Come ormai da tradizione, arrivano i consigli libreschi per l’estate 2024 di Meridiano 13. Dopo quelli di fine anno 2022 e fine anno 2023, quelli per l’estate 2023 e per la primavera 2024, la redazione ha deciso condividere con voi le sue ultime letture. Un’operazione lunga e certosina, che ci ha portato a creare questa lista che spazia sia geograficamente, che per stile e genere letterario. Non vi resta che avventurarvi in questi particolari consigli libreschi, sempre “oltre il meridiano 13”.
Prima di procere con le “recensioni brevi”, vi segnaliamo queste nuove “recensioni lunghe”:
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Taccuini 1922-1939 di Marina Cvetaeva, traduzione di Pina Napolitano, Voland, 2024
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Capire il confine di Giustina Selvelli, Bottega Errante Edizioni, 2024
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Gli Eccentrici di Taras Prochas’ko, traduzione di Lorenzo Pompeo, Utopia, 2024.
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La nuova Russia Israel J. Singer, traduzione di Marina Morpugno, Adelphi, 2024
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La dacia sulla via di Petergof di Marija Žukova, traduzione di Raffaella Pastore, Elliot, 2024
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Settebellissimo. Gli anni d’oro della pallanuoto italiana di Simone Pierotti e Alessandro Mastroluca, Battaglia Edizioni, 2024
E adesso passiamo alle “recensioni brevi” e ai nostri consigli libreschi per l’estate 2024
Storia di un prigioniero di Stratìs Dukas, traduzione di Francesco Scalora, Aiora Libri, 2022
Non facciamoci ingannare da questo libricino breve perché Storia di un prigioniero è un racconto che appartiene a una forma di letteratura impegnata che la casa editrice greca indipendente Aiora è riuscita a portare in Italia direttamente dal Pireo, grazie all’accurata traduzione del filologo di neogreco Francesco Scarola. Dukas offre una testimonianza autentica di un drammatico evento storico, quello della guerra greco-turca del 1922, vissuta in prima persona da Nikolas, soldato greco d’Anatolia catturato dai turchi.
Dal racconto di una tragedia personale emerge la desolazione provocata dalla guerra come esperienza collettiva: una devastazione che non conosce appartenenze nazionali, vinti e vincitori, ma che travolge con pari impeto l’essenza dell’animo umano, diventando testimonianza morale di un dolore universale.
Il piccolo leone, con immagini di Ylla e testo di Jacques Prévert, Orecchio Acerbo, 2023
Non facciamoci ingannare nemmeno da questo libricino breve, apparentemente un esempio di letteratura d’infanzia, perché i nomi dei due autori – delle parole e delle immagini – sono quelli di due giganti della cultura europea. Il piccolo leone è uscito solo pochi mesi fa per la prima volta, dopo una duratura censura che ha negato al pubblico internazionale di apprezzare questo testo intenso scritto nel 1947: dopotutto, “i libri per bambini sono pericolosi” (dalla postfazione). E questo libro è “pericoloso” per la serietà con cui affronta l’antropocentrismo del nostro sguardo sul mondo e per la prospettiva ribaltata del “piccolo leone” ritratto da Ylla, al secolo Camilla Koffler (1911-1955).
Vista la biografia di quest’ultima, abbiamo deciso di includere questo prezioso libricino nella nostra lista di libri “oltre il meridiano 13”: nata a Vienna da padre croato e mamma romena, studiò a Belgrado, prima di trasferirsi in Francia e poi, con la Seconda guerra mondiale, negli Stati Uniti, passando alla storia come la miglior fotografa di animali del mondo, pioniera del genere con i suoi lavori in Africa e India (qui morì tragicamente mentre era intenta a fotografare una corsa di carri trainati da buoi).
Lo storico Ettore Cinnella descrive gli avvenimenti che hanno portato al cosiddetto Holodomor, la carestia artificialmente orchestrata da Stalin che portò alla morte di milioni di contadini soprattutto (ma non esclusivamente) ucraini. Si tratta di un’opera divulgativa, ma basata su un uso sistematico delle fonti che rende l’idea dello spirito del tempo e di come una tragedia di queste proporzioni sia potuta passare sotto silenzio per lunghi decenni.
Un gentiluomo a Mosca di Amor Towles, traduzione di Serena Prina, Neri Pozza, 2017
Mosca, 21 giugno 1922. Il conte Aleksandr Il’ič Rostov viene condannato agli arresti domiciliari all’interno del celeberrimo Hotel Metropol. Da questo esilio dorato, il nobile russo vivrà gli eventi che hanno caratterizzato la storia dell’Unione Sovietica. Il romanzo storico di Towles non si distingue certo per il suo realismo, ma è una lettura piacevole per l’estate.
La Stasi dietro il lavello di Claudia Rusch, traduzione di Franco Filice, Keller, 2009
Il libro racconta l’infanzia e adolescenza nella DDR a cavallo tra gli anni Ottanta e l’incertezza degli anni Novanta. Con intelligente ironia, Claudia Rusch ci porta in un mondo sull’orlo del cambiamento, delineando i confini agli occhi di una ragazza di una famiglia in contrasto col regime.
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I confidenti di Charlotte Gneuss, traduzione di Silvia Albesano, Iperborea, 2024
Dresda, 1976. La vita della sedicenne Karin cambia per sempre quando Paul decide improvvisamente di fuggire dalla DDR, lasciandola sola tra i ricordi a fronteggiare l’intrusività della Stasi nella sua vita privata. Attraverso gli occhi di un’adolescente emerge con semplice vividezza tutta la brutalità e la capacità manipolatoria di un regime assetato di informazioni e costantemente a caccia di traditori.
Brucio Parigi di Bruno Jasienski, traduzione di Alessandro Ajres, Miraggi Edizioni, 2019
Uno dei più importanti futuristi polacchi ci porta in una Parigi dove i rapporti umani sono portati allo stremo e sostituiti dalle relazioni economiche e dall’individualismo esasperato che ne segue. Partendo dalla storia di Pierre, un operaio scontento che, trovandosi per strada, coglie l’occasione per avvelenare la rete idrica della capitale francese provocando una feroce pandemia.
Incontriamo comunisti cinesi, rabbini, scienziati disillusi, emigrati russi amareggiati, comunardi e monarchici francesi, milionari americani, che cercano di sopravvivere e trovare un senso al caos, nuovo padrone della città. Tra similitudini con la pandemia da poco sconfitta e fantasia utopiche, Jasienski ci restituisce una spietatezza e una speranza difficili da riscontrare nella realtà confusa e disordinata con cui abbiamo realmente a che fare.
La mia vagina è un’antologia poetica curata da Massimo Maurizio, professore di lingua e letteratura russa presso l’Università di Torino, costruita sulle opere di diciotto autrici che rappresentano il grande fenomeno della poesia femminista russofona contemporanea, la F-pismo (“scrittura-F”).
La F-pismo dà voce a tutte quelle componenti della società russa che appartengono ad un’alterità rispetto alla norma etero-patriarcale sostenuta dal governo di Putin, ed infatti “è una realtà più ampia del femminismo occidentale” (In luogo di introduzione, Maurizio) che si focalizza sia sui diritti delle donne, che della comunità LGBTQ+. Nelle poesie scelte, la narrazione di episodi di violenza di genere e della scoperta entusiasta dell’(omo-)sessualità delle autrici si interseca ad un’aspra critica della cultura della violenza dello stato russo e delle sue guerre imperialiste, tra cui l’invasione dell’Ucraina nel 2022; la stessa lingua russa viene rivalutata in una prospettiva decoloniale per descrivere queste esperienze “impronunciabili”.
Le ragazze e le istituzioni di Dar’ja Serenko, a cura di Massimo Maurizio, Nuova Editrice Berti, 2024
Dar’ja Serenko, poetessa e attivista, presenta in questo breve testo un’irriverente critica del lavoro statale in Russia. In questo “micro-mondo specifico”, la parola “ragazza” indica l’impiegata che, de-personalizzata, come tutte le altre vive la sua giornata in uffici simili tra loro, e tace le sue convinzioni private (a volte, contro le stesse istituzioni per cui lavora). Muovendosi in gruppo, come un unico groviglio di fili legati alla macchina dello stato, le ragazze sono solidali nelle difficoltà. Allo stesso tempo, però, sono irrimediabilmente sole ed esposte all’occhio indifferente della società sessista russa, per esempio, quando si presentano questioni “intime” come le mestruazioni. Il testo è accompagnato dalle illustrazioni originali di Ksenia Caryeva.
Lager italiani di Alessandra Kersevan, Nutrimenti, 2008 (nuova edizione 2024)
Questo bel libro di Kersevan fa luce su un capitolo poco conosciuto e spesso volutamente ignorato della storia italiana del Novecento. Con un grande lavoro di ricerca il volume mette nero su bianco i numeri e le pratiche del sistema concentrazionario contro gli slavi messo in atto dal regime fascista italiano. Particolarmente interessante anche la contestualizzazione storica ai fatti, che permette la comprensione più approfondita del tema trattato poi nel corso del libro.
La rotta per Lepanto di Paolo Rumiz, Bottega Errante Edizioni, 2024
Questo reportage di viaggio marittimo trascina il lettore con sé, sopra le onde e le maree del mare Adriatico, fino a Lepanto, lungo la storia, passando per Venezia e i suoi possedimenti, le misteriose montagne della Penisola balcanica e la legge del mare, così antica e interessante per chi la osserva con due piedi sulla terra ferma. L’autore non ha bisogno di presentazioni.