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Era un venerdì sera come tanti qui nel Trójmiasto (“Tripla città”: agglomerato urbano della Pomerania che comprende le città di Danzica, Sopot e Gdynia). M. mi racconta del suo ultimo giro in bici lungo la costa baltica, da Danzica fino alla località balneare di Krynica Morska. Era da tempo che pensavo di percorrere questa tratta, ma per la prima volta sento di qualcuno che sia riuscito a completare il tragitto andata e ritorno in un giorno. C’è una cosa in particolare che mi affascina di questo luogo: ai margini della città c’è il confine tra la Polonia e l’exclave russa di Kaliningrad. Vista la mia passione sfrenata per i confini alzo la posta, e invito M. a ripercorrere il viaggio con me, questa volta fino al limite.
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Il percorso è parte del più ampio tracciato Eurovelo 10 che si estende su tutta costa del Mar Baltico, e allo stesso tempo lungo la pista ciclabile nazionale R10 che, a differenza della prima, si estende lungo tutta la Penisola della Vistola fino ad arrivare al confine con Kaliningrad.
Il tragitto, però, non è così semplice. Circa 80 km dividono Danzica dal confine con l’exclave di Kaliningrad, lungo la penisola della Vistola. Un percorso per metà su sterrato, che prevede l’attraversamento di un’isola e del fiume Vistola su una zattera, oltre che chilometri e chilometri tra le fitte foreste che contraddistinguono la regione della Pomerania. Ma i paesaggi da attraversare e il raggiungimento della meta ripagheranno la fatica.
È domenica. Dopo una colazione obbligata, crema solare e con qualche snack in borsa, alle 9 di mattina spaccate io e M. iniziamo il nostro viaggio. La temperatura è ottimale, 24 gradi, e la fresca brezza mattutina del Baltico almeno per oggi sarà una benedizione. I primi 10-15 chilometri sembrano una passeggiata: il sabato sera ha lasciato vuote le strade del centro, e dopo quasi un’ora siamo fuori dalla città. E siamo subito alla prima tappa del nostro viaggio: l’isola di Sobieszewo. Una località turistica nota soprattutto per le sue dune di sabbia e le riserve naturali dove diverse specie di uccelli e foche trovano un porto sicuro. L’isola è separata dalla terraferma dai due rami della Vistola: a ovest dalla c.d. Vistola Morta e ad est dal delta della Vistola. E continuando verso est che giungiamo a quest’ultima, dopo circa 27 chilometri dall’inizio del viaggio. Qui nessun ponte da attraversare. Solo un traghettiere che con la modica cifra di 5 złoty imbarca auto e bici sulla sua zattera. Non aspettiamo molto che il nostro Caronte ci porta sull’altra sponda.
Superata la Vistola inizia la seconda parte del tragitto, attraverso le fitte foreste della Pomerania, percorrendo le municipalità di Jantar, Stegna e Sztutowo. Lungo il percorso, improvvisamente usciamo fuori dal tragitto designato e ci ritroviamo lungo la strada principale. Il caso o forse il destino ha voluto che proprio lì ci imbattessimo nei pressi dell’ingresso del museo di Sztutowo. Museo che altro non è che l’ex campo di concentramento nazista di Stutthoff. Costruito già nel settembre del 1939, il campo ha ospitato oltre 100.000 prigionieri provenienti da tutta Europa, e di questi oltre 85.000 vi perirono. Ma c’è tempo giusto per scattare una foto, il viaggio è ancora lungo.
Superato il campo e attraversata la cittadina di Sztutowo ritroviamo “la dritta via che era smarrita”. In questa seconda parte la pista ciclabile è molto più affollata, segno che non siamo i soli ad ambire alla penisola. Aumentiamo quanto possibile la pedalata, il percorso si fa più impervio e pieno di dislivelli. Superate le foreste un altro ponte segna l’inizio dell’ultima tratta del nostro percorso. Si tratta del nuovo canale sulla Laguna della Vistola, Nowy Świat, che collega il porto fluviale di Elblag al Mar Baltico. Il progetto, che verrà inaugurato quest’anno, ha un’importanza strategica per la Polonia: infatti, la creazione di un canale artificiale diretto con il Baltico consente alla Polonia di evitare il transito verso Baltijsk nella regione russa di Kaliningrad, unico accesso naturale dalla Laguna della Vistola al mare.
Non lontano da questo ponte sorgeva un tempo il limite orientale della Città Libera di Danzica, la città-stato incastonata fra Germania e il neonato stato polacco all’inizio XX secolo. Abitata prevalentemente da tedeschi, la Città Libera fu fondata al termine della Prima guerra mondiale a Versailles e posto sotto il controllo della Società delle Nazioni fino 1939, anno della sua annessione alla Germania nazista. Una stele con la scritta “Versailles 28.6.1919” segna tutt’oggi quel vecchio confine con la provincia tedesca della Prussia orientale.
L’attraversamento del canale segna anche l’inizio della città di Krynica Morska. Il suo nome, “sorgente marina”, è la perfetta descrizione del paesaggio visibile da qui. La località è posta interamente sulla metà polacca della Penisola della Vistola, costeggiata da un lato dalla laguna e dall’altro dal mare. Una località estiva come tante, tra spiagge affollate, alberghi e ristoranti sulla costa. Arrivati in centro, io ed M. abbiamo giusto il tempo di goderci un pranzo a base di pesce, che ci ricordiamo che la destinazione ultima è un’altra: il confine polacco-russo.
Altri 12 chilometri di foresta ci dividono dalla meta, e risultano essere tra i più lunghi ed estenuanti. La pedalata diventa più corta, il respiro più pesante, e quei “pochi” chilometri sembrano durare in eterno.
Finite le gocce di sudore siamo lì, dove finisce la Polonia e inizia l’exclave russa di Kaliningrad. Un confine totalmente artificiale (come lo sono tutti, del resto), con una recinzione rudimentale che divide la foresta e la spiaggia, così come l’Europa e la Russia, e dei cartelli che aiutano a rendere quel labile confine un po’ più reale. In generale, si tratta di un’area tranquilla, dove molti turisti curiosi decidono di pedalare per scattare qualche foto.
Non c’è molto tempo per filosofeggiare sulla vacuità dei confini dell’uomo che è già tardi: si resta solo pochi minuti a godere dell’impresa compiuta su quella spiaggia tagliata a metà da una recinzione che è già ora di tornare a Danzica. La meta era in realtà solo la metà del viaggio, altri 80 chilometri devono essere percorsi prima del calar del sole…
Laureato in Studi sull’Est Europa all’Università di Bologna ha studiato e lavorato in Russia, Azerbaigian e Romania. Attualmente vive a Danzica, Polonia. Ha collaborato con East Journal dal 2020 al 2021. Per Meridiano 13 si occupa principalmente dell’area caucasica.