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I racconti di viaggio non di rado si intrecciano a storie d’amore, che – lunghe o passeggere che siano – portano con sé il sapore del romanzo. Uno di questi racconti, di inizio Ottocento, è diventato leggendario grazie a una “opera rock” di grande successo portata per la prima volta in scena a Mosca nel 1981 e basata su un libretto del poeta Andrej Voznesenskij (1933-2010), uno dei rappresentanti della nuova avanguardia degli anni del disgelo. Al centro di quest’opera c’è la storia d’amore (romanzata) tra un intraprendente statista russo e una giovane spagnola californiana. Il tutto nel contesto del processo di colonizzazione russa del Nord America, o meglio della Russkaja Amerika.
Il nostro Romeo: Nikolaj Rezanov, un rampante pietroburghese
Il nobile pietroburghese Nikolaj Rezanov, classe 1764, è un giovane impiegato di altissimo livello negli organi imperiali di fine Settecento, ambito in cui riesce in breve tempo ad avanzare di ruolo mentre si inserisce nei migliori circoli intellettuali dell’epoca; lavora, ad esempio, anche al servizio del poeta Gavriil Deržavin quando questi diviene senatore e segretario dell’imperatrice Caterina II.
Il destino di Rezanov non sarà però quello di fermarsi nella sua città natale. A trent’anni, nel 1794, viene inviato a Irkutsk in Siberia a controllare le attività del mercante di pellicce Šelichov, immortalato proprio da Deržavin come il “Cristoforo Colombo russo” per le sue esplorazioni nell’America settentrionale.
A Irkutsk, cercando di ingraziarsi il favore del rappresentante del potere imperiale, Šelichov deciderà di dargli in moglie la figlia quindicenne Anna. Per Rezanov non può essere che un affare dato che il commercio di pellicce è molto redditizio, ma anche per Anna l’acquisizione di un titolo nobiliare non rappresenta un vantaggio di poco conto. Passano pochi mesi prima che Šelichov muoia (lo stesso farà Anna nel 1802, dando alla luce la secondogenita), mentre l’imperatore Paolo I nominerà Rezanov rappresentante del consorzio di commercio denominato Compagnia russo-americana, nato dalla fusione delle compagnie di Šelichov e di altri mercanti siberiani.
Nel 1802, tuttavia, il destino porta nuovamente Rezanov lontano: gli viene affidata la co-direzione della prima circumnavigazione russa del globo (1803-1806) assieme all’ammiraglio Kruzenštern (una co-gestione del viaggio che causerà non pochi dissidi tra i due). Durante il viaggio Rezanov ha l’arduo compito di stringere, in qualità di ambasciatore, rapporti commerciali con il Giappone (al tempo chiuso nella sua autarchia, il sakoku) e successivamente recarsi per un’ispezione nell’America russa.
Partite da Kronštadt nell’agosto del 1803, le due navi Nadežda (Speranza) e Neva superano l’equatore in novembre e giungono in Brasile a Natale.
Nel settembre del 1804 la Nadežda si dirige verso Nagasaki, dove però la “missione giapponese” non avrà fortuna, come racconta anche Anton Čechov nel suo L’isola di Sakhalin (1891-1893):
Se vogliamo prestar fede a Kruzenštern, a Rezanov durante l’udienza non fu offerta nemmeno una sedia, gli fu impedito di portare la spada e, ‘in considerazione dell’intolleranza’, si tolse addirittura le scarpe. E questo un ambasciatore, un plenipotenziario russo! Difficile dar prova di minore dignità. Subìto questo grave smacco, Rezanov volle prendersi la rivincita sui sudditi nipponici. Impose all’ufficiale di Marina Chvostov di spaventare per bene i giapponesi di Sakhalin – ordine che non fu trasmesso secondo la prassi consueta, bensì per vie traverse, in una busta sigillata e a condizione insindacabile che fosse aperta solo una volta giunti a destinazione. E così Rezanov e Chvostov furono i primi a riconoscere che Sakhalin meridionale apparteneva ai giapponesi.
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California Love
Deluso dall’esperienza fallita in Giappone, passando per la Kamčatka, Rezanov si dirige in Alaska, dove giunge nell’agosto del 1805 (a Kruzenštern il compito di rientrare invece dalla circumnavigazione a Kronštadt). Qui trova gli insediamenti russi in uno stato fatiscente, la popolazione con gravi problemi di approvvigionamento, dipendente dai rifornimenti dalla Siberia. Per ovviare prontamente al problema Rezanov acquista dal mercante John DeWolf (zio dello scrittore Herman Melville e ispiratore in parte del suo Moby Dick) la nave Juno, ribattezzata Junona (Giunone), carica di prodotti alimentari, donandola ai coloni russi.
Consapevole tuttavia che si tratti di una soluzione temporanea, Rezanov ordina la costruzione di una seconda imbarcazione, che prenderà il nome Avos’, da inviare al sud, in California (all’epoca ancora sotto la corona spagnola) per garantire l’approvvigionamento dell’America russa attraverso accordi commerciali con gli spagnoli.
La Junona giunge a San Francisco nel marzo del 1806: Rezanov è a bordo e il suo obiettivo è stringere rapporti vantaggiosi con il governatore locale. Quel che è noto è che di certo strinse rapporti con la figlia quindicenne di questi, Concepción Argüello, detta Conchita, di cui chiese la mano.
La profondità del sentimento tra i due ha dato modo di speculare a molti, viste le mire diplomatiche e commerciali di Rezanov. Tuttavia, è questa storia d’amore transcontinentale che dette a Voznesenskij l’ispirazione per il suo poema Avos’ (1970), poi divenuto l’opera rock Junona e Avos’ (1981).
Una storia (d’amore?) senza happy end
Vista la diversa fede (ortodossa e cattolica), Rezanov promette di recarsi a Pietroburgo e lì chiedere attraverso l’imperatore l’autorizzazione ufficiale dal papa alla celebrazione di questo matrimonio. Tuttavia, sulla via verso la capitale, nell’ottobre del 1806 Rezanov sfida il gelo siberiano e prosegue il suo viaggio a cavallo, cosa che lo porterà alla morte, nel marzo del 1807 a Krasnojarsk. Conchita da parte sua resterà sempre fedele al suo promesso sposo: verrà a sapere solo nel 1808 della sua morte e, senza mai sposarsi, entrerà in monastero nel 1857.
Chissà cosa sarebbe potuto succedere se il matrimonio russo-spagnolo in California fosse andato in porto in questo primo Ottocento ricco di colpi di scena (in quegli stessi anni in un continente si svolgeva la battaglia di Austerlitz e nell’altro il Messico iniziava a lottare per la propria indipendenza).
I “se” della storia sono tantissimi, così come innumerevoli sono gli spunti che essa ha offerto e continua a offrire agli artisti per dar vita a nuove leggende artistiche. L’opera rock basata sul libretto di Vosnesenskij (disponibile su YouTube) ne è un esempio.
Dopotutto, il termine Avos’ – il nome della nave fatta realizzare da Rezanov – la dice lunga: “forse”, “è possibile”, ma anche “fortuna”, “caso”, “buona occasione”; insomma, nella storia, quella con la S maiuscola e quella con la s minuscola, “speriamo che ci vada bene!”.
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Dottoressa di ricerca in Slavistica, è docente di lingua russa e traduzione presso l’Università di Trieste, si occupa in particolare di cultura tardo-sovietica e contemporanea di lingua russa. È traduttrice, curatrice di collana presso la casa editrice Bottega Errante ed è la presidente di Meridiano 13 APS.