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“Non temiamo i posti sotterranei”: quattro concerti dei Laibach fuori dal comune

Un paio di mesi fa il presidente della Repubblica slovena, Nataša Pirc Musar, ha conferito ai Laibach la Medaglia al merito per l’attività pluriennale, la creatività e l’incoraggiamento a sperimentare con i diversi approcci alla musica sia in Slovenia sia nel panorama internazionale. Vorremmo aggiungere che i Laibach, più di qualsiasi altro artista contemporaneo, hanno saputo abbattere la distinzione tra l’arte alta e quella popolare, come testimoniano le loro esibizioni nei luoghi più disparati che comprendono le più curate e prestigiose sale da concerto mondiali come anche i centri sociali, i club autogestiti alternativi e i festival di cultura indipendente.

Se ti piacciono i Laibach, leggi anche La volontà radicale e libertaria dei Laibach alla volta di Alamut e ascolta Laibach – Una playlist

Per festeggiare questo importante riconoscimento attribuito a uno dei gruppi più seguiti, ma altresì più fraintesi e osteggiati della scena contemporanea, abbiamo pensato di fare un novero di alcuni degli spettacoli più inusuali e rappresentativi della longeva band, che attualmente sta riproponendo dal vivo nelle città europee il disco Opus Dei, originariamente pubblicato nel 1987, e così recensito dal critico musicale Stefano Morelli nella sua recente ristampa:

una di quelle opere transmusicali/concettuali che dimostra palesemente come l’arte popolare sia forma politica… Opus Dei inizia una fase d’analisi della cultura di massa occidentale, nelle sue ambivalenze e contraddizioni, passando proprio dalle icone del rock popolare.

Stefano Morelli
Quali sono, dunque, i concerti dei Laibach che ogni fan della band dovrebbe conoscere? Ecco la nostra selezione.

21 dicembre 1984: centro giovanile Malči Belič

21 dicembre 1984 è la data in cui i Laibach tennero un concerto non annunciato presso la sala del centro giovanile “Dom Malči Belič” di Lubiana, in memoria del loro cantante Tomaž Hostnik, che due anni prima si era tolto la vita impiccandosi sul caratteristico essiccatoio, tipico della Slovenia rurale. Durante la serata furono suonate canzoni quali Sodba Veka, Ti, ki izzivaš e Panorama. Si trattò di un periodo del tutto eccezionale: in quegli anni, infatti, il nome “Laibach” fu severamente proibito dalle autorità locali slovene. All’epoca con tali divieti non si poteva assolutamente scherzare.

Rivelando un’inventiva squisitamente postmoderna, i Laibach furono però abbastanza abili da promuovere la suddetta serata con dei semplici poster su cui appariva il simbolo della croce, che fungeva da logo della band. Sotto il simbolo della croce erano riportate solamente le iniziali del luogo dove si sarebbe svolto il concerto, la data fissata e l’ora d’inizio.

Fortunatamente, la performance venne registrata su nastro audio e oggi ne conserviamo la memoria grazie all’album dal vivo M.B. December 21, 1984, inciso dalla casa discografica The Grey Area.

20 e 21 novembre 1995: Sarajevo, durante la guerra in Bosnia

A causa della guerra e dell’assedio della loro città, i civili di Sarajevo hanno dovuto convivere con una situazione di terrore, disagio e traumi per anni. Eppure, nonostante tutto, alcuni di loro hanno chiesto di poter organizzare un concerto dell’ensemble slovena. In quella occasione, forse più che in qualsiasi altra circostanza, i Laibach hanno dimostrato che, in quanto a forza, la loro musica può concorrere con qualsiasi religione, convinzione ideologica o idea politica, e persino piegare per qualche ora la follia di una guerra ancora in corso.

Se vuoi approfondire la questione sull’assedio, leggi anche “C’è solo quello che succede. E come ci si sente”. Intervista a Damir Ovčina, autore di “Preghiera nell’assedio” oppure Raccontare l’assedio da Radio Sarajevo: intervista a Neven Andjelić

La band ha intrapreso il viaggio per Sarajevo da Spalato, attraverso strade allora difficilmente percorribili e un panorama a tratti estremamente desolante. In un’intervista uno dei leader dell’ensemble, Ivan Novak, ha rivelato:

c’erano delle vie dove non si poteva né camminare né correre a causa dei cecchini che erano appostati sulle finestre. Nella città mancava tutto. Non c’erano cibo né acqua potabile. Non c’era l’elettricità. C’è stato bisogno veramente di una impareggiabile inventiva per organizzare ed eseguire il concerto.

Ivan Novak

Recarsi al concerto significava mettere a repentaglio la propria vita. Ma tutto andò per il verso giusto e la band slovena riuscì ad eseguire non uno, bensì due concerti, gli ultimi del tour Occupied Europe NATO. La gente riempì letteralmente il teatro nazionale di Sarajevo che ospitò le serate. Fu, quella, non solo una forma di resistenza nei confronti della guerra e delle ingiustizie che i civili erano costretti a subire, ma anche l’occasione che fece rivendicare alle persone la propria umanità e il proprio diritto a poter riabbracciare almeno per qualche ora una vita “normale”.

14 aprile 2012: Tate Modern di Londra

Suonare in un posto di assoluto prestigio come la galleria d’arte contemporanea “Tate Modern” di Londra non è cosa da tutti. Ai Laibach l’exploit riuscì nel 2012. La serata, che si è tenuta in quella che un tempo fu la sala macchine per la Bankside Power Station, è stata intitolata Monumental Retro-Avant-Garde e ha incluso i pezzi salienti dei vari periodi della band cross mediale slovena. Milan Fras e soci hanno proposto sia canzoni del vecchio repertorio di musica industriale, con un riadattamento del famigerato repertorio suonato a Zagabria nel lontano 1983 (causa della successiva proibizione dei Laibach in Croazia per molti anni); sia canzoni più recenti ed alcune cover dei Beatles, Queen, Serge Gainsbourg e Bob Dylan.

Anche questa performance del gruppo è stata registrata sul posto ed in seguito incisa su un album dal vivo, messo in commercio dalla Mute records. Tra le tracce presenti sul disco ci sono Siemens, Zmagoslavje Volje, Boji, Smrt za Smrt, Le Privilège Des Morts, Tanz Mit Laibach, Alle Gegen Alle, Across The Universe (dei Beatles), Love On The Beat (Serge Gainsbourg), Leben Heisst Leben (Opus) e, per concludere, la rielaborazione della ballata Ballad Of A Thin Man di Bob Dylan.

Concerti dei Laibach
Flickr/Allert Aalders

17 settembre 2016: tunnel Panovec di Nova Gorica

Nel 2016 l’organizzazione studentesca di Nova Gorica ha pensato di pianificare un evento speciale, tale che rimanesse impresso nella memoria collettiva locale. Detto fatto! Aderendo alla proposta, i Laibach hanno accettato l’invito di esibirsi per una notte intera nel bel mezzo del tunnel stradale “Panovec”, costruito nel lontano 1950 per collegare la città di Nova Gorica con San Pietro, e ancor oggi molto utile alla viabilità.

In occasione della Giornata della gioventù, i Laibach hanno suonato assieme ai rumoristici The Stroj, che li hanno preceduti sul palco. Dal punto di vista organizzativo, si è trattato di un evento particolarmente complesso: soprattutto i soundcheck sono stati complicati visti gli echi e le onde sonore che avrebbero potuto svilupparsi e propagarsi all’interno della galleria. Eppure lo spettacolo è stato alla fine impeccabile, forse proprio perché i Laibach da sempre si sono trovati a loro agio in situazioni del genere. Come hanno sintetizzato i componenti della band prima di salire sul palco:

non temiamo i posti sotterranei. Arrivando da una città mineraria e industriale come Trbovlje, ci adattiamo facilmente a suonare in questi luoghi.

Per la cronaca, all’evento hanno partecipato oltre 2mila spettatori e il tunnel è rimasto chiuso per oltre 30 ore, bloccando una buona parte del traffico cittadino e quello tra il lato sloveno ed italiano del confine goriziano. Un permesso eccezionale evidentemente concesso solo ai Laibach…

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Mitja Stefancic
Mitja Stefancic

Nato a Trieste, dopo gli studi conseguiti all’Università dell’Essex e all’Università di Cambridge, è stato cultore in Economia politica all’Università di Trieste. È stato co-redattore della rivista online di economia “WEA Commentaries” sino alla sua ultima uscita. Si interessa di economia, sociologia e nel tempo libero ha seguito regolarmente il basket europeo ed in particolare quello dell’ex-Jugoslavia nel corso degli ultimi anni. Ha tradotto per vari enti ed istituzioni atti e testi dallo sloveno all’italiano e dall’italiano allo sloveno.