Il ritrovamento dei resti di un missile nucleare russo in Polonia non poteva che destare preoccupazione e polemiche nel paese. Ce ne parla Oscar Luigi Guccione.
Il 22 aprile 2023 è una tiepida giornata di sole a Bydgoszcz, nel voivodato della Cuiavia-Pomerania, a sole tre ore di macchina da Varsavia. Nei boscosi territori della periferia cittadina, un uomo in sella a un cavallo si imbatte nei resti di tutto quello che ha l’aria essere un oggetto caduto dal cielo.
Perplesso, si reca alla stazione di polizia più vicina per segnalare il ritrovamento; nonostante, le grandi insistenze da parte del ritrovatore, bisognerà aspettare fino a mercoledì 26 aprile perché un’operazione congiunta dell’esercito e della policja porti a galla la verità: l’oggetto è un missile Kh-55 di fabbricazione russa in grado di trasportare una testata nucleare, la quale era stata però evidentemente rimossa prima del lancio.
Per quanto ai limiti tra realtà e cinematografia, il fatto è avvenuto davvero nella foresta che si trova vicino al piccolo villaggio di Zamościa, nella parte centro-occidentale della Polonia. Da questo punto in poi, la storia si arricchisce di notizie e particolari sempre più intriganti, che svelano una catena di goffi tentativi di nascondere verità e presunte inadeguatezze del governo e dei sistemi di difesa polacchi.
Il 27 aprile, il ministero della Difesa su Twitter ammette la natura militare dell’oggetto, rassicurando la cittadinanza sulla non pericolosità dei detriti e riguardo alle investigazioni in corso da parte delle autorità. Il giorno successivo, il tenente generale Tomasz Piotrowski, capo del Comando operativo delle forze armate, collega l’oggetto trovato vicino a Bydgoszcz a un incidente aereo del 16 dicembre 2022, giorno in cui avvennero massicci attacchi missilistici russi verso l’Ucraina.
A questo punto, il primo ministro Mateusz Morawiecki interviene per confermare questa ipotesi, svelando un retroscena: il 16 dicembre, i velivoli dell’aviazione polacca e gli F-35 Nato rilevano il missile nello spazio aereo polacco riuscendo a seguirlo per un certo periodo di tempo ma perdendone infine le tracce, e decidendo di non perseverare nella ricerca. Secondo alcune indiscrezioni pervenute dal media Onet, il ministro della Difesa Mariusz Błaszczak venne prontamente informato di ciò che stava accadendo, ma ordinò di non allargare le ricerche per non allarmare la popolazione.
Il destino del missile venne quindi lasciato a se stesso, evidentemente sperando che non arrecasse danni ai civili – com’era invece accaduto un mese prima a Przewodów – e che la faccenda non venisse a galla.
Il recente ritrovamento di un missile nucleare russo in Polonia ha dato invece il via alla caccia al colpevole: il primo ministro Morawiecki dice di essere stato informato della faccenda solo ad aprile, dopo aver chiesto delucidazioni al ministro della Difesa; Błaszczak, dal canto suo, sostiene di essere stato lasciato anch’egli all’oscuro dei fatti e accusa di negligenza il tenente Piotrowski e il Generale Supremo delle forze armate polacche Rajmund Andrzejczak, che non avrebbero informato della violazione dello spazio aereo polacco, accusandoli di aver messo in pericolo l’incolumità della nazione. Andrzejczak, intervistato alla radio RMF, si dice sicuro invece di aver seguito le dovute procedure e di non aver nulla da rimproverarsi sulla gestione dell’incidente.
Missili (non) nucleari: perché?
Il Kh-55 ritrovato era stato privato del proprio arsenale nucleare. Ma allora, perché utilizzare un missile simile e non invece altri mezzi che non prevedono la possibilità di trasportare armamenti atomici?
In realtà, questa domanda è stata già posta dal mese di novembre 2022, quando tra i missili lanciati in Ucraina dal territorio russo spuntano i primi Kh-55, sempre con arsenale vuoto. Le ipotesi più accreditate sono di un utilizzo dei suddetti missili per risparmiare sui missili più moderni e incisivi (escluso ovviamente il potenziale nucleare dei Kh-55). Secondo molti analisti, infatti, l’arsenale balistico russo sarebbe vicino al punto di esaurimento e ogni mezzo potrebbe essere utile a mettere in maggior difficoltà i sistemi difensivi ucraini.
La guerra in Ucraina ha causato altri danni fuori dai confini di Ucraina e Russia. Ne abbiamo scritto qui.
Un missile nucleare russo in Polonia è un (ennesimo) campanello d’allarme?
La caduta del Kh-55 in Polonia ha fatto nascere non poche preoccupazioni nell’opinione pubblica del paese, dando adito a critiche sulla capacità del sistema di difesa polacco di far fronte a pericoli di questo genere.
La polemica si è incendiata quando l’ex ministro della Difesa Macierewicz ha accusato l’opposizione, la Piattaforma Civica, di aver approvato durante il loro ultimo governo (2011–2015) una direttiva che impedisce ai radar polacchi di rilevare oggetti in volo sotto i 3mila metri di altezza, creando così potenziali pericoli come quello che si è consumato senza colpo ferire vicino a Bydgoszcz.
Il blog di difesa Defence24 ha stimato che il missile volasse a un’altezza compresa tra cento e mille metri di altezza, a una velocità di circa 700 chilometri all’ora; stima che darebbe ragione alle accuse di Macierewicz.
Andando però a verificare, in Polonia non è mai stata approvata alcuna legge come quella citata dall’esponente del PiS; si potrebbe, piuttosto, trattare di una norma interna che definisce l’utilizzo del sistema antiaereo polacco in tempo di pace, ovvero quando – per ovvi aspetti economici e logistici – non opera a pieno regime. Ma anche quest’ultima teoria rimane di difficile verifica. Defence 24 ha rivolto la domanda direttamente al Comando Generale dei reparti delle forze armate polacche, che si è detto impossibilitato a rispondere perché le informazioni richieste sarebbero classificate.
Il missile caduto lo scorso dicembre è probabilmente il risultato di un errore nel lancio, che lo ha portato a deviare fino in Polonia, e secondo alcune stime sarebbe potuto arrivare fino in Germania.
Seppure sia difficile pensare che la Russia abbia volontariamente attaccato la Polonia, la situazione non è meno preoccupante: il danno arrecato poteva essere decisamente maggiore, e causare un incidente che – non primo nella storia – avrebbe portato a un probabile aumento delle tensioni con i paesi Nato, offrendo il fianco a voci che chiamano a un intervento più deciso contro Mosca – in primis, ovviamente, l’Ucraina. Chi ha invece tutte le ragioni a voler mantenere i toni bassi – per quanto una guerra in Europa lo permetta – sono gli Stati Uniti, che hanno dimostrato accortezza nelle dichiarazioni, sia in questo caso, sia dopo l’incidente dello scorso dicembre.
Palloncini pericolosi
Mentre la discussione sul missile nucleare russo in Polonia montava, il 12 maggio un oggetto ritenuto un pallone da osservazione entrava nello spazio aereo polacco dalla Belarus’, sorvolando il paese per diverse ore prima di scomparire dai radar.
Il presidente polacco Andrzej Duda ha collegato l’oggetto e i precedenti oggetti entrati nello spazio aereo polacco all’invasione russa dell’Ucraina.
“Mai la guerra è stata così vicina a noi, mai così tangibile”, ha detto Duda durante una visita a Ustka, sulla costa del Mar Baltico, dove l’esercito polacco stava svolgendo una grande esercitazione.
Il ministero della Difesa ha dichiarato di ritenere che l’oggetto fosse un pallone di osservazione e che il contatto radar è stato perso nei pressi di Rypin, una città della Polonia centrale a 143 chilometri a nord-ovest di Varsavia.
L’oggetto è stato avvistato venerdì intorno alle 20:30 nei pressi di Białowieża, vicino al confine della Polonia con la Belarus’. È stato effettuato un monitoraggio radar, ma intorno alle 12:30 di sabato l’oggetto ha cessato di essere visibile, ha dichiarato all’emittente televisiva TVN24 il capitano Ewa Złotnicka, addetto stampa del Comando Operativo delle forze armate.
“La Polonia e l’esercito polacco non hanno visto eventi del genere sul nostro territorio e sopra il nostro territorio per molti decenni”, ha detto Duda nelle sue osservazioni di sabato 13 maggio. Il presidente ha dichiarato che le autorità polacche stavano analizzando le nuove procedure che venivano utilizzate per la prima volta, e che alcune avevano funzionato meglio di altre. Ma ha detto di non poter entrare nei dettagli per motivi di sicurezza.
I palloni d’osservazione sono tra i mezzi più utilizzati per lo spionaggio, a causa della loro difficoltà a essere rilevati, nonché abbattuti. Solo un mese fa, un presunto pallone d’osservazione cinese era stato rilevato negli Stati Uniti, mentre la controparte cinese aveva accusato gli americani di aver inviato mezzi simili decine di volte nello spazio aereo cinese negli ultimi mesi.