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Quest’anno per Meridiano 13 è stato un periodo di grande crescita, sotto tutti i punti di vista. Sono aumentati molto i lettori, ma anche i redattori che quasi quotidianamente scrivono articoli.
Insomma è stato un buon anno e per questo, come redazione, abbiamo pensato di farvi un piccolo regalo e stilare una lista ragionata di quelli che per noi sono i migliori articoli 2023.
Nel 2023 mi sono appassionato alle storie danubiane. Questo articolo di Nicola Zordan costituisce quindi per me il connubio perfetto: unisce il Danubio a un altro mio grande interesse, quello per i confini e gli stati non riconosciuti. Non perdetevelo!
A settembre oltre 100mila persone hanno dovuto abbandonare le loro case e la loro regione di provenienza, il Nagorno-Karabakh, con poche speranze di poterci un giorno tornare. Tra gli articoli che ho scritto quest’anno, mi sento di raccomandare questo, in cui ho provato a spiegare gli eventi in Nagorno-Karabakh nel 2023, dandogli un contesto storico.
Le isole hanno un loro fascino particolare sin da sempre: dalla terraferma danno l’impressione di essere irraggiungibili e piene di misteri; e molto spesso lo sono davvero. Questa piccola isola bulgara, a pochissimi chilometri dalla costa, è ricca di storie, avventure, prigionie e fughe che ricordano quelle ambientate a Château d’If, nel golfo di Marsiglia, o di Alcatraz. Se vi trovate nei pressi di Burgas, sul Mar Nero, una tappa all’isola di Sant’Anastasia è d’obbligo!
Affrontare la crisi sanitaria che invade l’Ucraina in guerra, ma soprattutto parlarne e riuscire a spiegarne problematiche e difficoltà a mente lucida, è una missione tanto impegnativa quanto mai necessaria. Un’intervista e analisi della situazione, che va oltre l’aspetto politico dell’invasione stessa e tocca livelli più umani, ce la offre Aleksej Tilman in questo pezzo.
Mi sento di suggerire questo articolo perché trovo che la cultura e soprattutto la controcultura musicale dell’Europa orientale, e in particolare quella jugoslava, sia un argomento assolutamente originale e ancora inesplorato dai più. Questo articolo permette di scoprire come sono nati i primissimi gruppi punk del mondo socialista jugoslavo, e quali furono le loro proposte rispetto alla “monotona vita che il socialismo aveva da offrire ai giovani”, in un modo molto affascinante.
Mi sento di suggerire questo articolo perché parla di una zona poco conosciuta, facendo luce sulle condizioni di vita una popolazione spesso ignorata. Le dirette testimonianze delle persone sono uno degli aspetti più interessanti dell’articolo.
Un pezzo nato quasi per caso da una conversazione serale. Quando Marco l’ha scritto ho capito subito che era stata un’ottima idea. Articolo fondamentale che mi ricorda un periodo particolare della mia adolescenza. È anche il più letto di tutto il sito.
La ricostruzione appassionante dei tre tentativi fatti nella prima metà del Novecento di conciliare le due anime della lingua serbo croata: l’alfabeto latino e l’alfabeto cirillico. Nessuno dei tre venne mai preso in considerazione a livello governativo, nell’allora Regno di Jugoslavia, ma tra gli intellettuali dell’epoca furono fonte di dibattiti e argomenti di discussione. L’adozione di un sistema di scrittura ibrido avrebbe davvero potuto cambiare le sorti del paese e dei suoi abitanti?
La storia – e la ricetta! – di un piatto semplice ma molto gustoso, tipico di Armenia, Azerbaigian, Daghestan e Turchia, con un nome diverso per ognuno dei paesi. Un “pane con le erbe” legato alla tormentata storia armena e alla zona del Nagorno-Karabakh, che ha perfino una canzone tutta sua: niente hamburger, niente cheeseburger, niente pizza, solo zhingyalov hats!
Da quasi due anni siamo bombardati quotidianamente da notizie sull’invasione russa su larga scala dell’Ucraina. Eppure, dalle nostre posizioni privilegiate e protette ci viene molto difficile immaginare cosa possa voler dire, per un abitante di Kyiv, vivere in una città in guerra, cercando una tranquillità che potrebbe essere sconvolta da un momento all’altro. Questa situazione surreale, in cui “non c’è panico, ma di certo la spensieratezza manca e la stanchezza ha la meglio”, è descritta in modo vivido in questo articolo, che vorrei consigliare.
Il fallito colpo di stato del 2016 ha segnato un prima e un dopo per la Turchia: con una serie di riforme mirate a erodere progressivamente l’autonomia della magistratura e degli avvocati, il governo di Erdoğan ha dato il via a un’operazione di smantellamento dello stato di diritto senza precedenti. In questo articolo Maria Savigni, esperta del settore, ricostruisce le tappe principali di questo processo in maniera molto tecnica ma estremamente chiara.
Le chata, case di campagna con decorazioni uniche e a connotazione regionale, sono parte integrante del preziosissimo ed eterogeneo patrimonio culturale dell’Ucraina, che rischia di andare perduto: due sorelle di Sjeverodonec’k hanno studiato e catalogato le chata in un’opera che nasce per fare in modo che non se ne perda memoria. Mentre attendiamo con ansia l’arrivo dell’“Old Khata Book” in Italia, non potete perdervi questa intervista di Claudia Bettiol alle autrici.
Una di quelle letture che sa di libri da leggere tutti d’un fiato, per non lasciarsi sfuggire nulla delle immagini e degli odori che si respirano in un racconto di viaggio. In un viaggio lungo le principali città dell’Uzbekistan, si unisce il passato, il presente e forse il futuro di questi posti mitici che caratterizzarono l’antica Via della Seta, tentando di riassumere l’infinito che questi luoghi e culture racchiudono. Il racconto che avrei voluto scrivere.
Una frontiera che non è frontiera, lasciata alla desolazione con cui la storia ha maledetto queste terre. L’Anatolia orientale turca resta una di quelle aree del mondo dove ci si sente davvero lontani da tutto, fermi in una stasi che in un certo senso rappresenta anche una stabilità. I popoli che abitano queste terre e quelle a loro adiacenti nella vicina Georgia ne capiscono l’ordine e non osano alterarlo. Aleksej Tilman ci racconta del suo viaggio in questo territorio quasi inesplorato dal lago Van alle sponde del Mar Nero.
Ricordate il film “I Love Radio Rock” dedicato al fenomeno delle radio libere inglesi degli anni Sessanta? Bene, la storia che ci racconta Nicola Zordan è molto simile. Radio Brod (Radio barca) è stata un’emittente pirata galleggiante nel mezzo dell’Adriatico animata da serbi, croati, bosniaci e sloveni. Proprio mentre sulla terraferma si consumava una delle guerre più sanguinose della recente storia europea.
I sorteggi per le nazionali di calcio rappresentano per il Kosovo un percorso a ostacoli. Tra paesi che non ne riconoscono l’esistenza e tifoserie politicamente ostili, ogni trasferta della nazionale kosovara rischia di provocare incidenti dentro e fuori il campo. In questo articolo Gianni Galleri ricostruisce la storia della più giovane nazionale di calcio europea.
Nicola in questo articolo riesce ad affrontare con rigore e obiettività un argomento delicato in occasione di una delle giornate, la ricorrenza del 10 febbraio, dedicate al passato spinoso della storia del nostro confine orientale.
Approfondendo una notizia di attualità, Marco Siragusa ha confezionato un pezzo preciso che illustra in maniera cristallina da dove nasce un accordo tanto scellerato in merito, ancora una volta, alla (non-)gestione della questione migratoria.
Nel momento di maggior successo per le destre europee degli ultimi 70 anni, i diritti e le libertà ne risentono fortemente. E come sempre accade i corpi delle donne sono tra i primi ad essere deprivati della libertà di scelta. Maria Savigni recensisce il libro di Alessandro Ajres, che racconta la lotta senza quartiere delle donne in Polonia per il diritto ad abortire.
Lo sappiamo, non tutti sono fan del brutalismo, soprattutto quello più sovietico. Ma dietro ogni architettura c’è un’idea di vita quotidiana, un’idea politica e un’idea umana. E la capitale dell’Armenia – tra le città più antiche al mondo – ne è simbolica portavoce. Lasciatevi trasportare tra le sue vie, tra nomi e ideali passati ma indimenticabili.
La vita della città di Berlino cambia radicalmente il 9 novembre 1989, quando cade il Muro. Due giorni dopo si affrontano all’Olympiastadion Herta Berlino e Wattenscheid in occasione della 17a giornata di 2. Bundesliga, serie cadetta della Germania Ovest, la prima dopo la caduta del Muro. Roberto Brambilla racconta di come il calcio, lo sport, faccia il suo incontro con la Storia, con una data che nessuno dimenticherà mai, un incontro che personalmente mi ha sempre affascinato ed è per questo che vi consiglio di leggerlo.
Adoro le storie che raccontano di posti semi-inesplorati, che sembrano così lontani e che la nostra immaginazione può, in certi casi, fare fatica a comprendere. È il caso della Repubblica di Marij El, una delle 24 repubbliche che formano la Federazione Russa, abitata da una popolazione di origine ugro-finnica, lontani “parenti” di ungheresi e finlandesi. Martina Napolitano ci porta alla scoperta della sua capitale, Joškar-Ola, e di tutte le sue particolarità che possono anche sembrare inaspettate.
Chi mi conosce sa quanto mi appassionano gli spomenici, giganti in cemento a vista che ci ricordano di eventi passati con uno stile architettonico completamente estraneo ai canoni estetici ai quali siamo abituati. Senza scomodarsi fino alle ex repubbliche jugoslave, però, si possono visitare alcuni di questi memoriali anche in Italia. In questo pezzo Gianni Galleri ci accompagna alla scoperta dello spomenik di Barletta.
Il conflitto arabo-israeliano è tornato recentemente, per ovvie e drammatiche ragioni, agli onori della cronaca. In questo pezzo Marco Siragusa ci racconta l’evoluzione nel tempo della posizione assunta dal leader per eccellenza del movimento dei paesi non allineati, la Jugoslavia, sulla questione. Da non perdere.