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È passato quasi un ventennio dalla tragica morte di Toše Proeski, una delle più grandi icone pop che la Macedonia del Nord abbia mai avuto. Ma il ricordo del giovane cantante è ancora ben radicato nella memoria collettiva del paese.
Kruševo, 17 ottobre 2007. La piccola cittadina montana risulta insolitamente affollata: tassisti provenienti da tutto il paese hanno gratuitamente fatto da spola sin dalle prime luci dell’alba per permettere a più persone possibili di assistere alla funzione funebre celebrata dall’arcivescovo Stefan in persona, che si svolge a pochi passi dal simbolo di Kruševo per eccellenza: il Makedonium, celeberrimo monumento che ricorda la rivolta di Ilinden del 1903 contro il dominio ottomano.
Qui, in uno dei luoghi più iconici della Macedonia del Nord, si stringe il paese intero: la Sobranie, il parlamento macedone, ha sospeso ogni attività. Le bandiere sono a mezz’asta, il governo ha annunciato un giorno di lutto nazionale e Kruševo, luogo di residenza del defunto, ne ha proclamati ben tre. Negozi e scuole sono chiusi, mentre una folla di ogni origine e età si accalca nelle piazze principali del paese per deporre fiori, accendere una candela o lasciare un pensiero. Alle 13:00, ora di inizio del funerale, i clacson di tutto il paese suonano all’unisono per augurare buon viaggio alla salma.
A essere mancato non è un capo politico o una grande statista: la guardia nazionale dell’esercito macedone a Gumenje, lo spiazzo di fronte al Makedonium, deposita le spoglie di un artista, prelevato dalla locale chiesa di san Bogorodica. Si tratta di Todor “Toše” Proeski.
La nascita di una leggenda
Nato a Prilep nel 1981 da una famiglia di valacchi macedoni, riceve la sua prima educazione musicale presso il conservatorio di Bitola, dove è ufficialmente iscritto alla classe di clarinetto. Peccato che un clarinetto la famiglia di Toše Proeski non se lo possa permettere: forse anche per questo, oltre che per il talento precoce notato da alcuni insegnanti, viene presto spostato alla classe di canto. Qui inizia una folgorante quanto breve carriera, che dopo l’accademia musicale di Skopje lo porterà a riempire gli stadi in patria e all’estero.
I suoi esordi iniziano prestissimo: a soli 11 anni partecipa a Zlatno slavejče, “l’usignolo d’oro”, il corrispettivo macedone del nostro celeberrimo Zecchino d’oro, esibendosi con una canzone in lingua valacca. Appena sedicenne si aggiudica il primo posto al Melfest, un festival internazionale per giovani talenti di Prilep, e a 18 anni incide il suo album di debutto, Nekade vo noḱta (“Da qualche parte nella notte”).
In breve tempo la fama di Toše Proeski si diffonde nei Balcani. Iniziano i tour che lo vedono registrare il tutto esaurito a Skopje e Belgrado, portandolo a cantare anche in Grecia, Bulgaria, Bosnia-Erzegovina e dall’altra parte del mondo, in Australia.
Si reca negli Stati Uniti per ricevere lezioni di canto da William Riley, che fu anche maestro di Luciano Pavarotti. Nel 2003 la radiotelevisione macedone annuncia di aver selezionato Toše Proeski per rappresentare la Macedonia all’Eurovision Song Contest di Istanbul. La canzone designata è Angel si ti, riadattata per l’occasione in inglese con il titolo di Life, che finirà al quattordicesimo posto.
Ciò che è un po’ meno noto è che, già nel 2003, avendo vinto la prima edizione di Beovizija (celeberrimo festival musicale belgradese) con la canzone Čija si (“Di chi sei”), Toše Proeski avrebbe dovuto rappresentare la Serbia e Montenegro all’Eurovision. Contrariamente a quanto atteso però al paese fu impedito di partecipare all’edizione del 2003, esordendo solo l’anno seguente con la performance di Željko Joksimović Lane moje(“Tesoro mio”).
Ad ogni modo la vittoria al Beovizija fu di enorme successo per Toše Proeski e dette un deciso slancio alla sua carriera, essendosi ritrovato a competere con (e giudicato da) vere e proprie star della musica jugoslava, incrementando la sua notorietà in tutta la regione e oltre.
A riprova di ciò, le sue collaborazioni con artisti provenienti dalla penisola balcanica si moltiplicarono e nel 2005 il suo quinto album, Po tebe (“Dopo di te”) divenne uno degli album di maggiore successo di sempre nei Balcani, restando stabilmente in testa alle classifiche musicali di Bosnia-Erzegovina, Croazia, Macedonia, Serbia e Slovenia per diversi mesi consecutivi.
Toše Proeski fu molto più di un semplice cantante. Memore delle sue modeste origini, si prodigò con innumerevoli iniziative caritatevoli per portare sostegno alle fasce più marginalizzate della Macedonia, con particolare attenzione ai più piccoli. Questo gli valse il premio umanitario Madre Teresa e la nomina a ambasciatore regionale dell’Unicef prima, e ambasciatore di buona volontà per l’Unicef poi. In questa veste registrò l’inno del Fondo delle nazioni unite per l’infanzia Za ovoj svet e la sua versione in inglese, This world.
Innumerevoli i concerti di beneficenza che videro la sua partecipazione, ma nessuno è ricordato con altrettanta nostalgia quanto il suo ultimo concerto all’allora stadio cittadino di Skopje, che oggi riporta il nome proprio del cantante macedone. “Tutti i concerti mi sono cari”, ebbe a dire in un’intervista prima della performance, “ma quelli umanitari significano molto per me perché rimangono per sempre. Se l’istruzione in Macedonia sarà migliorata, avremo una società più sana”.
Il concerto, dall’esplicativo motto L’istruzione è responsabilità di tutti, costava 200 dinari a biglietto e l’intero incasso andò a co-finanziare il quinquennale programma per l’istruzione di base sostenuto da Usaid per il rinnovamento di un centinaio di scuole in tutta la Macedonia.
La fama, utilizzata a scopo benefico, fece di Toše Proeski il volto migliore di un paese piccolo, povero e relativamente sconosciuto a livello internazionale come la Macedonia di allora. La sua tragica fine, avvenuta sull’anonimo asfalto dell’autostrada Zagabria-Lipovac a causa di un incidente d’auto proprio di rientro da un concerto, pose l’eterno sigillo a una promettente carriera interrotta troppo presto. Il paese e l’intera regione non erano pronti alla sua prematura quanto insensata dipartita ad appena 26 anni; questo non fece altro che acuire ulteriormente la celebrità del cosiddetto “Elvis Presley dei Balcani”.
L’eredità di Toše Proeski
Oggi Toše Proeski riposa al cimitero di Kruševo. Ogni anno centinaia di persone vanno a porgere i propri omaggi non solo a un grande cantante, ma a un grande uomo, divenuto suo malgrado il volto e la voce di un paese intero.
Dal 25 aprile 2011 la casa commemorativa di Toše Proeski tiene viva la memoria dell’artista, raccogliendo oggetti, testimonianze e raccontando la storia del miglior cantante pop che la Macedonia abbia mai avuto.
L’edificio – dichiarato miglior opera architettonica del 2011 al Festival internazionale di architettura di Barcellona – sorge a Gumenje, di fronte al Makedonium, proprio dove l’intera comunità si strinse in un ultimo abbraccio con il più grande artista della recente storia macedone. Due simboli nazionali l’uno accanto all’altro.
Mosso da un sincero interesse per la storia e la cultura della penisola balcanica, si è laureato in Studi Internazionali all’Università di Trento, per poi specializzarsi in Studi sull’Europa dell’Est all’Università di Bologna. Ha vissuto in Romania, Croazia e Bosnia ed Erzegovina, studiando e impegnandosi in attività di volontariato. Tra il 2021 e il 2022 ha scritto per Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa. Attualmente risiede in Macedonia del Nord, dove lavora presso l’ufficio di ALDA Skopje.