Come potrai immaginare, questo progetto ha dei costi, quindi puoi sostenerci economicamente con un bonifico alle coordinate che trovi qui di seguito. Ti garantiamo che i tuoi soldi verranno spesi solo per la crescita del progetto, per i costi tecnici e per la realizzazione di approfondimenti sempre più interessanti:

  • IBAN IT73P0548412500CC0561000940
  • Banca Civibank
  • Intestato a Meridiano 13

Puoi anche destinare il tuo 5x1000 a Meridiano 13 APS, inserendo il nostro codice fiscale nella tua dichiarazione dei redditi: 91102180931.

Dona con PayPal

Chi salverà i romantici dell’Ofk Belgrado?

La Serbia calcistica sembra avere solo due amori se osservata da lontano: il Partizan e la Crvena Zvezda, la Stella Rossa. Ma avvicinandosi come in una sorta di zoom si vedono spuntare ovunque tanti altri club dalla storia centenaria, supportati dal sincero amore dei loro supporter. A Belgrado in particolare esiste un sodalizio che ha più di un secolo di storia alle spalle e che proprio in questi giorni rischia di scomparire: l’Ofk, l’Ofka, come viene chiamato dai suoi tifosi l’Omladinski Fudbalski Klub, il Club Calcistico Giovanile di Belgrado.

Non fatevi ingannare dal nome, non si tratta di una squadra primavera o di una società pura di solo settore giovanile, l’Ofka è una squadra senior, che è stata negli anni Trenta, la più forte compagine del Regno di Jugoslavia. Si chiamava Bsk, Beogradski Sport Klub e vinse ben cinque titoli e una coppa nazionale. Dopo la seconda guerra mondiale, cambiò diverse volte nome: Metalac, di nuovo Bsk e infine Ofk a partire dal 1957. Proprio la seconda metà degli anni Cinquanta e i Sessanta rappresentano la seconda golden age del club. In un mondo che stava cambiando velocemente, l’Ofk Belgrado rimaneva un punto di riferimento per il bel gioco. Mentre Partizan e Stella Rossa si accaparravano le nuove generazioni di tifosi, a Karaburma – il quartiere dove sorge lo stadio dell’Ofk – si rinverdivano i fasti del passato e lo stadio era pieno per vedere le gesta dei Romantičari, i romantici, così come venivano chiamati i giocatori in bianco blu.

Nuvole nere sul futuro dei romantici

L’Ofk è stato fondato nel 1911 e ha quindi attraversato tutto il ventesimo secolo. È passato più o meno indenne dalla prima e dalla Seconda guerra mondiale, così come dalla dissoluzione della Jugoslavia. Quello che però non è riuscito a contrastare sono stati gli interessi privati di alcuni personaggi che sulla maglia della squadra hanno provato a costruire il loro tornaconto personale. 

Nel 1997 Zvezdan Terzić è un ex giocatore dell’Ofk che viene chiamato a ricoprire il ruolo di direttore generale del club. Sotto la sua gestione la squadra torna in prima divisione e diventa una protagonista del calcio serbo, sfornando moltissimi giovani interessanti come Aleksandar Kolarov (Roma, Lazio, Inter e Manchester City) o Branislav Ivanović (Chelsea). Tuttavia, la sete di potere di Terzić non può accontentarsi del club bianco-azzurro. Il passo successivo è quello di diventare presidente della Federazione di calcio della Serbia e Montenegro.

Ofk Belgrado
Murales fuori dallo stadio dell’Ofk Belgrado (foto Gianni Galleri)

Siamo nel 2005 e a soli 39 anni l’ex calciatore viene eletto all’unanimità. A lui si deve il cambio di colore della maglia della Nazionale, da blu a rosso, e la nomina del primo allenatore straniero come commissario tecnico. Tuttavia di lì a breve la sua parabola inizia la discesa. Viene arrestato per alcune irregolarità nel trasferimento di certi giocatori dell’Ofk, ai tempi in cui era direttore generale. Dopo nove mesi di carcere e qualche tempo lontano dal pallone Terzić torna alla guida dell’Ofk nelle vesti di presidente, prima di lasciare per la seconda volta il club e accasarsi alla Stella Rossa, di cui è tuttora direttore generale.

Dalla padella nella brace

Così nel 2014 per la squadra bianco-blu ha inizio un periodo da incubo. Si comincia con il “caso Vračar”, ovvero la partita tra l’Ofk e la Stella Rossa (ricordatevi dove è finito Terzić) alla prima giornata di Superliga del 2015. I bianco-blu stanno vincendo 2-0 all’intervallo, ma il risultato finale è 6-2 per i bianco-rossi. I media sollevano la possibilità di una combine e parte un’indagine giudiziaria, che si conclude con la retrocessione in Prva Liga dell’Ofk Belgrado. Dopo di che si sono susseguite partenze di giocatori e i buchi finanziari, culminate con la retrocessione in terza divisione (semi-professinistica) e con ritardi di due anni nel pagamento degli stipendi degli impiegati e la rovina delle scuole calcio giovanili, fiore all’occhiello della società.

“Quando siamo retrocessi in terza divisione abbiamo vinto la Coppa di Belgrado. Sembra niente, ma se ci penso è l’unica cosa che ho visto vincere alla mia squadra in quasi cinquant’anni. E probabilmente resterà l’unica”. Voja in realtà ha solo 44 anni, ma quando si tratta di attendere una vittoria, si sa, il tempo si dilata. È un tifoso dell’Ofka ed è la persona che ha cercato di spiegarci che cosa significhi tifare per i Romantičari nell’epoca del duopolio Partizan e Crvena Zvezda.

“Nei nostri confronti c’è sempre stato un grande rispetto da parte di tutti”, ci ha detto quando abbiamo iniziato a parlare. “In tutte le famiglie, in tutti i gruppi di quartiere, esce sempre fuori uno zio o un amico che tifa Ofka. Specialmente prima, fra le persone più avanti con gli anni. Quelli che seguivano il calcio prima della Seconda Guerra Mondiale”. Ma il rispetto verso la squadra non è una prerogativa belgradese. “Abbiamo sempre avuto ammiratori anche in Vojvodina, persino in Croazia”. E ovviamente la domanda non poteva che essere quella: come si diventa tifosi dell’Omladinski Fudbalski Klub Beograd? “Mio nonno ha sempre tifato Ofka, mio padre ha sempre tifato Ofka, io non potevo non tifare Ofka”. Una tradizione di famiglia.

Un serbo di Chicago

Negli ultimi mesi la situazione si è però ulteriormente aggravata, paventando il rischio di un fallimento. Dopo aver dato le dimissioni dalla presidenza del Consiglio di Amministrazione lo scorso giugno, Saša Stevanović ha deciso a fine luglio che a sostituirlo sarebbe stato Dejan Vuksanović, “un serbo di Chicago”. Autopresentatosi come un uomo d’affari di successo e tifoso dell’Ofk Belgrado, Vuksanović, che al pubblico serbo è noto per le frequenti ospitate sul canale YouTube Balkan Info, ha promesso di tirare fuori il club dalla difficile situazione finanziaria e di “riportare velocemente il club nella massima divisione del calcio serbo”. 

Qui entra in gioco un nuovo attore che negli ultimi tempi ha vegliato sulle residue speranze di salvezza del club, il comitato “Amici dell’Ofk” (Klub Prijatelja Ofk Beograda) composto dai tifosi e dalle persone che hanno dimostrato davvero di avere a cuore la squadra. Sono stati loro a mettere in discussione fin da subito quello che Vuksanović proponeva. “Per non dare l’impressione di aver accettato la candidatura sulla base delle sue promesse, gli abbiamo chiesto di presentare il suo business plan. Era di due pagine ed era pure in inglese. Alla prima pagina c’era la sua biografia e nella seconda aveva scritto che avrebbe dato 53.000 euro al mese per le spese. Nel resto spiegava di come avrebbe raggiunto il budget con le donazioni dei serbi che vivono negli Usa. Già allora ci era chiaro che si trattasse di un ciarlatano, cosa che molto rapidamente si è rivelata essere una valutazione esatta”.

Ofk Belgrado
Ingresso dello stadio dell’Ofk Belgrado (foto Gianni Galleri)

Sulla base delle promesse di Vuksanović il club ha messo in piedi la squadra per questa stagione e ha firmato i contratti a cifre irrealistiche. Dopo due mesi i calciatori non hanno ancora ricevuto un soldo, alcuni di loro sono rimasti senza alloggio e cibo. Hanno richiesto un incontro urgente con il presidente dopo il quale Vuksanović ha pagato 20mila euro e ha comunicato che non c’erano più soldi e che non era riuscito a realizzare i suoi piani per finanziare il club.

L’Ofk Belgrado oggi ha un debito che si aggira sui 3 milioni di euro e qualcuno all’interno del club degli Amici dell’Ofk pensa che l’arrivo di Vuksanović sia forse stata un’idea di qualcuno per fare in modo che il club fallisse del tutto. “L’accordo con il comune per l’utilizzo dello stadio è scaduto già dal 2007 e il club da allora non ha nessun documento che attesti il suo diritto alla permanenza nell’impianto. Noi siamo una specie di custodi di uno spazio di proprietà del comune di Belgrado ed è già 15 anni che ci troviamo in questa zona grigia. Lo stadio cade a pezzi, ma non abbiamo i permessi per fare nessun tipo di lavoro. Quando fallirà l’Ofk non ci saranno ostacoli per far sì che l’area non sia più ad utilizzo sportivo, ma che diventi un terreno edificabile e che lo stadio venga buttato giù per costruirci un centro commerciale o un condominio”. La zona di Karaburma potrebbe valere moltissimo se qualcuno potesse costruirci, ovviamente demolendo lo stadio dell’Ofk.

L’ultimo tentativo di salvare l’Ofk Belgrado

Qualche giorno fa il club di tifosi ha fatto uscire questo comunicato:

Cari amici,

Gli “Amici dell’Ofk Belgrado” (Klub prijatelja Ofk Beograda) hanno lanciato una campagna di raccolta fondi per cercare di salvare dalla bancarotta la nostra tanto amata e celebrata squadra di calcio, l’Ofk Belgrado. A causa della negligenza dei precedenti consigli di amministrazione, l’Ofk Belgrado è attualmente allo stremo: fortemente indebitato, senza entrate stabili e retrocesso nel girone di Belgrado della terza lega, un livello semi-professionistico. 

Il campo di calcio, un tempo vanto del club, lo stadio Omladinski, sul cui terreno molti grandi giocatori hanno raggiunto fama e gloria, tra cui star internazionali come Josip Skoblar, Slobodan Santrač, Ilija Petković, Dragoslav Stepanović, Branislav Ivanović, Dušan Tošić e Aleksandar Kolarov, ora giace in rovina. Questo stadio, di proprietà della città di Belgrado, è la sede del club dal 1957. Da quell’anno, proprio su quel terreno di gioco 77 giocatori dell’OFK si sono guadagnati la nazionale. Il club, che di quello stadio porta il nome, e l’accademia calcistica, per la quale attualmente si allenano ben 300 giovani, sono a tutti gli effetti solo degli inquilini senza diritti nel proprio stadio.

A causa dell’attuale stato disastroso del club, nonché del totale disinteresse da parte della città di Belgrado, del Ministero dello Sport serbo o della Federcalcio serba, noi “Amici dell’Ofk Belgrado” non abbiamo altra scelta che impegnarsi personalmente per salvare questo club dalla grande storia. Lo slogan della nostra campagna di raccolta fondi sarà “Riconquistiamo Belgrado”.

L’Ofk Belgrado è una squadra di calcio molto amata, un vero e proprio simbolo della città e un gran pezzo della sua storia sportiva. Molte persone di Belgrado e non solo provano un grande affetto per la squadra. Forse il loro nonno ha sostenuto il predecessore del club, il Bsk, forse sono andati alle partite all’Omladinski da bambini, o hanno un membro della famiglia che è un “romantico” – il soprannome dei sostenitori dell’Ofk – appassionato… Ognuno ha un parente, un amico o un collega del genere, uno che ha nelle vene sangue bianco e blu. Non possiamo permettere che questo glorioso club e lo spirito dei romantici svaniscano nell’oblio.

Lavoriamo insieme, combattiamo insieme, per salvare questo club e mantenere viva la possibilità che ancora una volta si continui a giocare sul suo sacro terreno di gioco. Lo faremo tenendo a mente le parole del grande scrittore di calcio, Eduardo Galeano, “qualche canaglia metterà da parte il copione già scritto e commetterà l’insolenza di dribblare tutta la squadra avversaria, l’arbitro e la folla sugli spalti, il tutto per il piacere carnale di abbracciare l’avventura proibita della libertà”.

Ti invitiamo a sostenere la nostra causa, secondo le tue possibilità, e aiutarci a “riconquistare Belgrado” insieme.

Istruzioni di pagamento:

– RS35160600000083042234 – (KPO 1994, Mije Kovacevica 10a, Palilula, Beograd)

– DBDBRSBG – (Banca Intesa, Milentija Popovica 7B, 11070 Novi Beograd)

– Paypal – cvetkovickatarina1996@gmail.com

La corsa contro il tempo dei tifosi dell’Ofk non sarà assolutamente facile. Molte squadre in tutto il continente si sono mosse per aiutare i bianco-blu in questo momento di difficoltà. C’è bisogno di creare fiducia negli investitori, in chi poi dovrà dare una reale solidità alla società, dopo questo salvataggio di emergenza. Sarà complicatissimo, ma come ci ha detto alla fine della nostra intervista Voja, “ti immagini se ci riusciamo? Dopo, non ci spaventerà più niente”.

Traduzione dell’articolo di Danas a cura di Tobias Colangelo

Condividi l'articolo!
Gianni Galleri
Gianni Galleri

Autore dei libri “Questo è il mio posto” e “Curva Est” - di cui anima l’omonima pagina Facebook - (Urbone Publishing), "Predrag difende Sarajevo" (Garrincha edizioni) e "Balkan Football Club" (Bottega Errante Edizioni), e dei podcast “Lokomotiv” e “Conference Call”. Fra le sue collaborazioni passate e presenti SportPeople, L’Ultimo Uomo, QuattroTreTre e Linea Mediana. Da settembre 2019 a dicembre 2021 ha coordinato la redazione sportiva di East Journal.