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Sin dal primissimo giorno dell’invasione russa dell’Ucraina su larga scala, il paese ha reagito all’unisono plasmando una resistenza che è andata ben oltre la classica difesa armata dei confini nazionali e abbracciando le più disparate sfere civili e sociali – dalla letteratura alla musica, dalle ferrovie alle associazioni per la salvaguardia degli animali. Questa diversità di solidarietà e resistenza si percepisce, però, in maniera leggermente distorta perché si tende a incanalarla in un unico uomo, che pur rappresenta il paese: il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj.
Sulla resistenza ucraina, ascolta anche questo breve podcast!
Al contrario dei famosi oligarchi che da un anno a questa parte sembrano svaniti nel nulla (se non per il brevissimo ‘ritorno’ dell’indagato Ihor Kolomojs’kyj), il mondo dello spettacolo si è letteralmente fuso con quello politico e non solo perché Zelens’kyj è un ex attore e comico diventato presidente nel 2019, ora ‘eroe’ di questa resistenza di massa, ma perché i social e i media assolvono perfettamente la loro funzione nel trovare soluzioni rapide per un fine comune. Un’altra figura di quel mondo, poco nota fuori dai confini nazionali, spicca tra i volontari più seguiti in patria dallo scorso marzo: Serhij Prytula, personaggio pubblico con oltre 640mila follower su Twitter e una fondazione di beneficenza che gestisce personalmente, è l’uomo del momento, pronto a competere – o forse offuscare – le gesta eroiche di Volodymyr Zelens’kyj. Ma chi è Serhij Prytula e perché assomiglia al presidente?
Dal mondo dello spettacolo alla politica: la storia si ripete?
Seppur praticamente sconosciuto al di fuori dell’Ucraina, l’ex presentatore e comico Serhij Prytula (classe 1981) è oggi uno degli uomini più popolari e uno dei volontari più attivi del paese. Originario della regione occidentale di Ternopil’, Prytula è sempre stato impegnato a livello civile fin dai tempi dell’università, ma ha rivolto la sua carriera al mondo dello spettacolo facendosi conoscere negli anni Duemila come uno dei comici più versatili dell’Ucraina attraverso lo show Comedy Club UA e raggiungendo poi il successo con la conduzione nel 2008 del programma televisivo mattutino Pidyom (Sveglia) su Novyj Kanal (Nuovo Canale), emittente televisiva di intrattenimento che fa parte del gruppo Starlight Media di proprietà dell’oligarca ucraino Viktor Pinčuk.
La sua attività politica nasce e si consolida solamente più tardi, nel 2019, quando Serhij diventa membro del partito Holos (fondato dal frontman della band Okean Elzy, Svjatoslav Vakarčuk) con il quale si candida alla carica di sindaco di Kyiv alle amministrative del 2020. Alle elezioni ottiene meno dell’8% dei voti assicurandosi il terzo posto ma perdendo le elezioni a favore del sindaco ancora in carica Vitalij Klyčko, campione di pesi massimi rieletto al primo turno con il 50,52% dei voti, anch’egli eroe della resistenza nella capitale.
Il 7 giugno 2021 Prytula annuncia improvvisamente le sue dimissioni dal partito Holoscon l’intenzione di fondarne un altro con l’anno nuovo: “Sottolineo che non sto lasciando la politica. Lascio il partito che, anche a causa delle azioni della nuova leadership, si è parecchio allontanato dai nostri principi originari tanto da poter affermare il punto di non ritorno”, scrive sulla sua pagina Facebook. Ma, come ben sappiamo, il 2022 non inizia nel migliore dei modi e cambia repentinamente i piani di tutti, compresi quelli di Prytula: nel marzo 2022, in seguito all’aggressione russa del 24 febbraio, anziché proseguire la sua carriera politica con il neo-partito omonimo appena registrato, l’ex personaggio dello spettacolo lancia il Blahodijnyj fond Serhija Prytuly, una fondazione di beneficenza – nata in realtà nel 2020 in risposta alla pandemia di Covid-19 – che lancia raccolte fondi su larga scala e spiega, tra le altre cose, come funziona il costo di una tazza di caffè convertita in aiuti per l’esercito ucraino.
Solo un anno fa, Prytula stava progettando di sfidare il presidente ucraino e, perché no, rubargli la scena (e la poltrona!). Gli rimproverava di non aver avuto abbastanza carisma per spingere l’Ucraina a entrare nell’Unione Europea e nella Nato e di tergiversare nei rapporti con la Russia, soprattutto in termini di conflitto. Ma oggi Prytula, come milioni di ucraini, ha messo in pausa le differenze politiche con Zelens’kyj, la sua carriera nel mondo dello spettacolo, la sua vita politica e – purtroppo – anche molte amicizie con i colleghi russi. “Quella era un’altra vita. Oggi non ho domande per il mio presidente perché è il nostro comandante e noi siamo soldati; e ne sono davvero orgoglioso. Di tutto il resto possiamo discutere dopo la guerra, ma oggi dobbiamo lavorare insieme”, afferma a poche settimane dall’invasione.
La guerra ha cambiato radicalmente il panorama politico ucraino e creato una nuova élite politica, molto più variegata ma anche meno unita di quanto ci possa sembrare dall’esterno, più incline a sconvolgere l’equilibrio interno. Prytula stesso se n’è reso conto: “Sono nate nuove stelle, che prima non erano coinvolte nella politica”, spiega citando il lavoro di Oleksij Arestovyč (consigliere presidenziale fino alle dimissioni dello scorso 17 gennaio) e di Vitaliy Kim, governatore della regione di Mykolaiv, diventato popolare per il suo senso dell’umorismo durante le ore più buie del paese: “Non so se abbia ambizioni di entrare in politica, ma se lo farà il pubblico lo sosterrà, ve lo assicuro”.
La fondazione, i droni e la lotta per un’Ucraina libera
Serhij sta conducendo da mesi e mesi una campagna completamente diversa da quella politica, rifornendo l’esercito ucraino e i volontari di materiali indispensabili, nonché distribuendo aiuti umanitari ai civili, affinché possano combattere e difendersi contro gli invasori russi.
Il centro principale di rifornimento della fondazione di Prytula, situato nella capitale, è stato creato al volo il giorno in cui le prime truppe russe sono entrate in Ucraina, il 24 febbraio 2022, e si compone principalmente di un nucleo di attivisti che lavorano con l’ex comico da diversi anni, sebbene decine di altre persone si siano poi aggiunte per sostenere la causa: a Kyiv ci lavorano circa ottanta persone, altre quindici almeno sono nel centro logistico della città di Dnipro, mentre una dozzina e mezzo si trovano nel quartier generale umanitario di Mykolaiv; ci sono poi squadre di volontari a Černihiv, Charkiv, Kryvyj Rih e Čerkasy. A Užhorod e nelle cittadine di frontiera della Volinia e della regione di Leopoli ci sono più di una ventina di persone che si occupano di preparare e guidare auto dall’Europa all’Ucraina, senza contare i volontari occasionali. Prytula afferma che il sistema della fondazione coinvolge all’incirca duecento persone tra il team centrale e i volontari in alcune aree.
Sebbene diventare un volontario a tempo pieno non fosse esattamente nella sua lista delle cose da fare, grazie al lavoro della sua fondazione Prytula è riuscito ad accrescere la sua popolarità in un batter d’occhio, rendendosi utile al paese. E i numeri lo dimostrano: oltre 640mila follower su Twitter e ben 1,4 milione su Facebook; per non parlare poi di un sondaggio risalente a fine marzo 2022 che collocherebbe il suo partito omonimo al terzo posto se si fossero tenute le elezioni parlamentari il primo weekend di aprile. La fondazione, invece, si colloca fra quelle più conosciute specializzate nell’aiuto all’esercito, dopo Povernys’ žyvym (nota all’estero come Come Back Alive). L’efficacia dell’assistenza delle fondazioni specializzate nell’aiuto all’esercito, come dimostra questo sondaggio dello scorso giugno, è valutata più alta di quella delle fondazioni umanitarie, probabilmente perché la maggior parte degli ucraini considera prioritario sostenere chi combatte al fronte.
L’attività della fondazione di Prytula è, quindi, ben più politica di quanto si possa immaginare: si concentra sulla fornitura alle forze armate ucraine di veicoli, droni da combattimento, termografi, sistemi e attrezzature di comunicazione e di medicina tattica (vitale in prima linea), anche se a latere distribuisce prodotti umanitari e beni indispensabili ai civili, soprattutto nei territori liberati. “La nostra fondazione aiuta l’esercito. Contribuiamo a migliorare la capacità di difesa del paese e a rafforzare la forza delle singole unità. E un esercito forte permette di influenzare molte altre cose […]. Non c’è bisogno di ascoltare i discorsi sull’Europa stanca della guerra in Ucraina. L’Europa è molto brava ad analizzare e riflettere su ciò che accade qui”, dichiara Prytula in un’intervista di dicembre alla rivista The Ukrainians.
Ma come, in concreto, Prytula aiuta l’esercito ucraino? Gli aiuti principali provengono dalle raccolte fondi giornaliere con le quali la fondazione acquista materiali, investe in sistemi di comunicazioni, ripara strumenti e attrezzature tecniche. Decine di campagne diverse vengono lanciate giorno dopo giorno e milioni di ucraini contribuiscono per la vittoria, anche al costo di una tazza di caffè: ogni piccolo contributo conta. Lo slogan è “Invincibile se uniti” (Neperemožni, koly ob’jednani).
Tra i primi progetti importanti avviati c’è stato quello del Narodnyj Bayraktar per l’acquisto di tre droni Bayraktar TB2 per l’esercito dell’Ucraina lanciato il 22 giugno 2022, giorno del compleanno di Serhij Prytula. L’obiettivo era quello di raccogliere 500 milioni di grivnia entro sette giorni. Tuttavia, il 24 giugno è stato reso noto che la somma totale raccolta era di 600 milioni e che per questa cifra ne sarebbero stati acquistati quattro. Dopo che il produttore ha deciso di fornire tre droni gratuitamente, il denaro raccolto è stato devoluto all’acquisto di un satellite ICEYE con tanto di abbonamento annuale per ricevere le immagini della costellazione di satelliti dell’azienda finlandese.
“Vogliamo che gli ucraini tornino a casa e che le famiglie si riuniscano”, racconta Prytula parlando del progetto NEST (dall’inglese “nido”) che prevede la fabbricazione di case modulari dal valore di 5mila dollari l’una che possono essere costruite in pochi giorni, equipaggiate di allacciamenti, mobili ed elettrodomestici. “Più case riusciremo a costruire nei territori liberati, più persone potranno rimanere a casa propria in condizioni normali e non diventare sfollati interni”, aggiunge Serhij.
Quando l’umorismo contagia la resistenza
L’umorismo autenticamente ucraino è poetico
Serhij Prytula ha voltato le spalle alla sua carriera come comico definitivamente nel 2020 ma, pur non calcando più quelle scene, non ha smesso di essere un umorista. Proprio poco prima dell’invasione ha assistito a uno spettacolo comico (una serata di stand-up) e si è meravigliato per l’alta qualità della comicità nel suo paese e nella sua lingua madre, l’ucraino. Un umorismo che si è assolutamente evoluto ed enfatizzato nell’ultimo anno di guerra, diventando uno strumento di scherno e di difesa incredibile. Prytula ammette che sono sorte nuove battute sui russi (anche a forma di meme, come ben sappiamo) ma non ritiene affatto l’umorismo ucraino un umorismo sciovinista: “L’umorismo ucraino ha diverse caratteristiche che lo distinguono dall’umorismo di altri paesi, soprattutto se si tratta di quello russo. L’umorismo russo ha sempre un sapore sciovinista, tipico degli imperi […]. L’umorismo ucraino è gentile, nonostante possa essere molto tagliente, sarcastico, persino devastante. La sua delicatezza sta nella rima. L’umorismo autenticamente ucraino è poetico”, sottolinea l’ex comico.
Ma diventa indubbiamente politico perché “non c’è sport, spettacolo, religione al di fuori della politica”. Tutto è politica, anche la lingua, e quella ucraina ne sa qualcosa. Il mondo dello spettacolo è doppiamente influenzato dalla questione linguistica che penetra nelle persone passivamente e quasi inavvertitamente, attraverso una canzone, una battuta, un film, un cartone animato. Ed è proprio un cartone animato a far ricadere Prytula nel mondo dello spettacolo, anche se rivela che è l’ultimo lavoro in assoluto: Serhij presta la voce a sua voce a Frollo, stilista e scagnozzo di Kylyna, la rivale di Mavka protagonista dell’omonimo film d’animazione basato su una delle opere più famose della poetessa Lesja Ukrajinka in uscita il prossimo 2 marzo.
In un certo senso è come se Serhij volesse rendere giustizia al doppiaggio ucraino, che tuttavia non ha mai ricevuto i riconoscimenti statali come avrebbe dovuto e che, secondo la sua opinione, ha fatto molto di più per l’ucrainizzazione dell’Ucraina rispetto a quanto ne abbia fatto, per esempio, il gruppo Okean Elzy. Un valore che dovrebbe essere attribuito anche all’umorismo in lingua ucraina, di cui lo stesso Prytula è stato in parte fautore, portando i suoi spettacoli oltre il fiume Dnipro dove la lingua preponderante per gli spettacoli è sempre stata il russo. Ma l’immagine dell’Ucraina sta cambiando, sia all’esterno che al suo interno.
Il 25 febbraio, l’ex comico ha girato un video in lingua russa in cui si rivolge, con una certa rabbia, a personaggi pubblici e star del mondo dello spettacolo russi, con i quali aveva precedentemente lavorato a progetti ucraini:
Mi avete detto quanto amate l’Ucraina, quanto amate gli ucraini, quanto amate la lingua ucraina. E tutti voi guadagnavate bene qui. Ora si scopre che il vostro paese sta uccidendo i nostri cittadini. È arrivato il momento di tirare fuori la lingua dal culo e iniziare a fare qualcosa. Perché se vi limitate a scrivere su Instagram e Facebook quanto vi vergognate e vi sentite feriti, non cambierà nulla. Tenete per voi la vostra vergogna e il vostro dolore. Abbiamo bisogno della vostra azione ora, perché l’inazione equivale a complicità. E se non fate nulla, non avrete solo il sangue degli ucraini sulle vostre mani, ma anche il sangue dei vostri ragazzi russi che stiamo uccidendo in Ucraina. Bloccate le unità militari, scendete in strada, fate uscire i vostri sostenitori, le persone che vi ammirano! Voi siete le stelle e i leader dell’opinione pubblica!
Traduttrice e redattrice, la sua passione per l’est è nata ad Astrachan’, alle foci del Volga, grazie all’anno di scambio con Intercultura. Gli studi di slavistica all’Università di Udine e di Tartu l’hanno poi spinta ad approfondire le realtà oltrecortina, in particolare quella russa e quella ucraina. Vive a Kyiv dal 2017, collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso, MicroMega e Valigia Blu. Nel 2022 ha tradotto dall’ucraino il reportage “Mosaico Ucraino” di Olesja Jaremčuk, edito da Bottega Errante.