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Masal Bugduv, la leggenda moldava del pallone che non esisteva

Masal Bugduv (Olimpia Bălți). Il 16enne, migliore attaccante della Moldova, è stato fortemente accostato all’Arsenal, permesso di lavoro permettendo. Ed è stato avvicinato anche a tanti altri top club.

Non sono le parole di un blog qualsiasi, ma la lista dei cinquanta migliori talenti emergenti stilata dal Times nel 2009. Due posizioni dietro di lui c’è un certo Robert Lewandowski, in forza al Lech Poznań. Il calciatore moldavo è al trentesimo posto. Ma c’è un problema: Masal Bugdov non esiste.

Qualche legittimo dubbio su Masal Bugduv

Il primo a sollevare i dubbi è un blogger russo, si chiama Makki e non ha mai sentito parlare di questo Masal Bugduv. Anche traslitterando il nome nell’alfabeto cirillico non si ottiene niente. Su nessun sito moldavo c’è la benché minima traccia del calciatore, compreso quello della sua presunta squadra di club, l’Olimpia Bălți (formazione che oggi non esiste più e che aveva ereditato la storia calcistica dei sovietici dello Zarea Bălți).

La cosa strana è che googlando il nome dell’atleta si trovano degli articoli in inglese, ma non in romeno o in russo. In questi, il calciatore è anche accostato allo Zenit San Pietroburgo e si parla di presenze in nazionale. C’è qualcosa che però non va: sembrano articoli di Associated Press, eppure hanno qualcosa di strano nella forma, anche se la grafica sembra in linea con quelli di AP. Mentre il mistero si infittisce, nella rete cadono anche When Saturday Comes e Goal.com. 

Il blogger Neil McDonnell, che scrive di sport sotto lo pseudonimo di Fredorrarci, sospetta che qualcosa non torni e, imbeccato proprio dal commento di Makki, scrive alla rivista Soviet Sport e scopre che non solo non esiste un giocatore di nome Masal Bugduv, ma anche che Masal Bugduv non è nemmeno un nome moldavo. McDonnell continua la sua indagine: il giocatore è stato creato da una serie di storie AP false pubblicate nei forum e nelle sezioni dei commenti dei blog, come se fossero state copiate e incollate lì.

Se lette tutte assieme, queste formavano la divertente cronaca di un giovane talento un po’ spaccone, già titolare della nazionale moldava da adolescente, molto sicuro dei propri mezzi: “Distruggerò il Lussemburgo e firmerò per l’Arsenal”, avrebbe detto Bugduv, frustrato dagli infiniti ritardi, attribuiti a non meglio specificate “questioni diplomatiche”. Storie abbastanza eccessive da destare qualche sospetto se lette una dopo l’altra, ma non abbastanza se incontrate una per volta, magari durante una ricerca veloce online.

Masal Bugduv
(Wikipedia)

E così i commenti dei blog avevano ingannato i blog, i blog avevano ingannato i siti di notizie e i siti di notizie le riviste. Il Times, la vittima più grande, aveva scritto di Bugduv perché ormai la storia era in giro, si trovava in tante pagine, sembrava avesse basi solide. Ma chi c’era dietro a tutto questo? Un procuratore? Lo stesso Masal Bugduv?

Ecco a voi il colpevole

La soluzione si fa attendere una decina d’anni. Nel 2017 il giornalista Declan Varley ammette che, stanco delle dinamiche in vigore nel mondo del giornalismo calcistico e del calciomercato, si era inventato una bufala per smascherare le fragilità del sistema. Dapprima, nel 2008, aveva modificato la pagina Wikipedia della nazionale di calcio della Moldova, inserendo una citazione della nuova stella Masal Bugduv. Poi aveva creato dal niente un finto sito di informazione, Diario Mo Thon, descritto come “il miglior quotidiano sportivo di Balti”, sul quale si parlava proprio delle imprese del giocatore:

Era un solido centrocampista, non un attaccante dai tanti gol, e nonostante la giovane età era già forte fisicamente, abbastanza da potersi inserire in una squadra di giocatori più esperti di lui.

Il Post

Quando fece uscire la notizia di una convocazione in nazionale nonostante la giovane età, il gioco era fatto. Uno dopo l’altro i media principali ci cascano, danno la notizia, la riprendono. Verificano le fonti? Assolutamente no. Nel mondo del calciomercato non è necessario.

In un pub del Connemara

Il Coyne’s Gastropub di Kilkieran nel Connemara espone una maglia gialla in una teca di vetro (se sfogliate le foto di Google Maps si intravede). Non è una maglia del Galway. Non è neanche una maglia dell’Irlanda. È una maglia di un giocatore moldavo che avrà per sempre 16 anni: Masal Bugduv. E sta lì perché questo nome è la trascrizione fonetica di M’asal Beag Dubh, “My little black donkey”, un famoso racconto dello scrittore Pádraic Ó Conaire, una figura chiave nello sviluppo della moderna letteratura irlandese, originario proprio di Galway. Indovinate di cosa parla?

Racconta la storia di un uomo che paga più di quanto avrebbe voluto per un asino nero dopo che la famiglia del proprietario e i paesani ne avevano esagerato le virtù. Declan Varley voleva vedere quanto poteva ricavare dal suo “asino nero”, quanto in alto potesse volare la storia di un ragazzino sconosciuto che ci sapeva fare col pallone, ma che in realtà non era mai esistito.

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Gianni Galleri
Gianni Galleri

Autore dei libri “Questo è il mio posto” e “Curva Est” - di cui anima l’omonima pagina Facebook - (Urbone Publishing), "Predrag difende Sarajevo" (Garrincha edizioni) e "Balkan Football Club" (Bottega Errante Edizioni), e dei podcast “Lokomotiv” e “Conference Call”. Fra le sue collaborazioni passate e presenti SportPeople, L’Ultimo Uomo, QuattroTreTre e Linea Mediana. Da settembre 2019 a dicembre 2021 ha coordinato la redazione sportiva di East Journal.