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Roxelana: da schiava a donna più potente dell’Impero ottomano

Prima dell’avvento della modernità, quando il mondo era ancora diviso tra grandi regni e imperi in lotta fra loro, una delle figure femminili più emblematiche, in grado di cambiare per sempre il destino e la storia dell’intero Impero ottomano, fu senza dubbio quella di Hürrem Sultan. Questo impero, nato nel Trecento con la dinastia turca degli Osmanli, come racconta il professor Alessandro Barbero,

fu fondato dalla dinastia turca che portava questo nome; noi in italiano lo chiamiamo spesso impero turco, ma in realtà la sua storia non si può ridurre alla storia dei turchi, che pur erano il popolo dominante. Si trattava di un impero multietnico e multireligioso; uno spazio politico immenso che andava da Algeri alla Mecca, da Baghdad a Belgrado
(da Il divano di Istanbul).

L’impero ottomano, per tutta la sua durata (che fu di oltre seicento anni), fu temuto dai regnanti occidentali e orientali come perenne minaccia, soprattutto a partire dal XVI secolo, con il regno di Süleyman, ossia Solimano Kanuni (“Il legislatore”) o meglio noto come “Solimano il Magnifico”. Fu infatti lui a estendere i domini della “Porta d’Oro” in Europa occidentale, conquistando Belgrado, gran parte dei Balcani e il regno d’Ungheria, arrivando fino al Danubio e alle porte di Vienna nel 1529.

Ma cosa c’entra la figura femminile di Hürrem Sultan e in che modo divenne centrale nella vita politica dell’Impero ottomano?

roxelana
Il sultano ottomano Solimano il Magnifico davanti al castello di Budin, Stanislav Xlebovski (Wikimedia Commons)

Aleksandra, Anastasija, Hürrem Sultan: chi fu davvero Roxelana?

Molti storici si sono adoperati per ricostruire la misteriosa biografia di Hürrem Sultan. Nata tra il 1502 e il 1506, Hürrem Sultan arrivò alla corte di Solimano come schiava; rapita dai tatari di Crimea e venduta al mercato di Costantinopoli a circa 14 anni, venne comprata dagli eunuchi del sultano per diventare sua concubina e parte del suo grande harem. “Hürrem” è infatti il suo soprannome, che in turco ottomano significa “l’allegra” o “la giocosa”, come venne poi chiamata dallo stesso Solimano.

Il vero nome di Hürrem era però un altro: Aleksandra Lisowska, meglio nota come Roxelana ovvero “La Rossa”. Di origini slave, secondo diverse ricostruzioni nacque nell’Ucraina occidentale nella località di Rohatyn, nella regione di Rutenia, ai tempi parte del regno di Polonia. Secondo alcuni storici sovietici, il vero nome della ragazza era Anastasija. Figlia di un prete ortodosso russo o ucraino, ben presto Roxelana divenne la favorita del sultano, tanto da suscitare l’invidia delle altre concubine, facendolo innamorare perdutamente di sé.

Quando la ragazza arrivò a corte, era un’altra la favorita di Solimano: Mahidevran Hatun, detta Gülbahar, ovvero “rosa della primavera”, una concubina che diede a Solimano anche un figlio, Mustafa, per anni considerato “il suo preferito”.

Tuttavia, l’interesse di Solimano per la giovane concubina “ortodossa” era sempre maggiore, per cui si racconta che Mahidevran arrivò a picchiare Roxelana, graffiandole il viso e strappandole i capelli, tanto che la ragazza si rifiutava di mostrarsi in pubblico per la vergogna, negandosi anche alla vista del Sultano. Una volta appreso l’accaduto, però, Solimano non solo si avvicinò ancora di più a lei, ma arrivò a cacciare Mahidevran dall’harem, sancendo la “vittoria” di Roxelana sulle altre pretendenti.

Haseki Hurrem Sultan Roxelana, ritratto anonimo (Wikipedia)

Da schiava a moglie del sultano

Il potere di Roxelana, però, va ben oltre ai semplici intrighi di corte veri o presunti, perché con lei Solimano rivoluzionò numerose regole che fino a quel momento vigevano nell’Impero ottomano. Secondo la legge islamica, il Sultano poteva avere tutte le donne che desiderava, come parte del suo harem, a patto di essere in grado di mantenerle, senza necessità di sposarle. Poteva anche scegliere con quali avere dei figli, che non erano considerati mai “illegittimi” – come sarebbe avvenuto con i figli avuti da concubine per un re occidentale – ma erano invece tutti allo stesso livello nella futura successione per il trono.

Tuttavia, l’amore di Solimano per Roxelana era tale che, non solo la scelse come consigliera di corte, mentre era in viaggio nelle sue numerose battaglie in Europa e Persia, ma arrivò anche a sposarla nel 1533. Nessun sultano prima di lui era mai arrivato a sposare una delle sue concubine, rendendola di fatto la sua “consorte” ufficiale anche a livello amministrativo nella gerarchia di corte. Con il matrimonio tra Solimano e Roxelana, ella fu infatti la prima a ricevere il titolo ufficiale di Haseki Sultan.

Nella sua attività di consigliera del sultano, Roxelana, oltre a scrivere lettere al marito per informarlo della situazione a corte in sua assenza, ebbe un ruolo attivo anche negli affari esteri. Si dice infatti che intrattenesse rapporti diplomatici con diversi regnanti occidentali, tra cui il re Sigismondo II Augusto di Polonia, e che avesse commissionato anche alcuni lavori pubblici che portano il suo nome, come il complesso Haseki Hurrem Sultana Hamam, ovvero i “Bagni di Roxelana” ancora presenti oggi a Istanbul.

Gli intrighi per la successione

Come accennato, tutti i figli del sultano erano considerati formalmente alla pari, come possibili eredi al trono. Tuttavia, il potere di Roxelana su Solimano fu in grado di modificare anche questo aspetto. Roxelana diede al sultano sei figli, dove tra i maschi, però, sopravvisse soltanto Selim. Se fino all’arrivo di Roxelana a corte, il figlio preferito di Solimano e considerato come futuro erede al trono era Mustafa, avuto con Mahidevran Hatun, Roxelana riuscì, secondo alcune ricostruzioni, a inscenare un intrigo degno di una tragedia shakespeariana.

Si dice infatti che Roxelana, riuscì a convincere Solimano che Mustafa stesse complottando per tradirlo e rubargli il potere, al punto che Solimano, credendo al complotto, fece strangolare suo figlio a morte nel 1553, durante la campagna militare di Persia.

Secondo alcuni storici, il complotto di Mustafa contro il padre era reale, essendo lui in contatto con l’ambasciatore austriaco. Eppure, comunque stiano le cose, attraverso il “sacrificio” di Mustafa, l’unico figlio maschio sopravvissuto di Roxelana, pur avendo – secondo alcuni – la fama di inaffidabile e “ubriacone”, riuscì a diventare il nuovo favorito, succedendo poi al trono del padre con il nome di Selim II. Tutti i successivi sultani ottomani discendono infatti da lui, ovvero dall’unione di Solimano e Roxelana.

Hürrem Sultan (nel centro) nella serie Il secolo magnifico, interpretata dall’attrice turco-tedesca Meryem Uzerli (Goodfon.com in Creative Commons)

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La morte e il mito: dalle poesie al fenomeno pop

Roxelana morì a Costantinopoli nel 1558 dopo alcuni anni di malattia e venne inumata in un mausoleo dipinto con le scene del paradiso terrestre, come segno dell’amore di Solimano per lei.

Solimano, oltre all’attività politica, componeva anche poesie, tra cui soprattutto poesie d’amore, per cui il suo pseudonimo arabo divenne Muhibbi, ovvero “l’inamorato”. Molte delle poesie furono dedicate proprio alla sua Hürrem Sultan, a cui rimase accanto, nel letto di malattia, fino all’ultimo giorno.

Oggi la storia di Roxelana è senz’altro costellata di leggende e misteri, tanto da essere diventata persino un fenomeno “pop” attraverso una serie tv. Tra il 2011 e il 2014 la casa di produzione cinematografica turca Tims Production ha infatti realizzato la serie tv “Il secolo magnifico”, dedicata alla vita di Solimano e soprattutto di Hürrem Sultan.

La serie ha avuto un enorme successo in Turchia, tanto da essere poi venduta e trasmessa anche in altri paesi come Grecia, Bulgaria, Macedonia del Nord, ma anche Bangladesh, Cile, Spagna e persino Italia.

Una dimostrazione di come la figura di Roxelana, o Hürrem Sultan, fu cruciale per lo sviluppo dell’Impero, diventando una delle donne più potenti nella storia ottomana, tra Oriente e Occidente, in grado di cambiarne gli assetti futuri, nonostante le sue umili origini. Una figura controversa, che oggi è diventata un vero e proprio mito, in grado di ispirare sinfonie, tragedie teatrali e persino serie tv.

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Diana Mihaylova
Diana Mihaylova

Bulgara di nascita, ma milanese d’adozione, è una mediatrice culturale, blogger e studiosa che si occupa di Russia, Bulgaria e più in generale dei Paesi Est europei. Dopo la laurea in Mediazione Linguistica e Culturale presso l’Università degli Studi di Milano e alcune esperienze di studio all’estero tra Mosca, San Pietroburgo e Plovdiv, ha scritto per Il Tascabile, Pangea News e MowMag. È ideatrice del canale Instagram @ilmaestroemargherita_ dedicato alla promozione della letteratura e della cultura russa, con l'intento di approfondire la "Cultura" in senso ampio, contro ogni forma di pregiudizio e cancel culture. Collabora inoltre con il canale Instagram @perestroika.it che si propone di presentare e promuovere il cinema russo in lingua italiana.