Ecco una serie di letture fluviali sulla regione da noi coperta per approfondire il tema.
Il Volga spartiva il mondo in due.
La riva sinistra era bassa e gialla, si stendeva piatta e si scioglieva fra le steppe su cui ogni mattina sorgeva il sole. Sulla riva sinistra la terra aveva un sapore acre ed era tutta scavata dai roditori, l’erba era alta e fitta, gli alberi erano tozzi e radi. I campi – molti a cocomeri, zucche e meloni – si perdevano fino all’orizzonte, colorati come una coperta baškira. A ridosso del fiume si incastonavano i paesi. E dalla steppa arrivavano folate calde di odori pungenti: il deserto turkmeno e il sale del Caspio.
Come fosse l’altra riva non lo sapeva nessuno.
Figli del Volga
Danubio di Claudio Magris, Garzanti, 1999
Non si può nominare il Danubio senza pensare a Claudio Magris che redige un piccolo Decamerone danubiano (come viene spesso definito) sulle rive del fiume e del tempo. Un tempo che scorre lento e dove il Danubio diventa un labirintico percorso alla ricerca del senso della vita e della storia, sull’atlante della vecchia Europa.
Un viaggio in bicicletta lungo il Danubio da Vienna a Belgrado. Un’idea semplice che ci permette di raccontare il presente e il passato lungo il corso del grande fiume europeo.
Figli del Volga di Guzel’ Jachina, traduzione di Claudia Zonghetti, Salani, 2021
La giornalista e sceneggiatrice tatara Guzel’ Jachina ci porta in un luogo dove il corso della vita è scandito da quello di un fiume. E non si tratta di un fiume qualunque, ma del Volga, che tuttora divide le terre russe in maniera abbastanza netta. In questo romanzo, Jachina riesce a raccontare in modo semplice ma preciso la storia di una minoranza oppressa, quella dei tedeschi del Volga, attraverso un intreccio d’amore appassionato quanto tragico tra un maestro e la sua allieva, destinata a sposare un altro. Un romanzo-fiume da non perdere.
Il noto racconto di viaggio di Terzani attraverso le repubbliche dell’Unione Sovietica nelle settimane che videro il crollo dell’impero si apre sul fiume Amur. In quella terra di confine tra Cina e Unione Sovietica, a migliaia di chilometri da Mosca, il giornalista vive i giorni drammatici del Putsch di agosto. Sono pagine che vale la pena di leggere sia per la descrizione dei luoghi che per capire le emozioni di quei giorni ad un trentennio di distanza.
Anche questo libro ci porta sull’Amur. Un viaggio avventuroso verso Oriente lungo le tremila miglia del fiume. Dalle sorgenti mongole e lungo il confine russo-cinese, fino allo sbocco sull’Oceano Pacifico, Thubron segue la pericolosa frontiera che attraversa le due grandi potenze ex comuniste, la Russia e la Cina.
Fiumi, un dossier di OBCT
Gli amici di Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa, in collaborazione con SeeNet II (South East Europe Network – il più esteso partenariato di cooperazione decentrata italo-balcanica attualmente attivo) hanno dedicato un’intera rubrica alle risorse idriche, alle acque e ai fiumi che attraversano i Balcani occidentali: dalla Neretva alla Drina, dalla Una alla Vrbas, sino al canyon formato dal fiume Rakitnica nella Bosnia centrale.