Il 27 marzo, nell’anniversario dell’Unione della Bessarabia con la Romania, a Chișinău, nel piazzale del liceo “Gheorghe Asachi”, accanto alla Chiesa di San Teodora di Sihla, è stato inaugurato il monumento alla regina Maria di Romania, una delle figure storiche più importanti nella promozione del nazionalismo rumeno. La scelta di porre il monumento qui nasce dal fatto che quello che è l’odierno liceo Asachi fu, nel periodo interbellico, la scuola rumena femminile intitolata alla regina Maria.
Promosso dall’associazione pubblica Monumentum, all’evento hanno partecipato funzionari moldavi e rumeni, rappresentanti delle missioni diplomatiche e rappresentanti della Metropolia di Bessarabia. Il denaro necessario per l’erezione del monumento è stato raccolto dall’associazione Monumentum tramite una sottoscrizione pubblica: la realizzazione, supervisionata da un comitato internazionale di esperti, è costata circa 60mila euro.
Il piedistallo è stato realizzato in pietra di Cosăuți dall’artigiano Marin Lozan. La statua, invece, è alta più di 6 metri e raffigura la regina Maria di Romania nel giorno della sua incoronazione ad Alba Iulia mentre stringe la Bibbia. L’iniziativa di erigere la statua appartiene all’avvocato Iulian Rusanovschi ed è stata lanciata il 27 marzo 2018, in occasione delle celebrazioni del centenario della Grande Unione (si legga la Grande Romania). Il volto della Regina è stato fuso in bronzo dallo scultore Veaceslav Jiglițchi, basandosi su un progetto dell’architetto Mihail Andries.
Chi è la regina Maria
La regina Maria di Romania (1875–1938) ebbe un ruolo di primo piano nella storia della Romania, ma ebbe anche un impatto considerevole su tutte le province storiche, tra cui la Bessarabia, futura Repubblica Moldova. La sua attività fu poliedrica: si dedicò alla vita politica e sociale, alle attività di beneficenza, alla vita culturale e alla promozione dell’istruzione e della cultura.
Già membro della famiglia reale britannica, i genitori di Marie Alexandra Victoria erano il principe Alfredo, duca di Edimburgo, e la granduchessa Maria Aleksandrovna di Russia. Marie trascorse i suoi primi anni nel Kent, a Malta e a Coburgo. Dopo aver rifiutato una proposta di matrimonio da suo cugino, il futuro re Giorgio V, nel 1892 fu scelta come futura moglie di Ferdinando, allora principe ereditario di Romania.
Marie fu principessa ereditaria tra il 1893 e il 1914. Dopo lo scoppio della Prima guerra mondiale, Marie esortò Ferdinando ad allearsi con la Triplice Intesa e a dichiarare guerra alla Germania, cosa che la Romania fece nel 1916. Durante le prime fasi dei combattimenti, Bucarest fu occupata dalle potenze centrali e Marie, Ferdinando e i loro cinque figli si rifugiarono nella regione della Moldova occidentale. Lì, lei e le sue tre figlie lavorarono come infermiere negli ospedali militari, prendendosi cura dei soldati feriti o colpiti dal colera.
Dopo la guerra, il primo dicembre 1918, oltre Bessarabia e Bucovina, anche la regione storica della Transilvania si unì alla Romania. Marie, ora regina della Grande Romania, partecipò alla Conferenza di pace di Parigi del 1919, dove si batté per il riconoscimento internazionale della Romania allargata. Nel 1922, lei e Ferdinando furono incoronati ad Alba Iulia.
Come regina, Marie fu molto popolare sia in Romania che all’estero. Nel 1926, intraprese un tour diplomatico negli Stati Uniti insieme ai figli Nicholas e Ileana. Mentre era in visita oltreoceano, Marie scoprì che Ferdinando si ammalò gravemente e morì pochi mesi dopo. Regina ma ormai vedova, Marie si rifiutò di far parte del consiglio di reggenza che regnava sul paese.
Dopo un breve periodo di reggenza, nel 1930 il figlio maggiore di Marie, Carol, che aveva rinunciato ai suoi diritti di successione, depose il proprio figlio e usurpò il trono, divenendo re Carol II. Questo danneggiò l’immagine della corona, e Marie sparì dalla scena politica. Da quel momento, la regina si trasferì in campagna dove visse i suoi ultimi anni di vita: nel 1937, si ammalò di cirrosi e morì l’anno seguente.
L’unionismo risorgente
Negli anni precedenti alla rivoluzione rumena del 1989, la figura di Marie tornò popolare e fu presentata come modello di patriottismo. Marie è ricordata principalmente per il suo lavoro di infermiera, ma è anche nota per i suoi numerosi scritti, tra cui la sua autobiografia.
Una minoranza di rumeni ha ancora un alto riguardo per la famiglia reale rumena che, seppure abbia perso i propri titoli nella Romania repubblicana, vengono ancora definiti “custodi della corona rumena”. Tra l’altro, gli eredi della famiglia ad oggi possono ancora accedere al Palazzo Elisabeta di Bucarest, oltre che ai castelli di Pelișor, in Sinaia, Săvârșin in Arad, e al leggendario castello di Bran.
In Repubblica Moldova, una minoranza di ferventi unionisti continua a rispettare il simbolismo legato alla storia rumena, in particolar modo quella che precede il regime comunista. E anche se questo non si è mai tradotto in un movimento politico di successo, si può parlare dell’esistenza di un vero e proprio nazionalismo che nasce dal basso.