi Rock abbia dovuto chiudere i battenti. A onor del vero non li ha spenti del tutto, considerando che nel 2011 c’è stata un’unica ripresa del festival, seppur si è trattato di una breve parentesi. Avendone preso parte, ricordo di una serata gradevole all’interno del caratteristico teatro ideato da Plečnik.
Di quella serata mi sono rimaste impresse nella memoria le ottime esibizioni dei Melodrom di Mina Špiler, che hanno proposto un rock malinconico ma di assoluta eleganza, a tratti molto pop a tratti molto intimistico; e il dj set del rapper N’toko (vero nome Miha Blažič), che è riuscito a far scuotere i fianchi a chiunque si trovasse sotto il palco.
È stata, quella, la serata dell’ultimo e finale Novi Rock, un festival unico e irripetibile di cui rimangono oggi alcuni aneddoti, racconti, resoconti, immagini, impressioni, qualche testimonianza e numerose memorie che riportano a un tempo ormai lontano e non più percorribile a ritroso.
Nato a Trieste, dopo gli studi conseguiti all’Università dell’Essex e all’Università di Cambridge, è stato cultore in Economia politica all’Università di Trieste. È stato co-redattore della rivista online di economia “WEA Commentaries” sino alla sua ultima uscita. Si interessa di economia, sociologia e nel tempo libero ha seguito regolarmente il basket europeo ed in particolare quello dell’ex-Jugoslavia nel corso degli ultimi anni. Ha tradotto per vari enti ed istituzioni atti e testi dallo sloveno all’italiano e dall’italiano allo sloveno.