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Quando si sente parlare della Repubblica di Moldova, per gli italiani tutto si riduce semplicemente a Chișinău (Chiscineu per chi non sapesse leggerne la fonetica, ma spesso pronunciata Cisinàu per mancanza di consapevolezza), un nome che riecheggia nella mente di coloro che si siano trovati in aeroporto a vederne la scritta senza essere in grado di attribuire il nome a un punto sulla carta geografica.
La Repubblica di Moldova, infatti, non si può considerare un paese turistico in senso classico. L’afflusso medio di turisti si attesta entro le 174 mila persone l’anno (dati del 2019) e sono principalmente rumeni, ucraini (per lo meno prima dello scoppio della guerra, mentre oggi molti di questi sono rifugiati) e bulgari che si dirigono verso piccole località di confine conosciute per prossimità o questioni storiche.
In realtà, in passato il principato di Moldavia era un paese ben più grande, comprendente l’omonima regione Moldavia che oggi fa parte della Romania, così come parte dell’odierna Ucraina (sia a nord-ovest del confine che tutta la regione a sud che separa la Moldova dal mar Nero).
I vari scambi di territorio che portarono la Moldova ad assumere i confini odierni si sono verificati nel corso delle guerre mondiali e dei rimescolamenti di territorio tra le repubbliche sovietiche. La regione di Bessarabia (toponimo la cui origine si attribuisce alla famiglia nobiliare valacca che prese possesso della regione nel 14esimo secolo), che corrisponde grossomodo alla Moldova odierna, è stato un territorio conteso tra l’impero ottomano e quello russo all’inizio dell’Ottocento. La regione ha dato i natali anche a Natalija di Serbia, originariamente Natalija Cheșcu (o Keško in russo), figlia del colonnello russo Petre Cheșcu e della principessa Pulcheria Sturdza di Moldavia, ma poi consorte del re di Serbia Milan Obrenović IV sul finire dell’Ottocento.
Questo piccolo stato ha dunque una storia lunga, che si rintraccia facilmente nell’architettura delle maggiori città del paese. Ciò premesso, il tipo di turismo che molte località possono attrarre è un turismo di nicchia, esplorativo e storico. La Moldova è sempre stata trattata da periferia di un impero e l’architettura di molte piccole cittadine richiama quest’idea delle “residenze di campagna” di uomini importanti pietroburghesi. Ci sarebbero quindi potenzialità turistiche notevoli, eppure gli stessi moldavi non conoscono né valorizzano il loro territorio, spesso ridotto a un giro turistico di Chișinău e Orhei.
Quando nel 2020 mi hanno proposto di realizzare alcuni video turistici sulla Repubblica di Moldova, mi sono scontrata proprio con questa mancanza di consapevolezza su quanto lavoro di ricerca e organizzazione una tale proposta avrebbe richiesto.
A un anno e mezzo di distanza, ho deciso di creare un canale YouTube proprio con l’obiettivo di mostrare a chi fosse interessato la Repubblica di Moldova da un punto di vista turistico, evidenziandone potenzialità e criticità.
La playlist che vi suggerisco in questo articolo è una serie di video in più tappe che può essere realizzata in macchina in un paio di giorni avendo come punto di partenza la città di Bălți (Beltz).
Ogni video è tradotto e sottotitolato in italiano, con link ai luoghi indicati su Google Maps.
Una sottoscrizione al canale e like ai video sono sempre apprezzati, e suggerisco agli interessati di seguire le prossime uscite su Meridiano 13 che raccoglieranno altre delle mie peregrinazioni in Moldova e nell’Europa orientale. Di seguito qualche assaggio fotografico:
Foto di copertina: Domenico Valenza (le foto della gallery sono dell’autrice dell’articolo)
Moldava d’origine e italiana d’adozione, parla cinque lingue, ha visitato 48 paesi e vissuto in 7. Ha un Master in democrazia e diritti umani conseguito presso le Università di Bologna e Sarajevo.