Insieme al periodo delle feste arrivano anche recensioni e consigli libreschi per la fine dell’anno pensati e realizzati dalla nostra redazione. Dopo quelli di fine 2022 e fine 2023, quelli per l’estate 2023 e per l’estate 2024 e per la primavera 2024, abbiamo deciso di condividere con voi le nostre ultime letture. Fidatevi di noi e avventuratevi in questi particolari recensioni e consigli libreschi, sempre oltre il meridiano 13.
Diario ucraino di Alessio Mamo e Lorenzo Tondo, Contrasto, 2024
Portare il lettore in prima linea e costringerlo a vedere la guerra con i propri occhi: è Diario ucraino, reportage illustrato del giornalista Lorenzo Tondo e del fotografo Alessio Mamo i quali, proprio come John Steinbeck e Robert Capa negli anni Cinquanta, sono riusciti a creare un equilibrio perfetto fra i loro mezzi espressivi e descrivere i primi giorni dell’invasione russa su larga scala dell’Ucraina. Immagini e parole portano il fronte a casa nostra per non farci dimenticare la tragedia ancora in corso e farci capire che la guerra non deve essere la normalità.
Alma di Federica Manzon, Feltrinelli, 2024
Una fuga di tre giorni, quella di Alma, costretta a tornare a Trieste in seguito alla morte del padre, il quale le lascia un’eredità amara, quella dei ricordi. Alma si ritrova a fare i conti con il proprio passato in una città di confine che non sa se le appartiene. Le sue vicende personali si mescolano con la storia e la geografia, cavalcando e scavalcando le atrocità della guerra, le crisi di identità e quei ponti in bilico tra il qui e là, tra passato e futuro: mettere radici è una buona cosa? Un romanzo a più strati che tenta di alleggerire l’inevitabile complessità balcanica.
Fertile solitudine di Viola Fischerová, traduzione di Annalisa Cosentino, Fiorenzo Albani Editore, 2024
Non capita spesso che i lettori italiani possano incontrare la poesia ceca e sono relativamente poche le raccolte di cui oggi si dispone. Grazie alla casa editrice Fiorenzo Albani Editore è finalmente possibile leggere, nella traduzione di Annalisa Cosentino, alcuni versi di Viola Fischerová (1935-2010). La raccolta tradotta, Fertile solitudine (in ceco Matečná samota, 2002), offre uno spaccato sulla “ricca dimensione spirituale” che caratterizza lo stile della poetessa.
Si tratta di componimenti scritti in età senile, in cui la dimensione onirica del sogno lascia gradualmente spazio a un atteggiamento meditativo. I versi di Fischerová veicolano sensualità e la necessità di focalizzare lo sguardo e, dunque, il discorso poetico sul passato, semantizzato nella sfera dell’intimità. In questa riconciliazione col passato, il presente è “divincolarsi o sfuggire / al desiderio dove nulla si può più avere / né riparare” e l’io poetico è “affidato nello spazio di un istante / a una seconda pelle e anima”.
Motivi persiani di Sergej Esenin, traduzione di Iginio de Luca con uno studio di Riccardo Mini, Passigli Editore, 2024
Passigli Editore è una casa editrice rinomata per la sua attenzione alla poesia russa novecentesca. Di recente è stata proposta ai lettori italiani Motivi persiani di Sergej Esenin in una traduzione inedita di Iginio de Luca, il cui contributo alla ricezione di Esenin in Italia è tutt’altro che secondario. L’edizione è arricchita da uno studio di Riccardo Mini, pubblicato nella postfazione. Questa tarda raccolta di Esenin rappresenta forse un unicum nel corpus del poeta, distaccandosi dal periodo in cui egli si identificava nel binomio poeta-teppista. Trasfigurandosi come poeta-urus (termine persiano per “russo”), compone versi che richiamano una terra tanto agognata ma mai raggiunta, dove il tema amoroso si intreccia a un ultimo vano tentativo di fuga.
Io sono l’abisso di Lucie Faulerová, traduzione di Laura Angeloni, Miraggi Edizioni, 2024
La casa editrice Miraggi edizioni, nota per il suo contributo alla diffusione della letteratura ceca in Italia, anche quest’anno ha arricchito di nuove opere la collana Nová vlna. Tra questo vi è Io sono l’abisso di Lucie Faulerová, vincitrice del Premio Unione Europa per la letteratura nel 2021. Il romanzo, scritto in prima persona, è un flusso di coscienza attraverso il quale la protagonista sviscera temi esistenziali.
Tuttavia, a primeggiare nell’opera è una riflessione sulla dimensione della morte, che l’autrice incalza rivolgendosi nello specifico alla questione del suicidio. La complessità di tale tema è, tuttavia, controbilanciata dalla presenza di elementi che apportano leggerezza al costrutto narrativo, tra questi la volontà stessa della protagonista di diventare un mago: “Se il tuo sogno è diventare un mago che magia vorresti saper fare prima di tutto? Io quella di scomparire”.
Ascesa e caduta del compagno Zylo di Dritëro Agolli, traduzione di Julian Zhara, Bibliotheka Edizioni, 2024
Come (non) funzionava la burocrazia albanese sotto il regime di Enver Hoxha? Com’è possibile raccontare con umorismo e malizia un mondo tanto grigio, stretto dalla morsa della dittatura? Dritëro Agolli, una delle maggiori e più prolifiche penne dell’Albania letteraria del secolo scorso, ci porta nel dietro le quinte di un paese che non c’è più attraverso le vicende di Demka, un funzionario che ha abbandonato ogni velleità artistica per mettere il proprio talento a servizio dei dirigenti del partito comunista albanese. Per la prima volta in edizione integrale uno dei capisaldi della letteratura albanese del secolo scorso, scoppiettante e spietato, pubblicato da Bibliotheka Edizioni e definito da Le Figaro “capolavoro d’ironia”.
Dove i cani abbaiano in tre lingue di Ioana Pârvulescu, traduzione di Anita Paolicchi, Voland Edizioni, 2023
Dall’autrice del raffinato La vita comincia venerdì, vincitore nel 2013 del Premio dell’Unione Europea per la letteratura, un altro delicato romanzo ambientato nella Romania del secolo scorso. Tutto gira intorno a una casa in via Majakovskij, a Brașov, dove si intersecano romeno, ungherese e tedesco. La protagonista è Ana, che con il suo sguardo da bambina ci accompagna alla scoperta di una dimora ricca di storia e storie, non senza un pizzico di malinconia con il passare degli anni.
Il vicino di Marina Vujčić, traduzione di Estera Miočić, Bottega Errante Edizioni, 2024
Dopo Una questione di pelle, la scrittrice croata Marina Vujčić torna sugli scaffali italiani grazie a Bottega Errante, stavolta con un thriller che ancora mette nuovamente in mostra il suo talento di narratrice e la sua attenzione per la condizione esistenziale umana. Il monologo interiore della protagonista Katarina Bauković, apparentemente un’impiegata qualunque, riveste lo sconosciuto vicino del secondo piano di una vita immaginaria ricca di dettagli, fino all’inaspettato colpo di scena finale.
Est/Ovest di Egidio Ivetic, Il Mulino, 2022
Dopo un’ampia produzione letteraria che copre l’area Balcanica, il professor Ivetic ci regala un’analisi storico-politica dell’antica faglia tra est e ovest. Partendo da un’esposizione accurata dei momenti chiave ad est del Meridiano 13, l’autore ci porta in un viaggio alla scoperta di progetti politici, ideali, scontri di civiltà e la nascita di nozioni quanto mai attuali. Un libro chiave per comprendere l’Europa (centro) orientale e i conflitti moderni.
Un noir filosofico che mescola ecologia, astrologia e denuncia sociale. Janina Duszejko, un’eccentrica insegnante in pensione, vive in un remoto villaggio polacco, dove una serie di misteriosi omicidi scuote la comunità. Le sue teorie, che collegano i delitti agli animali e alla vendetta della natura, sfidano il razionalismo di chi la circonda. Un romanzo inquietante e provocatorio della premio nobel polacco per la letteratura.
Questo volume è uno strumento prezioso per (ri)scoprire la città di Gorizia e la sua storia. Il formato illustrato è estremamente accattivante e, da un punto di vista grafico, raccoglie immagini, fotografie d’epoca, mappe. Sono numerose inoltre le interviste trascritte a goriziani e goriziane che hanno vissuto le varie epoche che hanno contraddistinto la città. Attraverso la micro-storia di queste persone si ripercorrono le guerre mondiali, arricchendo la conoscenza delle vicende storiche grazie alla prospettiva specifica (e per molti versi sconosciuta ai più) di Gorizia. Alessandro Cattunar ha saputo rendere perfettamente fruibile e assolutamente scientifico un pezzo di storia cruciale del nostro confine orientale.
La Dalmazia di Giuseppe Prezzolini con saggio introduttivo e cura di Giovanni Brancaccio, Biblion edizioni, 2010
Italia, giugno 1915. Lo stivale è appena entrato in guerra al fianco delle forze della Triplice Intesa. In questa scelta di campo si è rivelata decisiva la spinta del nazionalismo italiano con le sue mire espansionistiche a danno dell’Impero austro-ungarico. In un simile clima febbrile Prezzolini interviene nel dibattito in corso con la forza della storiografia, smontando uno dopo l’altro i cliché più duri a morire riguardo alla presunta italianità dell’area adriatico-balcanica in virtù del plurisecolare dominio della Serenissima e del bilinguismo diffuso in alcuni dei suddetti territori. Uno scritto illuminante anche per i giorni nostri.
Folgorante secondo romanzo dell’autrice moldava Tatiana Ţîbuleac, L’estate in cui mia madre ebbe gli occhi verdi si sviluppa attorno alla vicenda personale di Aleksy, un ragazzo di origine polacca, cresciuto nel Regno Unito, che rivive il disfunzionale rapporto avuto con la madre durante l’adolescenza, in un’estate che gli ha cambiato il corso della vita.
Se normalmente siamo abituati a leggere storie di madri amorevoli, affettuose, a tratti anche stereotipate, ma in ogni caso presentate come figure di riferimento degli eroi dei nostri romanzi preferiti, lo scenario qui presentato è completamente opposto. Eppure, anche un rapporto difficile, segnato da odio e indifferenza, è in grado di mutare e trasformarsi, insegnando l’importanza del perdono. Un romanzo avvincente che ha consacrato Tatiana Ţîbuleac con il Premio dell’Unione degli Scrittori di Romania.
Un testo a metà tra saggio, memoir e romanzo, che ci porta a (ri)scoprire la magia di San Pietroburgo, ovvero la città voluta da Pietro il Grande nel XVI secolo, e forse proprio per questo definita anche come “la città più astratta e premeditata del pianeta”: con i suoi fiumi e canali, la gelida Neva e la famosa prospettiva Nevskij, è anche la città che più di tutte ha ispirato il più grandi tra gli scrittori russi di tutti i tempi, Fёdor Michajlovič Dostoevskij. In questo immersivo e sognante viaggio virtuale, ripercorriamo i suoi passi e i luoghi dei suoi grandiosi romanzi, da Memorie del sottosuolo e Le notti bianche, fino a Delitto e castigo e l’incredibile parabola di Raskol’nikov.
A Mosca con Majakovskij di Leonardo Fredduzzi, Giulio Perrone Editore, 2020
Un introspettivo e affascinante viaggio nella Mosca sovietica degli anni Venti e Trenta, attraverso gli occhi del poeta Vladimir Majakovskij, dove biografia, fatti storici e finzione si mescolano in una narrazione coinvolgente e profonda. La Mosca di Majakovskij è un centro pulsante e in fermento, dove ideologie e movimenti politici s’incontrano e si scontrano, tra le speranze nate dalla Rivoluzione bolscevica del 1917 e il regime staliniano, sempre più totalitario. Un viaggio avvincente che, a distanza di cento anni, aiuta a comprendere le tante contraddizioni di un’epoca cruciale per la storia della Russia.
Pianeta Caucaso di Wojciech Górecki, traduzione di Vera Verdiani, Keller editore, 2024
Un classico della letteratura di viaggio nel Caucaso viene riproposto a vent’anni dalla sua prima uscita con un’introduzione per aggiornare il lettore su quanto avvenuto nel frattempo nella regione. Si tratta di un libro imperdibile per chi vuole iniziare a conoscere i territori ricchi di lingue e culture diverse a sud e a nord della catena montuosa.
La squadra che tutti i coach avrebbero voluto allenare? Sicuramente gli undici di papà Klapzuba! Undici invincibili ragazzi cecoslovacchi con il pallone nel cuore, che arrivano a vincere tutte le competizioni del continente. Qual è il loro segreto? Scopritelo in questo avvincente libro per grandi e piccini (come recita il sottotitolo), una favola che fa sognare e che ci porta nella Cecoslovacchia del primo Novecento.