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So di essere il solista nel coro del Signore. Non mi vergogno a dirlo. […] Il Signore mi ha fatto zingaro*, gay e grasso, non mi ha dato soltanto una qualche tremenda malattia. Orrori e bruttezze? Da lui li ho ricevuti tutti. Insieme a questo dono come una sorta di ricompensa. (Vasil Trojanov Bojanov, in arte Azis)
Estate inoltrata. Siete su un autobus nel bel mezzo della Bulgaria diretti a Plovdiv, o verso il mare, o da qualche altra parte nel paese. L’atmosfera è sonnolenta, il sole sferza i vetri sporchi con violenza, fa caldo. L’aria è consumata. Il paesaggio fuori è abbastanza ripetitivo e spoglio, qualche tabellone pubblicitario e rare stazioni di servizio. Non vedete l’ora di arrivare a destinazione e scendere. Vicino allo specchietto retrovisore ballonzola immancabile una miniatura del tricolore nazionale, non lontano da un paio di icone sgualcite. Sopra, le cifre rosse dell’orologio digitale segnano un orario implausibile, forse è il fuso di Vladivostok, oppure Manaus. I numeri lampeggiano incalzanti, a ritmo con la musica: un ritmo convulso, molesto, che cozza con il torpore generale. Un miscuglio indefinibile di suoni sintetici e melodie balcaniche, turche, arabeggianti, gitane – state ascoltando la čalga, il pop-folk bulgaro. E se non questo, il prossimo pezzo che sarà sicuramente di Azis, il re indiscusso di questo genere.
Di etnia rom, apertamente omosessuale, dallo stile incredibilmente eccentrico e testi molto spesso espliciti, Azis è un chiaro esempio del concetto di intersezionalità tanto caro a sociologi e antropologi, il quale ha però saputo fare della discriminazione il proprio punto di forza. Paragonato per carisma, stile e controversie alla statunitense Madonna, la sua ascesa in patria è un inarrestabile mix di talento e scaltre trovate promozionali, che lo portano a sconfinare in tutta la penisola balcanica arrivando fino in Russia e Turchia. Un’impresa particolarmente degna di nota, considerati i molti pregiudizi circa le minoranze rom e LGBT+ che ancora oggi affliggono in particolar modo la Bulgaria e l’intera area circostante.
La nascita di Azis
Vasil Trojanov Bojanov nasce a Sliven, nella Bulgaria centro-orientale, il 7 marzo 1978. Secondo quanto raccontato da lui stesso, viene partorito nel carcere della città, ma la madre ha sempre confutato questa versione. Trascorre l’infanzia a Kostinbrod, un piccolo centro abitato non lontano da Sofia, e per qualche anno si trasferisce con la famiglia in Germania. Da giovane Vasil coltiva il sogno di diventare modello e lavora come operaio in una delle più grandi aziende tessili della Bulgaria. Nella sua autobiografia Az, Azis (“Io, Azis”), pubblicata nel 2006, racconta di aver da sempre desiderato di essere una femmina e di aver partecipato a moltissimi concorsi di bellezza. La difficoltà a inserirsi nel settore della moda però lo porta ad abbandonare l’ambizione di calcare le passerelle ma non il sogno di diventare famoso.
È il padre Trojan a scoprire per primo il talento canoro del figlio, decidendo di farlo suonare nella sua band. Mentre lavora come barista in un locale non passano inosservati ai proprietari i vocalizzi del ragazzo durante i momenti di pausa. Nel 1996 Vasil prova a passare le selezioni per un noto programma televisivo dedicato al lancio di giovani talenti con la cover di Killing me softly dei Fugees, ma i giudici lo degnano di poca attenzione perché rom. La svolta arriva nel 1999, anno in cui Vasil firma il suo primo contratto con una casa di produzione discografica: nasce ufficialmente Azis, pseudonimo che il cantante sceglie prendendolo in prestito dal nome del protagonista di un film turco. Con la traccia che dà il titolo al suo album di debutto Bolka (“Dolore”) tradotta in lingua romaní, vince il titolo di cantante dell’anno al Festival della canzone rom di Stara Zagora. Nessuno ancora sospetta il cambio radicale di immagine che tra scandali e polemiche lo consacrerà al grande pubblico.
Primi videoclip, prime provocazioni
Nel febbraio del 2000 esce il primo videoclip che lo vede protagonista, come anticipazione al lancio di Măžete săšto plačat (“Anche gli uomini piangono”), il suo secondo album. La canzone s’intitola Erotik (“Erotomane”) e la clip è interamente girata a letto, in compagnia di una donna, entrambi seminudi: la provocazione è servita. Il disco guadagna in fretta una certa popolarità, il nome del cantante va già a braccetto con l’aggettivo “scandaloso”, ma la sua carriera e metamorfosi esteriore sono solo agli inizi.
Сам в леглото бяло
Търся твойто тяло
До мене е горяло
Жаден ще те крия
Вика те сърцето:
“Огън си в ръцете”.
Solo nel letto bianco
Il tuo corpo cerco
Accanto a me è bruciato
Assetato ti nasconderò
Il cuore dice a te:
“Sei fuoco nelle mani per me!”
L’anno seguente Azis continua a far parlare di sé con il videoclip del brano Hvani me, de (“Acchiappami, su”), tratto dal suo terzo album Sălzi (“Lacrime”). Trucco pesante, sopracciglia disegnate, capelli completamente ossigenati, orecchini vistosi, pose lascive e testo esplicito: la trasformazione è evidente, e iniziano le speculazioni sul suo orientamento sessuale. Nelle clip successive i suoi atteggiamenti camaleontici continuano a confondere e istigare il pubblico bulgaro. Sempre nel 2001 viene invitato a tenere un concerto a Milano, dove viene presentato come “la Madonna dei Balcani”.
Хвани ме полека
Събличай ме
Хвърли всяка дреха
Хвани ме де!
Хвани ме полека
Събличай ме
Хвърляй всяка дреха
И лекичка-полека ме докосвай ти,
Докосвай ме и знай ще започнем да летим
Acchiappami piano
Spogliami
Getta ogni vestito
Acchiappami su!
Acchiappami piano
Spogliami
Getta ogni vestito
E pian pianino toccami tu
Toccami e scoprirai che inizieremo a volare lassù
La controversa consacrazione
Nel 2002 in Bulgaria volenti o nolenti ormai tutti sanno chi è Azis. Il cantante ha raggiunto il suo obiettivo spaccando l’opinione pubblica in due: da un lato il suo atteggiamento provocatorio e controverso aspetto estetico, dall’altro le sue indiscusse ed eccezionali abilità canore. Nel 2004 suscita di nuovo scandalo con un manifesto pubblicitario in occasione dell’uscita della sua nuova canzone Kak boli (“Come fa male”), affisso in centro a Sofia, in cui è senza pantaloni. Le proteste di figure pubbliche e personaggi dello spettacolo portano l’allora segretario generale del ministero degli Interni Boyko Borisov a ordinarne la rimozione. Azis risponde che togliere il cartellone “può tirare un gran brutto scherzo alla Bulgaria… una delle clausole dell’Unione europea recita che se c’è discriminazione nei confronti dell’omosessualità, della provenienza, eccetera, non entreremo nell’Unione europea”.
Nel frattempo fioccano le collaborazioni con altre personalità nazionali del panorama čalga, da cui nasce un intero album. Nel 2006 partecipa al festival Eurovision come vocalist del brano scelto per rappresentare la Bulgaria, Let me cry di Mariana Popova, che però non supera le qualificazioni per le finali. Nello stesso anno pubblica la sua autobiografia, in cui non mancano scabrosi dettagli intimi, e un nuovo evento che coinvolge Azis catalizza l’attenzione della società bulgara: il matrimonio ufficioso (perché illegale) con il suo fidanzato dell’epoca, Niki Kitaetsa, “il Cinese”. È la prima cerimonia di questo tipo nel paese. In seguito il cantante prende parte ad alcuni popolari reality show e nel 2007 conduce il suo primo programma televisivo, un talk show in fascia serale. Nello stesso anno annuncia di aver avuto una figlia, Raja, concepita con la propria domestica, destando nuove polemiche.
L’anno successivo l’artista dissemina in giro per Sofia un altro manifesto provocatorio in cui bacia suo “marito” Niki a torso nudo. Ancora una volta le forze politiche e mediatiche bulgare si attivano immediatamente per toglierlo, poiché ritenuto non “di buon esempio per gli adolescenti”, “inadatto ai bambini”, e “una visione indecente”. La direttrice di Gemini, prima ONG per la difesa dei diritti LGBT+ in Bulgaria, risponde con una lettera aperta ai media:
Davvero la società ritiene un manifesto con due uomini seminudi, fotografati uno accanto all’altro, qualcosa di immorale? Sì! La stessa società che erige a culto le formose cantanti folk scollacciate […]. Come avrebbero accolto il manifesto se al posto di Kitaetsa fosse stata fotografata una qualche star siliconata? Allora i moralisti si sarebbero lamentati con il comune, avrebbero scritto lettere di protesta, ci sarebbe stato qualcuno ad accorgersi che la gioventù veniva corrotta?
La carriera di Azis prosegue inarrestabile, continuano i duetti e i titoli provocatori dei brani come Nakaraj me (“Costringimi”), Udrjaj me (“Colpiscimi”), Da go pravim trimata (“Facciamolo tutti e tre”) e l’artista diventa celebre anche all’estero. Nel febbraio del 2011 esce la canzone che anticipa il suo nuovo album Gadna poroda (“Razza schifosa”), dal titolo Mraziš (“Odi”), che diventa molto popolare anche in Russia; Azis viene infatti schernito pubblicamente nel programma Comedy Club trasmessa dal canale russo TNT, suscitando però un incredibile interesse nel paese nei confronti dell’artista. Il cantante riceve inviti da programmi televisivi russi, e il video del brano (pieno zeppo di commenti in lingua russa) supera i 20milioni di visualizzazioni.
Мразиш, по пътя всичко газиш
Дали ще я опазиш душата си от тази суета
Мамиш, със славата се храниш
Дали ще я опазиш душата си от тази суета
Odi, calpesti tutto ciò che incontri
Chissà se terrai al sicuro la tua anima da questa vanità
Inganni, di gloria ti nutri
Chissà se terrai al sicuro la tua anima da questa vanità
Il videoclip seguente, del brano Hop, è sagacemente ambientato in una sorta di banja russa e contiene non pochi riferimenti espliciti. Il simbolo della falce e martello appare svariate volte, insieme alla scritta in cirillico Rossija (“Russia” in russo). Evidenti sono inoltre i rimandi alla celebre clip del brano Umbrella della collega d’oltreoceano Rihanna. Anche in questo caso non mancano i commenti degli utenti russi; milioni le visualizzazioni.
Мило, обичаш ли ме още?
Бейби, събличаш ли ме нощем?
Карай бавно няма да бързаш.
Как ще стане много мърдаш!
Хоп, и влиза малко по малко
Хоп, движи се бавно и бавно
Хоп, и вкарай го точно сега
Ритъма на любовта!
Caro, mi ami ancora?
Baby, mi spogli di sera?
Non devi correre, vai piano
Se ti muovi così non ci riusciamo!
Hop, entra a poco a poco
Hop, muoviti pian piano
Hop, mettilo proprio ora
È il ritmo dell’amore!
L’ultimo pezzo pubblicato nel 2011 è Sen Trope (“Saint Tropez”). Nella clip ormai diventata leggendaria Azis indossa vertiginosi tacchi a spillo e sfoggia una forma fisica invidiabile, mostrandosi all’apice della sua metamorfosi artistica. L’impostazione sonora della canzone è travolgente nella sua assoluta semplicità di testo e musica, al limite della banalità eppure estremamente efficace. Diventa all’istante un tormentone intramontabile che investe non solo la Bulgaria, ma anche la Grecia, la Romania e la Serbia. A oggi è la canzone bulgara più riprodotta di sempre su YouTube, con quasi 140milioni di visualizzazioni.
Всички са на Сен Тропе – други на Малдивите
в Дубай пък третите! Ах, ле-ле-ле...
Всички са на Сен Тропе – други на Малдивите,
в Дубай пък третите! Ах, ле-ле-ле...
Sono tutti a Saint Tropez – alcuni alle Maldive
A Dubai altri tre! Ah, le-le-le...
Sono tutti a Saint Tropez – alcuni alle Maldive
A Dubai altri tre! Ah, le-le-le...
La nuova metamorfosi di Azis
Alla fine del 2015 Azis pubblica il suo nuovo progetto, Habibi, che ottiene sedici vittorie nella classifica nazionale Bulgaria Top 50 e nel 2016 viene inclusa nella playlist 25 Songs That Tell Us Where Music Is Going del New York Times, al 25esimo posto. Il fatto più eccezionale legato a questa canzone però è il cambio totale di look del cantante, che abbandona definitivamente parrucche, trucchi e atteggiamenti lascivi per mostrarsi così com’è. Azis afferma di voler essere conosciuto e ricordato dalla gente per il suo talento e la sua produzione musicale, non per il suo aspetto estetico; ed effettivamente sempre più bulgari iniziano a cambiare la propria opinione a riguardo, compresi i non amanti della čalga. Habibi riscuote un enorme successo nazionale e internazionale sfondando i 110milioni di visualizzazioni su YouTube. In un’intervista del 2017 l’artista dichiara:
Finora non sono mai stato tranquillo. Sai, cerchi un’altra immagine: sarò forse una donna, un uomo, Azis… Cercavo un modo di piacere agli altri. E un giorno mi sono detto: “Basta! Fine!”. Ho buttato via tutti i trucchi, li ho rovesciati nel lavandino, con fare cerimonioso. Avevo circa 60 paia di ciglia finte, le ho bagnate e gettate. Mi sono detto: “Basta così, ormai sei una vecchia ciabatta!”. Dopo il video della canzone Sen Trope, dove mostro un corpo super e gambe super da un’angolatura che Rihanna e Beyoncé non si possono permettere, perché apparirebbero grasse, e che ha oltre 40 milioni di visualizzazioni, ho iniziato a sentirmi male ogni volta che lo guardavo.
Хабиби, спиш ли добре? Завиват ли те?
Храниш ли се? Защото аз не!
По дяволите, обичам тебе!
Умира ми се!
Хабиби, псуваш ли ме? Влачиш ли се
пиян през нощта – защото аз да!
За лудница съм, на дъното съм!
За никъде съм!
Малко кученце ти подарих –
Но видях го днес изхвърлено...
Като мене – същото!
Само по улиците скита се –
гладно, болно, мърляво...
Ти го гониш, то обича те...
Като мене – същото!
Habibi, dormi bene te? Ti rimboccano le coperte?
Mangi tu? Perché io non riesco più!
Maledizione, amo te!
Mi sento morire!
Habibi, mi insulti mai? La notte ubriaco ti cacci nei guai? Perché io sì, sai!
Da manicomio sono io, ho toccato il fondo, io!
Un buono a niente son io!
Ti avevo regalato un cagnolino –
Ma l'ho visto oggi vicino a un cestino...
Come me – uguale!
Da solo vaga per le strade –
Affamato, malato, sudicio...
Tu lo cacci via, ma lui ama te...
Come me – uguale!
Azis prosegue la sua carriera collezionando duetti di successo con interpreti bulgari e internazionali. Insieme alla serba Jelena Karleuša incide nel 2017 O.S.T.A.V.LJ.A.M.T.E (“Ti lascio”), e nel 2022 collabora con la croata Severina in Fališ mi (“Mi manchi”). Entrambi i brani segnano nuovi trionfi nella carriera dell’artista bulgaro, che in tutt’e due canta in un (ottimo) serbocroato.
Per tutta la vita mi sono scontrato con i pregiudizi. Anche oggigiorno. Nonostante la gente abbia sentito come canto bene, nonostante le pubblicazioni sul New York Times […], nonostante mi abbiano imitato in molti paesi in diretta nazionale. Nonostante questo la gente ancora non crede che uno zingaro* debba rappresentarli nel mondo, che debba essere qualcuno in questo paese. Ecco, leggiamo i post degli intellettuali che ti scrivono: “Guardate questo ragazzo, questo zingaro* che video ganzo che ha fatto, contro l’odio” e vedi cosa succede nei commenti. Commenti pieni d’odio, nonostante sia proprio contro l’odio quel video. Non è strano?
*in bulgaro il termine “tsiganin” ha una connotazione a volte dispregiativa ma non viene considerato discriminatorio, ed è utilizzato più della parola “rom”, che comunque esiste; per una maggiore coerenza con quanto dichiarato da Azis nelle citazioni riportate, che hanno anche carattere dispregiativo, si è scelto di tradurlo in italiano conil termine “zingaro” (NdR).
Traduttrice, interprete e scout letterario. S'interessa di letteratura, storia e cultura est-europea, in particolar modo bulgara. Ha vissuto e studiato in Russia (Arcangelo), Croazia (Zagabria) e soprattutto Bulgaria, dove ha conseguito la laurea in traduzione presso l'Università di Sofia “San Clemente di Ocrida”. Tra le collaborazioni passate e presenti East Journal, Est/ranei, le riviste bulgare Literaturen Vestnik e Toest, e l'Istituto Italiano di Cultura di Sofia. Nel 2023 è stata finalista del premio Peroto per la migliore traduzione dal bulgaro in lingua straniera e nel 2024 vincitrice del premio Polski Kot. Collabora con varie case editrici e viaggia a est con Kukushka tours.