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Valentino Kovačević è il ministro della Cultura del Montenegro. Valentino Kovačević è anche un figlio e un ex marito molto molto deluso. Valentino Kovačević è al centro di uno scandalo e di forze che rischiano di distruggerlo da un momento all’altro. Ma soprattutto Valentino Kovačević potreste essere voi.
Ho aperto le tende e socchiuso gli occhi, dalle finestre risplendeva il silenzio. L’architettura del giardino era semplice agli occhi, ma la composizione delle linee era elaborata in maniera complessa. La domenica le macchine abbandonavano il parcheggio, di passanti praticamente non ce n’erano. Il tabellone pubblicitario su cui un ragazzino di cinque anni reclamizzava un’insalata sempreverde spiccava e illuminava tutto di un senso nuovo, proprio come i bidoni ammassati dai quali sporgeva l’immondizia bianca. Le impronte delle ruote orientate nel verso sbagliato sulle linee gialle, un sonaglio per bambini bloccato nella chioma di un albero e una scritta della tifoseria della squadra di calcio locale, tagliente e diretta, proteggevano la città.
La trama (senza spoiler)
Il protagonista del romanzo dello scrittore e sceneggiatore montenegrino Stefan Bošković non è un politico di vecchia data, non è un vecchio lupo dei mari delle maggioranze e delle crisi di governo. Ma è un uomo che si è trovato al momento giusto nel punto giusto: ha avuto le spinte necessarie, ha dimostrato un’ottima capacità di piegare la schiena di fronte al potente di turno e ora gode del suo mandato da ministro. Come lo fa? Cercando di fare qualcosa per il proprio paese, ma senza dimenticarsi che deve molto a chi lì lo ha spinto. Non può proprio scordarsi di alcuni accordi con un importante uomo d’affari, ma non deve neanche pensare che questo ruolo possa essere eterno, e deve avere uno sguardo proiettato verso il futuro, il proprio futuro.
L’equilibrio già precario della vita del ministro però viene sconvolto ulteriormente dalla morte dell’artista Jelena Tatar, che perde la vita durante una performance alla quale lui è presente. È colpa sua? È una metafora di quello che Kovačević sta facendo alla cultura del Montenegro? La giustizia lo assolve, la famiglia della scomparsa sembra perdonarlo, ma allora perché Jelena gli appare ogni notte in sogno?
Le caratteristiche del romanzo
Bošković compone un romanzo molto intenso, ritmato, che si svolge in soli nove giorni, dove il piano pubblico del suo protagonista si mischia con quello più intimo. Il difficile rapporto con il padre, la madre irrimediabilmente malata di demenza senile e Jasna, la ex moglie, che lo ha abbandonato, lo odia e lo attacca dalle colonne della stampa. La donna sta anche cercando di rifarsi una vita con uno scrittore da nulla, un certo… Stefan Bošković.
Il linguaggio è diretto, tagliente. C’è spazio per droga, sesso di gruppo, dolcezza filiare. C’è un viaggio in Azerbaigian, c’è un’assistente molto bella che in un momento sembra poterlo riscattare, ma è solo un’illusione. C’è un impietosa descrizione di Podgorica che fa da contraltare alla sfarzosa Baku, luccicante e piena di contraddizioni. E c’è una delle migliori descrizioni di una partita di calcetto che potrete leggere in un libro. La lettura scorre via veloce, una pagina dopo l’altra, verso un finale inatteso.
Un aspetto molto interessante per chi si accosta al romanzo di Stefan Bošković è che non si troverà di fronte i topoi che solitamente si incontrano imbattendoci nella letteratura proveniente dallo spazio post-jugoslavo. Stavolta non c’è da fare i conti con la dissoluzione di un paese e le sue molteplici identità. E neanche la guerra è al centro della narrazione. Questo è probabilmente una peculiarità legata alla provenienza dell’autore: il paese di Podgorica è rimasto sempre al centro delle vicende belliche degli anni Novanta e Duemila, ma leggermente defilato rispetto ai protagonisti principali.
Il Ministro è edito da Bottega Errante, casa editrice friulana sempre attenta alla scena letteraria della jugosfera sia “classica” che contemporanea e si è aggiudicato il Premio dell’Unione Europea per la Letteratura 2020 e il Premio dell’Iniziativa Centroeuropea Giovani Scrittori 2021. La traduttrice è Elvira Mujčić, alla quale si devono anche le versioni italiane di alcune opere di Slavenka Drakulić, Vladimir Tasić, Faruk Šehić, Semezdin Mehmedinović e Robert Perišić. Mujčić è anche scrittrice e in questi giorni è uscito il suo ultimo romanzo La buona condotta per i tipi di Crocetti Editore.
Il Ministro, Stefan Bošković, traduzione di Elvira Mujčić, Bottega Errante Editore, 2023
Autore dei libri “Questo è il mio posto” e “Curva Est” - di cui anima l’omonima pagina Facebook - (Urbone Publishing), "Predrag difende Sarajevo" (Garrincha edizioni) e "Balkan Football Club" (Bottega Errante Edizioni), e dei podcast “Lokomotiv” e “Conference Call”. Fra le sue collaborazioni passate e presenti SportPeople, L’Ultimo Uomo, QuattroTreTre e Linea Mediana. Da settembre 2019 a dicembre 2021 ha coordinato la redazione sportiva di East Journal.