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Maia Sandu vince trascinata dalla diaspora moldava al secondo turno

Al secondo turno delle elezioni presidenziali del 3 novembre 2024 tenutesi in Repubblica Moldova ha trionfato la presidente uscente e leader del Partito Azione e Solidarietà Maia Sandu, grazie alla diaspora, contro il candidato dei socialisti Alexandru Stoianoglo.

I risultati e il ruolo della diaspora moldava

L’affluenza al voto ha visto una maggiore partecipazione degli elettori che sono stati oltre 130mila in più del primo turno. Il totale degli elettori che si sono recati alle urne è stato 1.699.945, invece del 1.562.705 del primo turno. A spiccare ci sono i votanti in diaspora, che con 329.775 sono quasi 90mila in più di due domeniche fa. Con il loro 82,83% in favore di Maia Sandu, sono stati ancora una volta una forza determinante per la vittoria del fronte pro-europeo.

Immagini diffuse dalla propaganda russa hanno mostrato come molti dei moldavi residenti nella federazione sono stati costretti a prendere voli per Minsk o Baku per poter esercitare il proprio diritto. In Russia, infatti, mancavano schede di voto per poter permettere ai moldavi di votare a Mosca.

Come già discusso per il referendum i risultati danno l’impressione di un paese spaccato: a mano a mano che ci si allontana da Chișinău e dalle regioni confinanti con la Romania, l’opposizione alle politiche del Partito di Azione e Solidarietà sembra crescere. A nord, in distretti come Soroca e Drochia, rispettivamente il 58,19% e il 60,22% si è opposto a Maia Sandu. Al sud, in aree come la Gagauzia e la Taraclia, il 97,04% e il 94,29% rispettivamente hanno votato per Stoianoglo. Infine, a est, in Transnistria e a Dubăsari, il 79,4% e 55,92% di elettori si sono schierati con i socialisti.

Questo orientamento di voto si spiega in parte con una genuina convinzione pro-russa o una generale insoddisfazione con gli anni di governo del Partito di Azione e Solidarietà, e in parte con pratiche di voto di scambio organizzate dai pro-russi.

Una recente indagine giornalistica di Ziarul de Gardă ha documentato come la macchina russa ha organizzato la compravendita degli elettori per far fallire il sì al referendum costituzionale. Secondo le stime del capo della polizia Cernăuţeanu solo nel mese di ottobre la macchina russa di Ilan Șor ha fatto arrivare 24 milioni di dollari in Moldova, destinati a 138mila cittadini moldavi che erano disposti a vendere il proprio voto per poco più di 50 euro.

Il dibattito

Durante il dibattito tenutosi tra Sandu e Stoianoglo la settimana prima del secondo turno, la presidente uscente ha dimostrato di poter dominare lo sfidante in un confronto verbale, ma a una lettura attenta non si può dire che Sandu abbia scelto la strategia migliore: la presidente si è focalizzata molto sul passato da procuratore generale di Stoianoglo e sui suoi legami con gli oligarchi vicini a Mosca. Dal canto suo, Stoianoglo ha più volte negato l’associazione con Șor e Platon e ha sostenuto di aver agito sempre con le migliori intenzioni. Le argomentazioni di Sandu non sembrano aver fatto presa sulla maggioranza dei moldavi, che al contrario appaiono più interessati alle critiche mosse da Stoianoglo rispetto alla cattiva performance economica del paese.

È impossibile attribuire questo fatto alla presidente perché la fragile economia moldava è stata investita prima della pandemia e poi dalle conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina, dalla crisi migratoria a quella energetica. Ma l’elettore medio non le ha trovate motivazioni sufficienti per rinnovare la fiducia in Sandu.

La presidente si è dimostrata più convincente del proprio oppositore nel confronto sulla politica estera, ma la risposta di Stoianoglo è stata ancora una volta ambigua. L’ex procuratore si è detto pro-europeo ma favorevole a intrattenere rapporti cordiali con Mosca, e questa rappresenta la tradizionale posizione moldava. E se il candidato pro-russo si dimostra (almeno a parole) ambiguamente pro-europeo e dichiaratamente incorruttibile, viene meno l’opposizione ideologica che ha guidato gli affondi retorici di Sandu. La presidente ha cercato di proporsi come la buona che affrontava il cattivo, quando davvero avrebbe dovuto proporsi come una candidata più competente e convincente.

In conclusione

Resta il fatto che la Repubblica Moldova, senza la diaspora, ha scelto Alexandru Stoianoglo con il 51,19% o 692.533 di preferenze. Il totale è di 55,33% o 929.964 voti per Maia Sandu, ma questo perché circa l’83% dei votanti in diaspora ha preferito la presidente uscente.

Pur avendo vinto, la carismatica presidente rieletta dovrebbe riflettere sulle ragioni che hanno portato quasi metà dei moldavi a preferire un insipido e ambiguo candidato che è stato sostenuto a vario titolo dagli sconfitti al primo turno.

Per approfondire:
- Voto in Moldova: i cittadini dicono sì all’Unione Europea, l’accendiamo?
- La Moldova e il referendum storico per l’Europa
- Elezioni in Moldova: l’assetto del paese e dell’Europa si gioca alle urne
- Sandu fa rima con Europa? Lo dirà il referendum popolare sull’adesione all’Unione Europea

*I dati verranno aggiornati allo spoglio completo.

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Gian Marco Moisé
Gian Marco Moisé

Ricercatore e divulgatore scientifico, esperto in relazioni internazionali, scienze politiche e dell'area dello spazio post-sovietico con un dottorato conseguito alla Dublin City University. Oltre all’italiano parla inglese, francese, russo, e da qualche mese studia romeno.