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“Abcasia” di Wojciech Górecki, una recensione

Abcasia di Wojciech Gorecki è uscito recentemente in italiano per Keller Editore nella traduzione di Marco Vanchetti. Cogliamo l’occasione per proporvene una recensione.

L’Abcasia è una piccolo territorio dimenticato sulle coste del Mar Nero. Quando entra nelle cronache internazionali lo fa quasi soprattutto in due modi. C’è chi la racconta come una bizzarria geografica, uno stato che pur avendo istituzioni, un inno e una bandiera, è riconosciuto come tale solo da cinque paesi membri dell’Onu: Nauru, Nicaragua, Russia, Siria e Venezuela. E c’è chi descrive la regione esclusivamente in chiave geopolitica: come un territorio georgiano occupato che rientra nella “politica di potenza” della Russia del suo vicinato.

Questi racconti escludono un aspetto chiave: le circa 240mila persone per cui la zona è sinonimo di casa. Abcasia di Wojciech Gorecki va proprio in questa direzione. Nella sua collezione decennale di reportage si parla certamente della “grande” storia: il collasso dell’Unione Sovietica, le guerre intestine alla Georgia e la Russia che sfrutta i conflitti per mantenere la sua influenza nel Caucaso meridionale. Tuttavia, ciò che emerge nell’opera del giornalista polacco è soprattutto il lato umano della questione.

La guerra in Abcasia (1992-1993), che fa da sfondo alla prima visita di Gorecki nell’area è stata combattuta da esseri umani con diverse motivazioni. Ci sono i patrioti abcasi e quelli georgiani e c’è chi combatte per denaro. Ci sono anche personaggi enigmatici, come un uomo polacco che si è unito ai separatisti abcasi perdendo la vita. Ci sono i leader, i futuri presidenti e la gente comune. A tutto questo fa da sfondo una regione meravigliosa, ma devastata e spopolata dal conflitto.

Un’inguaribile malattia caucasica: ogni popolo deve essere il più vecchio, il più valoroso, il più ospitale. E il più vessato. Cento popoli eletti che vivono in un centinaio di chilometri quadrati, Chi non è d’accordo è un nemico. Chi avanza dei dubbi, un corrotto. E chi fa domande troppo specifiche non ha cuore.

(p. 42)

Abcasia e Ossezia del Sud
L’edificio del parlamento a Sukhumi, capitale de facto dell’Abcasia, semidistrutto durante la guerra negli anni Novanta (Meridiano 13/Aleksej Tilman)
Sul sito di Meridiano 13 trovate articoli sulla lingua abcasa, la storia dell’Abcasia nonché sulle recenti elezioni nel territorio internazionalmente riconosciuto come parte della Georgia.

Grazie alle sue visite nel corso degli anni Novanta e del primo decennio dei Duemila, Gorecki ha imparato a conoscere la storia e le tradizioni abcase e racconta queste scoperte nel libro man mano che le sue esplorazioni procedono. Il giornalista è stato testimone della lenta e faticosa costruzione delle istituzioni dello stato e ha conosciuto i protagonisti di questo processo. Ha anche avuto modo di osservare come il dialogo che avrebbe dovuto portare a un accordo tra Abcasia e Georgia è lentamente collassato fino a una nuova guerra nel 2008.

Leggendo Abcasia di Gorecki vengono alla mente due suoi colleghi che visitarono il Caucaso nello stesso periodo: il suo conterraneo (e tra i suoi maestri) Ryszard Kapuściński in Imperium (Feltrinelli, 1993) e Tiziano Terzani nel suo Buonanotte Signor Lenin (Longanesi, 1992). Tuttavia, se per Terzani e Kapuściński il Caucaso era una regione di passaggio nei loro viaggi volti a comprendere e raccontare le dinamiche della caduta dell’Unione Sovietica, per Gorecki la regione è un luogo di arrivo da esplorare e studiare a fondo.

Nel libro emerge il profondo amore del giornalista polacco per il Caucaso, con le sue complessità e contraddizioni. Si tratta di un’area che Gorecki ha iniziato a frequentare in giovanissima età e dove è cresciuto umanamente e professionalmente viaggiando in lungo e in largo. Abcasia completa, infatti, il trittico dei suoi libri sulla regione preceduto da Pianeta Caucaso (ristampato recentemente sempre da Keller Editore nella traduzione di Vera Verdiani) e Un brindisi ai progenitori

Il Caucaso attrae perché in uno spazio limitato racchiude di tutto. Decine di popoli, lingue culture e culti: oltre al giudaismo e al cristianesimo in diverse varianti, l’Islam sunnita e sciita, e il buddismo praticato dai calmucchi. Si può esplorare questo microcosmo per anni…non basterà una vita per conoscerlo fino in fondo.

(p. 81)

Abcasia è una testimonianza di enorme importanza su una regione del mondo poco conosciuta in uno dei suoi periodi storici più complessi. Il lavoro di Gorecki è anche un’ode al reportage: all’importanza per i giornalisti di visitare i luoghi raccontando, senza drammatizzazioni, le storie e le persone.

Sabato 15 marzo alle ore 17:30, Wojciech Górecki presenterà Pianeta Caucaso e Abcasia presso il Circolo dei lettori (via Bogino 9, Torino). L’incontro si svolgerà nell’ambito del festival Slavika (il programma completo del festival). Per maggiori informazioni sull’evento visitate questo link. 
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Aleksej Tilman
Aleksej Tilman

Nato a Milano, attualmente abita a Vienna, dopo aver vissuto ad Astana, Bruxelles e Tbilisi, lavorando per l’Osce e il Parlamento Europeo. Ha risieduto due anni nella capitale della Georgia, specializzandosi sulle dinamiche politiche e sociali dell’area caucasica all’Università Ivane Javakhishvili. Oltre che per Meridiano 13, scrive e ha scritto della regione per Valigia Blu, New Eastern Europe, East Journal e altre testate.