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Tra i luoghi più visitati e fotografati dai turisti a Tbilisi troviamo il Ponte Secco e il Ponte della Pace. Le due strutture hanno un elemento in comune: pur essendo figlie di epoche diverse sono entrambe state progettate da architetti italiani.
Andiamo quindi a vedere il contesto in cui sono stati eretti i ponti italiani a Tbilisi, un percorso che ci permette di ricostruire parte della storia della città.
Giovanni Scudieri e il Ponte Secco
La storia del Ponte Secco – in georgiano mshrali khidi – ci riporta al periodo in cui la Georgia era una provincia dell’Impero Russo.
Per saperne di più della conquista russa della Georgia leggi questo articolo.
Il ponte ad arco in pietra che si può ammirare oggi nel centro di Tbilisi venne, infatti, costruito tra il 1848 e il 1851 su progetto dell’architetto Giovanni Scudieri. La biografia di questa figura merita di essere brevemente raccontata.
Padovano, classe 1817, una volta conclusi gli studi nella città natale si trasferì in Russia nel 1837. Inizialmente lavorò ad Odessa, agli ordini del governatore generale della Nuova Russia, Michail Voroncov. Nel 1846, quando Voroncov ricevette la carica governatore del Caucaso, portò Scudieri con sé, nominandolo architetto generale di Tbilisi – o Tiflis, come era nota allora la capitale della Georgia.
Per questo motivo, il padovano progettò importanti costruzioni del periodo quali il vecchio teatro dell’opera (1851, andato distrutto in un incendio nel 1874), il Ponte di Saarbrücken attraverso il fiume Kura (1853, il complesso che include il Ponte Secco) e la Cattedrale Militare di San Nicola (1851). Quest’ultimo edificio, abbattuto in epoca sovietica, costò tragicamente la vita a Scudieri che il 5 giugno 1851 cadde da un’impalcatura della chiesa in costruzione.
Il Ponte Secco è l’estensione del Ponte di Saarbrücken. Fino al 1933 superava il braccio del fiume che divideva il quartiere di Mtasminda dall’isola di Matadov, braccio che venne interrato nel 1933 per far spazio ad una strada. Proprio per questo ha assunto il soprannome di Ponte Secco. Sotto di esso non scorre l’acqua del Kura, ma il traffico caotico di Tbilisi.
Sebbene sia una struttura notevole di per sé, l’attuale notorietà del Ponte Secco è dovuta principalmente alla presenza di un mercato delle pulci sul suo lato settentrionale, dove i turisti amano andare in cerca di cimeli dell’epoca sovietica.
Il mercato racconta un periodo difficile della storia della Georgia. La gravissima crisi economica che colpì il paese negli anni Novanta, spinse molti a vendere in strada i propri averi pur di arrivare alla fine del mese. Venne così a formarsi l’attuale mercato del Ponte Secco. Da allora, nonostante le riserve delle amministrazioni che si sono succedute nel corso degli anni, il mercato è rimasto diventando a suo modo uno dei simboli della città.
Saakashvili e il Ponte della Pace
Spostandoci di qualche centinaio di metri a valle lungo il Kura, troviamo un’opera architettonica che ci porta a un altro periodo storico: il Ponte della Pace – mshvidobis khidi.
Se il Ponte Secco e il suo mercato delle pulci, ci connettevano al passato del paese, il Ponte della Pace è, per volontà stessa di chi lo ha commissionato, il simbolo del futuro della Georgia.
Il ponte venne infatti costruito durante la presidenza di Mikheil Saakashvili (2004-2013). Quella di Saakashvili è una figura divisiva per i georgiani, tra chi ne ricorda le importanti riforme e chi i metodi radicali con cui le ha attuate e altre ombre della sua presidenza. Indubbiamente però l’ex presidente ha lasciato un’impronta importante sul paese, così come sulla sua architettura, e la scelta controversa di costruire un ponte moderno in vetro e acciaio nel centro storico della capitale riflette perfettamente il personaggio.
Il Ponte della Pace venne progettato dal noto architetto ferrarese Michele De Lucchi e concluso nel 2010. Le sue componenti furono costruite in Italia per poi essere trasportate in Georgia. La struttura, lunga centocinquanta metri, collega la città vecchia al moderno parco di Rikhe, connettendo simbolicamente il passato e il futuro della Georgia.
(Meridiano 13/Gianni Galleri)(Meridiano 13/Gianni Galleri)Clicca sulle immagini per ingrandirle
Come Scudieri due secoli prima, De Lucchi ha firmato molti edifici di Tbilisi quali il ministero degli Interni e la residenza presidenziale. Per il suo ruolo nella ricostruzione della città, Saakashvili premiò De Lucchi con la cittadinanza onoraria georgiana.
Se nell’Ottocento i russi affidarono ad un architetto straniero la costruzione di opere che ne affermassero il proprio controllo sul Caucaso, Saakashvili ha fatto lo stesso per tagliare con il passato e rappresentare la volontà di costruire un paese indipendente e proiettato al futuro.
Nato a Milano, attualmente abita a Vienna, dopo aver vissuto ad Astana, Bruxelles e Tbilisi, lavorando per l’Osce e il Parlamento Europeo. Ha risieduto due anni nella capitale della Georgia, specializzandosi sulle dinamiche politiche e sociali dell’area caucasica all’Università Ivane Javakhishvili. Oltre che per Meridiano 13, scrive e ha scritto della regione per Valigia Blu, New Eastern Europe, East Journal e altre testate.