Come potrai immaginare, questo progetto ha dei costi, quindi puoi sostenerci economicamente con un bonifico alle coordinate che trovi qui di seguito. Ti garantiamo che i tuoi soldi verranno spesi solo per la crescita del progetto, per i costi tecnici e per la realizzazione di approfondimenti sempre più interessanti:

  • IBAN IT73P0548412500CC0561000940
  • Banca Civibank
  • Intestato a Meridiano 13

Puoi anche destinare il tuo 5x1000 a Meridiano 13 APS, inserendo il nostro codice fiscale nella tua dichiarazione dei redditi: 91102180931.

Dona con PayPal

Settebellissimo: la pallanuoto italiana fra Rudić, Jugoslavia e Ungheria. Una recensione

C’è stato un momento nella storia recente dello sport italiano in cui siamo stati invincibili. Questa sorta di incantesimo di imbattibilità però non si verificava ovunque: la magia si manifestava solo all’interno di una piscina. Eravamo fortissimi, eravamo invincibili, eravamo il leggendario Settebello, anzi Settebellissimo. Gli anni d’oro della pallanuoto italiana. È questo il titolo che Simone Pierotti e Alessandro Mastroluca hanno scelto per il loro libro, edito da Battaglia Edizioni, che racconta l’epopea della nazionale italiana di pallanuoto.

Ratko Rudić, il deus ex machina dei trionfi italiani

E che cosa c’entra questo con l’Europa orientale o con i Balcani? C’entra eccome, perché l’artefice forse più importante di quei trionfi è stato un uomo che arrivava proprio dall’altra parte dell’Adriatico, Ratko Rudić. Geniale quanto difficile, imprevedibile, capace di difendere i propri giocatori o scaricarli senza tanti complimenti. Lungo le pagine del libro si tratteggia la biografia di questo baffuto croato nato a Belgrado che ha fatto davvero la storia della pallanuoto. Ne emerge così un ritratto estremamente interessante di un personaggio complesso e niente affatto piatto, con le sue incertezze e le sue idee molto decise riguardo allo sport e allo spogliatoio.

I giocatori del Settebello presenti strabuzzano gli occhi quando Rudić espone i suoi metodi di lavoro, sebbene ne siano già venuti a conoscenza durante un breve colloquio: sei ore di allenamento al giorno, con turni di due ore in palestra e altrettante in acqua. Un addestramento da esercito. La nazionale non è da rifondare, tutt’altro: Rudić ne apprezza la fantasia e la velocità di gioco, ma sottolinea la necessità di puntellare la fase difensiva per poter reggere il confronto con slavi, sovietici e americani.

p. 48

Il libro non scade mai in agiografie, né in critiche insensate (molto frequenti nello giornalismo sportivo italiano, soprattutto dopo i fallimenti), ma mantiene un equilibrio rifacendosi anche alle testimonianze dirette e agli articoli dei giornali del tempo, dando così un’idea realistica di cosa si pensava in Italia in quegli anni.

Settebellissimo - La Gazzetta dello Sport
L’iconica prima pagina del La Gazzetta dello Sport

Quando c’era lei: la scomparsa della Jugoslavia

Ma la figura di Ratko Rudić non è l’unica che riguarda i Balcani e l’Europa orientale. Per tutta la prima parte del libro c’è un altro protagonista che però si manifesta in assenza. Prima della grande ascesa dell’Italia, c’era stata un’altra nazionale imbattibile che aveva monopolizzato il gioco in piscina, facendo man bassa di trofei e medaglie: la Jugoslavia.

Si arriva, così, alla partita contro la Jugoslavia. Per Franco Porzio, ancora strabiliato dalle magie ammirate durante un allenamento congiunto, loro sono “l’università della pallanuoto” e Igor Milanović, il nostro giustiziere ai Mondiali di Madrid, è “il professore”.

Il ct avversario Stamenić non ha affatto risentito della crisi interna della Jugoslavia: nella sua selezione ci sono serbi, croati e montenegrini, non c’è stato bisogno di rinunciare agli sloveni semplicemente perché nella pallanuoto non sono competitivi al pari degli altri fratelli.

p. 68

Tuttavia come sappiamo, a causa dei conflitti degli anni Novanta, questa invincibile armada aveva dovuto alzare bandiera bianca suo malgrado, lasciando la piscina libera alle nuove pretendenti, fra cui Spagna e appunto Italia. Lungo le pagine del libro, tante volte aleggia il fantasma della squadra che non c’è più. Gli autori non nascondono il fatto che la vittoria degli azzurri arriverà anche grazie alla mancanza dell’eterno rivale jugoslavo.

La situazione precipita proprio nel mese di agosto: i cinque croati che erano stati sospesi dagli allenamenti in preparazione dei Giochi del Mediterraneo abbandonano il ritiro, mentre il montenegrino Mirko Vičević rimane su pressione della famiglia così come il croato Vitomir Padovan, tesserato per il Partizan Belgrado. […] Il 31 agosto, nel corso di un’assemblea della Federazione jugoslava di pallanuoto a Herceg Novi, viene infine deciso di smantellare il campionato nazionale, vinto per l’ultima volta dallo Jadran Spalato.

p. 70

La finalissima è un replay dell’atto conclusivo ai mondiali di Perth, in cui la Jugoslavia batte ancora una volta la Spagna e spezza la maledizione degli Europei. Un’ultima pagina di storia, prima che la Storia risucchi in un buco nero quella che resterà una delle nazionali più forti di ogni epoca.

p. 72

I maestri magiari e la fine dell’invincibile Settebello

Nell’ultima parte del libro, infine, arriva il terzo e ultimo protagonista proveniente dall’Europa orientale, che prende il posto dell’Italia invincibile e porta la pallanuoto a un nuovo e probabilmente (fino ad allora) mai raggiunto livello: la nazionale ungherese che con una generazione di fenomeni trionfa alle Olimpiadi per tre edizioni consecutive: 2000, 2004, 2008. Davanti ai maestri magiari gli sforzi dei nostri divengono inutili, troppa è la superiorità dimostrata in vasca dagli atleti di Budapest.

Il Settebello ha pagato soprattutto l’aver trovato sulla sua strada una nazionale che avrebbe dominato la pallanuoto negli anni Duemila. Una nazionale che ha Siviglia ha schierato quattro degli otto ungheresi, e dei dieci uomini nella storia, capaci negli anni successivi di vincere tre ori olimpici della pallanuoto maschile (prima di Parigi 2024)

p. 165

Su Meridiano 13 puoi leggere anche altre recensioni di libri.

Ottima letteratura sportiva

Settebellissimo è un libro particolarmente piacevole, che riesce ad essere coinvolgente e appassionante, pur mantenendo un racconto lineare della storia. Non è l’artificio stilistico o la scelta narrativa a coinvolgere il lettore, ma la semplicità delle strutture e la ricerca molto seria delle fonti, siano esse giornalistiche o interviste con i protagonisti.

Con questo lavoro il duo Pierotti-Mastroluca si colloca a pieno titolo in una letteratura sportiva di alto livello. Settebellissimo non rinuncia alla piacevolezza dello stile, puntando solo sulla forza della storia, ma porta avanti entrambe le strade in maniera vincente. Un plauso infine anche alla casa editrice Battaglia Edizioni per aver scelto di pubblicare un libro importante ma che si allontana dai soliti eventi di sicuro successo editoriale, per raccontare un pezzo leggendario eppure trascurato, appartenente in pieno alla grande tradizione sportiva italiana negli sport di squadra.

Settebellissimo. Gli anni d’oro della pallanuoto italiana di Simone Pierotti e Alessandro Mastroluca, Battaglia Edizioni, 2024
Condividi l'articolo!
Gianni Galleri
Gianni Galleri

Autore dei libri “Questo è il mio posto” e “Curva Est” - di cui anima l’omonima pagina Facebook - (Urbone Publishing), "Predrag difende Sarajevo" (Garrincha edizioni) e "Balkan Football Club (Bottega Errante Edizioni), e dei podcast “Lokomotiv” e “Conference Call”. Fra le sue collaborazioni passate e presenti SportPeople, L’Ultimo Uomo, QuattroTreTre e Linea Mediana. Da settembre 2019 a dicembre 2021 ha coordinato la redazione sportiva di East Journal.