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L’esplorazione dello spazio attira da sempre intere generazioni di giovani sognatori per lo spaventoso fascino sprigionato dalla scoperta dello sconfinato universo in cui viviamo. La storia delle esplorazioni spaziali assume sin dall’inizio sfumature politiche, diventando terreno di scontro tra Unione Sovietica e Stati Uniti, le due superpotenze vincitrici della Seconda guerra mondiale. Nel 1998, a Guerra fredda ormai conclusa, il lancio nello spazio del primo modulo della Stazione spaziale internazionale, un progetto comune di Stati Uniti, Russia, Europa, Giappone e Canada, inaugura una nuova stagione delle esplorazioni spaziali, in cui la competizione cede il posto alla collaborazione e gli interessi scientifici prevalgono su quelli politici. Oggi, la nuova cortina di ferro che è calata sull’Europa in seguito all’invasione russa dell’Ucraina e la volontà manifestata dalla Russia di uscire dal progetto della Stazione spaziale internazionale e creare una propria stazione orbitale rischiano di mettere a dura prova la collaborazione scientifica internazionale nel settore aerospaziale. In questo non semplice contesto si inserisce La Sfida (Vyzov), il primo film girato nello spazio, di produzione russa, che dal 20 aprile è disponibile in tutte le sale cinematografiche del paese.
Dodici giorni di riprese sulla Stazione spaziale internazionale
Il 5 ottobre 2021 dal cosmodromo di Bajkonur in Kazakhstan, in affitto alla Russia fino al 2050, è stato lanciato il vettore che, alla guida del cosmonauta Anton Škaplerov, ha portato sulla Stazione spaziale internazionale l’attrice Julia Peresil’d e il regista Klim Šipenko. Per ben dodici giorni la troupe cinematografica in formato ridotto, in cui il regista ha dovuto fungere anche da operatore, direttore artistico e truccatore, ha preso parte a un evento storico per la cinematografia mondiale: le riprese del primo film girato nello spazio. Delle 30 ore di riprese spaziali, circa 35 minuti fanno parte del cronometraggio conclusivo del film. Già nel trailer sono visibili alcuni secondi delle scene girate nello spazio.
Nel film, Julia Peresil’d interpreta un cardiochirurgo inviato nello spazio per eseguire la prima operazione della storia in assenza di gravità nel tentativo di salvare la vita a un cosmonauta bisognoso di aiuto medico urgente, per il quale il ritorno sulla Terra equivarrebbe a morte certa.
Le riprese sono state solo il punto di arrivo del lungo percorso preparatorio che ha portato la prima troupe televisiva nello spazio. La selezione dell’attrice protagonista ha visto la partecipazione di circa 3mila attrici. La preparazione fisica e mentale dell’attrice e del regista, dimagrito per l’occasione di ben 15 kg, è avvenuta in tempi record. Roscosmos, l’agenzia spaziale russa, in un comunicato stampa ha annunciato che è stata un’esperienza unica che potrebbe tornare utile in caso di necessità improvvisa di invio di scienziati e medici nello spazio.
Un progetto comune dell’industria televisiva, cinematografica e spaziale con l’appoggio statale
Gli sponsor principali di questo ambizioso progetto sono per l’appunto Roscosmos, l’agenzia spaziale russa, e Pervyj Kanal, la principale emittente televisiva russa.
Roscosmos si è occupata della preparazione dei partecipanti alla missione spaziale e del viaggio spaziale stesso che ha portato i membri della troupe nello spazio. Dmitrij Rogozin, direttore di Roscosmos fino al luglio 2022 e produttore esecutivo del film, in un video pubblicato sul suo canale Telegram in occasione del ritorno della troupe sulla Terra si era dichiarato entusiasta della qualità del materiale girato. Tuttavia, Rogozin non era presente alla prima del film in quanto impegnato nella formazione di una compagnia di droni per una brigata d’assalto sul fronte di Zaporižžja, in Ucraina. Abbandonata la carica di direttore dell’agenzia spaziale russa, nel dicembre scorso Rogozin si era recato in Donbas a capo di un gruppo di consiglieri militari. In quell’occasione era rimasto ferito in seguito a un attacco ucraino che ha colpito l’albergo in cui alloggiava. Dopo il ferimento, Rogozin aveva definito una “questione d’onore” tornare nelle zone di guerra. Il film è passato in secondo piano.
Konstantin Ernst, direttore generale di Pervyj Kanal, in un’intervista rilasciata a Rossijskaja Gazeta ha affermato di voler, tramite questo film, confermare la leadership della Russia nel settore aerospaziale e trasmettere ai giovani il prestigio della professione del cosmonauta. Pervyj Kanal ha dato ampio spazio alla pubblicizzazione del film nel suo palinsesto televisivo tramite La Sfida. I primi nello spazio, una serie tv in dieci puntate che racconta tutte le fasi di preparazione alle riprese: dai provini per il ruolo di attrice protagonista all’addestramento della troupe per il viaggio spaziale. Sulla rete ammiraglia della televisione russa è stata trasmessa anche l’intervista a Julia Peresil’d e Klim Šipenko da parte del presentatore Ivan Urgant durante il suo omonimo e famosissimo late show.
La sfida è stato prodotto dallo studio Yellow, Black and White, lo stesso di Čeburaška, il film uscito nel gennaio del 2023 diventato la pellicola più redditizia di tutta la storia del cinema russo avendo spuerato, con più di 5 miliardi di rubli di incassi, il precedente record di circa 3 miliardi e mezzo di rubli stabilito da Avatar di James Cameron. I ricavi di Čeburaška avevano consentito ai cinema russi, in crisi a causa dell’uscita dal mercato nazionale delle case di produzione hollywoodiane, di tirare una boccata di ossigeno. La sfida è l’ultimo grande progetto cinematografico nazionale sul quale ci sono buone aspettative al botteghino prima dei film natalizi del 2023. Nel mezzo si prevede un calo dei profitti che potrebbe acuire ancora di più la crisi del settore.
Alla sponsorizzazione del film ha preso parte anche il Fond Kino, l’organizzazione governativa senza scopo di lucro che si occupa della diffusione di film e programmi televisivi nazionali, che ha contribuito con 400 milioni di rubli al budget totale di un miliardo e 155 milioni di rubli.
Il futuro del settore aerospaziale russo dopo La Sfida
La sfida è molto probabilmente il primo e ultimo film russo girato sulla Stazione spaziale internazionale. Infatti, lo scorso 26 luglio Jurij Borisov, subito dopo la nomina a direttore di Roscosmos al posto dell’uscente Rogozin, nel primo incontro di lavoro con il presidente Putin ha annunciato che la Russia uscirà dal progetto della Stazione Spaziale Internazionale dopo il 2024.
Nel secondo incontro tra i due, avvenuto il 12 aprile 2023 in occasione della Giornata del Cosmonauta, che viene celebrata ogni anno in ricordo della storica impresa che nel 1961 portò Jurij Gagarin nello spazio, Borisov ha ridimensionato le sue affermazioni precedenti, annunciando che il governo russo ha prolungato l’utilizzo del segmento russo della Stazione Spaziale Internazionale fino al 2028 incluso. Il processo di costruzione della nuova stazione orbitale russa sarà lungo e costoso.
Il 15 settembre scorso gli Stati Uniti hanno adottato un nuovo pacchetto di sanzioni economiche contro la Russia nel quale figurano aziende che fanno parte di Roscosmos. Sebbene le sanzioni non ostacolino la collaborazione nell’ambito della Stazione spaziale internazionale, è indubbio che il crescente clima di tensione tra Russia e Stati Uniti successivo all’invasione russa dell’Ucraina abbia influito sulla decisione presa da Mosca.
Tuttavia, Andrej Jelčaninov, primo vicedirettore generale di Roscosmos, in una lunga intervista rilasciata a Interfax il 10 aprile ha annunciato che gli specialisti russi comunicano con i colleghi della Nasa quotidianamente e che Roscosmos è pronta ad aumentare la collaborazione con i colleghi statunitensi, perché lo spazio è fuori dalla politica.
Nel frattempo, nell’oblast’ di Amur, in Siberia, continua l’ampliamento del cosmodromo Vostočnyj, inaugurato nel 2016. La questione di un cosmodromo completamente russo che possa in futuro eliminare definitivamente la dipendenza russa dal cosmodromo kazako di Bajkonur è diventata di nuovo attuale in seguito all’ennesimo scandalo che sta mettendo a dura prova la collaborazione russo-kazaka nel settore aerospaziale.
È notizia di poche settimana fa la decisione di un tribunale kazako di emettere un ordine di sequestro nei confronti del patrimonio della più grande filiale della Roscosmos a causa di un debito di circa 2 miliardi di rubli nei confronti della società per azioni che gestisce il progetto congiunto russo-kazako “Bajterek” per la creazione di un sito di lancio per vettori ecologicamente puliti. Il progetto, che ha preso vita nel 2004 per volontà del presidente russo Putin e dell’allora presidente kazako Nursultan Nazarbayev, ha subito nel tempo diverse battute d’arresto. Inizialmente il vettore da lanciare doveva essere lo Zenit di produzione ucraina. Dopo la rivoluzione ucraina del 2014, si è deciso di sostituire lo Zenit con il Sojuz-5 di produzione russa. Tuttavia, il progetto non ha ancora visto la luce poiché la rampa di lancio, della cui costruzione è responsabile la parte kazaka, non è stata ancora ultimata. Per questi motivi, il primo lancio di prova del vettore Sojuz-5 è stato rimandato al 2024, mentre i media kazaki suppongono che i tempi vengano appositamente dilatati dalla parte kazaka che considera sconveniente la collaborazione con la Russia nel settore aerospaziale alla luce della difficile posizione geopolitica a livello internazionale in cui si è venuta a trovare Mosca in seguito all’invasione dell’Ucraina.
Nel prossimo futuro il settore aerospaziale russo dovrà affrontare sfide di importanza vitale, ma nel frattempo la Russia è comunque riuscita a strappare una vittoria simbolica ai ritrovati rivali sullo scacchiere internazionale. Così come Jurij Gagarin il 12 aprile 1961 è diventato il primo essere umano a volare nello spazio, La Sfida è diventato il primo film a essere stato girato nello spazio.
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