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Piazza della Libertà e piazza della Repubblica a Erevan: due luoghi a confronto

La capitale dell’Armenia, Erevan, ha cambiato volto a partire dagli anni Venti del Novecento. Il piano-generale dell’architetto Aleksandr Tamanian, approvato dalle autorità sovietiche nel 1924, ha trasformato, infatti, quella che era una piccola cittadina di provincia, in una metropoli degna del ruolo di capitale. Tra le caratteristiche del progetto, la creazione di due enormi piazze nel centro cittadino – le attuali piazza della Libertà e piazza della Repubblica – che sarebbero diventate in seguito il cuore della vita di Erevan.

Scopriamo insieme il ruolo che questi due spazi, a circa un chilometro l’uno dall’altro, hanno svolto nella storia della città e dell’Armenia.

Non perderti la storia di Alexandr Tamanian e del suo progetto per Erevan come citta-giardino.

Piazza della Libertà, un nome parlante

Piazza della Libertà è dominata dalla presenza del teatro dell’Opera e del Balletto, edificio insieme alla quale venne portata a termine la costruzione nel 1940 su progetto di Aleksandr Tamanian. Non a caso, la piazza viene ancora oggi chiamata piazza dell’Opera e, in epoca sovietica, era denominata piazza del Teatro.

Tra le caratteristiche di questo spazio, i monumenti al poeta Hovhannes Tumanyan e al compositore Aleksandr Spendiaryan, inaugurati entrambi nel 1957 in occasione del quarantesimo anniversario della rivoluzione d’Ottobre, e il “Lago dei Cigni”, uno specchio d’acqua creato negli anni Sessanta con una forma simile a quella del lago Sevan.

Vista di Piazza della Libertà a Erevan.
Piazza della Libertà e il teatro dell’Opera e del Balletto (Meridiano 13/Nicola Zordan)

La piazza ha svolto un ruolo fondamentale nelle dinamiche che hanno portato all’indipendenza dell’Armenia dall’Unione Sovietica. Fu qui, infatti, che alla fine degli anni Ottanta presero slancio le proteste del Movimento Karabakh.

Questo gruppo politico, guidato da un gruppo di intellettuali, a partire dalla fine del 1987 e, con maggior forza, dal 1988, fu promotore di una serie di proteste di massa che si svolgevano spesso proprio sulla piazza della Libertà per richiedere l’unificazione dell’Oblast’ Autonoma del Nagorno-Karabakh all’Armenia. Tale regione (di cui abbiamo raccontato la storia in questo articolo), pur avendo una popolazione a maggioranza armena, era stata assegnata all’Azerbaigian dalle autorità sovietiche negli anni Venti.

Le manifestazioni intorno allo slogan miatsum [“unione” in armeno] non trovarono una risposta soddisfacente per gli armeni a Mosca e in breve il movimento allargò le sue istanze alla richiesta dell’indipendenza dell’Armenia dall’Unione Sovietica. Tale obiettivo sarebbe stato effettivamente raggiunto nel 1991: si può dire che, in un certo senso, l’Armenia contemporanea sia nata proprio in piazza della Libertà.

Il luogo mantenne questo suo ruolo politico anche negli anni successivi con grandi manifestazioni contro i governi di turno che si svolsero dopo le elezioni nel 1996, nel 2003, nel 2008 e nel 2013. Le manifestazioni contro i brogli alle elezioni del 2008 furono violentemente represse dal governo.

Piazza della Repubblica tra storia e rivoluzione

Piazza dalla Repubblica è costituita da due parti, una a forma ovale e un trapezoide. È stata progettata da Alexander Tamanian e completata negli anni Cinquanta. La mano dell’architetto si nota negli edifici in tufo rosa e in stile neoclassico che circondano la piazza. Essi ospitano il Palazzo del Governo, il museo di Storia e un hotel.

La facciata dell’edificio che oggi ospita l’Hotel Marriot (Meridiano 13/Nicola Zordan)

In epoca sovietica la piazza portava il nome di piazza Lenin e vi si trovava una statua di sette metri del leader della rivoluzione, rimossa nel 1991. Il giornalista Tiziano Terzani visitò la capitale armena nell’ottobre di quell’anno e trovò il monumento decapitato nel cortile del museo di Storia, un episodio curioso che racconta nel libro Buonanotte Signor Lenin (Longanesi, 1992):

Dallo spiraglio di una finestra, giù per terra nel cortile, fra le casse di spazzatura, vedo disteso, come fosse un ammalato, il corpo di bronzo di Lenin. L’han messo lì, dopo averlo tolto dal suo piedistallo. Scendo, faccio il giro del palazzo per cercare l’entrata di servizio e, come se fossi inviato da una persona molto influente, sorpasso le guardie, entro nel cortile e vado a fotografare la statua. Povero Lenin! Gli manca la testa. Chiedo dove sia a un poliziotto che m’ha seguito, ma gli vien solo da ridere. La testa? Nessuno sa dove sia andata a finire.

Tiziano Terzani

Lo spazio dove un tempo cera la statua è stato occupato negli anni da varie installazioni temporanee (tra le quali, una croce nel 2001 per celebrare il 1700esimo anniversario da quando l’Armenia adottò il cristianesimo come religione di stato), ma non si è ancora trovata una soluzione definitiva.

Come detto, anche Piazza della Repubblica ha svolto un ruolo importante nella politica armena sia in epoca sovietica che in tempi più recenti.

Nel 1965 infatti, in occasione del cinquantesimo anniversario del genocidio armeno, sulla piazza si svolsero manifestazione per ricordare questa tragedia. Si trattò di un momento spartiacque nel definire la moderna identità armena che fa della memoria del genocidio e della sua commemorazione uno dei suoi punti cardine.

Nel 2018, invece, migliaia di armeni scesero in piazza della Repubblica per protestare contro il governo e il primo ministro Serž Sargsyan. Le proteste portarono alle dimissioni del premier in quella che venne definita come la “Rivoluzione di Velluto”.

La piazza con le sue fontane in una serata estiva (Meridiano 13/Aleksej Tilman)

Quale che sia il futuro dell’Armenia, è indubbio che piazza della Libertà e piazza della Repubblica rimarranno al centro della vita del paese.

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Aleksej Tilman
Aleksej Tilman

Ha vissuto due anni a Tbilisi, lavorando e specializzandosi sulle dinamiche politiche e sociali dell'area caucasica all'Università Ivane Javakhishvili. Ha scritto della regione per East Journal, Valigia Blu e altri.