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Solo l’Unità salva i Serbi: breve storia della bandiera serba

Rosso, blu e bianco. Questi sono i colori che principalmente possiamo trovare sulle bandiere dei paesi dell’Est Europa. Non è un caso: questi sono i colori stabiliti dal Primo Congresso Panslavo che si tenne nel 1848 a Praga, nell’allora Impero austroungarico.

La Serbia non fa eccezione: la bandiera serba è attualmente composta dai colori citati nell’ordine di cui sopra e dallo stemma di stato raffigurante uno scudo coronato contenente l’aquila bicefala della dinastia dei Nemanjić (sotto la quale la Serbia medievale raggiunse il suo massimo splendore). Questa, a sua volta, riporta sul petto uno scudo con una croce e quelle che sembrano quattro lettere С agli angoli che nell’alfabeto cirillico, uno dei due utilizzati dalla lingua serba, si traslitterano come S. Il significato di queste quattro lettere sarebbe il motto Само Слога Србина Спасава (Samo Sloga Srbina Spasava, in italiano “Solo l’unità salva i Serbi”).

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L’apparenza inganna

Ufficialmente, quelle che sembrano quattro lettere S sarebbero degli acciarini, strumenti utilizzati nei secoli per accendere il fuoco, diventati nel folclore simboli del popolo serbo. Non ci sono fonti ufficiali che confermano la teoria dell’acronimo.

Quest’ultimo viene erroneamente attribuito a San Sava di Serbia (Sveti Sava in serbo), primo arcivescovo della Chiesa ortodossa serba. Il vero autore dell’acronimo è il geografo, storico e letterato Jovan Dragašević – che nel 1877 è stato anche Capo di Stato Maggiore dell’Esercito del Regno di Serbia. Dragašević avrebbe notato che gli acciarini raffigurati nello stemma nazionale sembravano quattro lettere S cirilliche, coniando così l’acronimo.

Un affresco di San Sava di Serbia nel monastero di Gračanica, Kosovo (Wikimedia Commons)

Le origini della croce

La croce serba (in serbo Српски Крст/Srpski krst) ha origini antichissime che risalgono all’Impero bizantino. Il simbolo nasce nel XII secolo ispirata dallo stendardo dell’allora dinastia regnante dell’Impero, quella dei Paleologi. Quest’ultimo presentava una croce con ai lati quattro lettere beta dell’alfabeto greco, che formavano l’acronimo che recitava “l’Imperatore degli Imperatori impera sugli Imperatori” (in greco βασιλεὺς βασιλέων, βασιλεύων βασιλευόντων).

Lo stendardo imperiale dell’Impero Bizantino, XIV secolo (Wikimedia Commons)

Ci sono opinioni contrastanti sul primo utilizzo della croce con gli acciarini da parte del popolo serbo: lo storico Stanoje Stanojević sosteneva che fosse utilizzata al tempo dell’Impero serbo governato da Stefan Uroš IV Dušan Nemanjić (noto in serbo anche con il nome di Dušan Silni, letteralmente Dušan il Potente) nel 1345. Il suo contemporaneo Stojan Novaković, invece, era dell’idea che il primo utilizzo certo della croce serba fosse datato 1397, durante il regno del despota Stefan Lazarević.

La prima vera testimonianza dell’utilizzo di quest’ultima risale, in realtà, al tempo della Prima rivolta serba avvenuta tra il 1804 e il 1813, con la quale i serbi ottennero l’indipendenza dall’Impero ottomano. Fu il principe Miloš Obrenović a renderla popolare utilizzandola nello stendardo militare delle prime unità dell’esercito serbo nel 1825, mentre nel 1836 venne apposta anche sulla bandiera e sul simbolo di stato del Principato di Serbia.

Le origini dei colori

I colori dell’attuale bandiera serba – oltre a essere coincidenti ai colori panslavi – hanno origine nel XIII secolo, durante il regno di Vladislav I, nipote di Stefan Nemanja e terzo discendente della dinastia dei Nemanjić. In un documento della Repubblica di Ragusa (oggi la croata Dubrovnik) del 1281 si fa riferimento allo stendardo utilizzato dal re Vladislav I come “un sottile stendardo rosso e blu” (nell’originale latino vexillum unum de zendato rubeo et blavo).

Una delle possibili ricostruzioni dello stendardo di Vladislav I Nemanjić (Wikimedia Commons)

Nell’epoca contemporanea la bandiera serba è stata ispirata dai vessilli comparsi durante la già citata Prima rivolta contro l’Impero ottomano: lo stendardo più rappresentativo è quello utilizzato dalla guida della rivoluzione Đorđe Petrović, conosciuto come Karađorđe e capostipite della poi famiglia reale dei Karađorđević. La bandiera di Karađorđe è stata realizzata dall’iconografo Stefan Gavrilović: si tratta di un vessillo nero che presenta sul lato corto uno scudo con all’interno la croce serba.

Lo stendardo di Đorđe Petrović – Karađorđe, opera di Stevan Gavrilović (Wikimedia Commons)

La prima bandiera ufficiale di uno stato serbo moderno è del 1835: standardizzata nella Costituzione promulgata lo stesso anno (in serbo Сретењски устав/Sretenjski ustav, o Устав Књажества Сербије/Ustav Knjažestva Serbije) si tratta di una bandiera tricolore rossa, bianca e blu, ispirata dalla Rivoluzione Francese, con al centro della banda bianca uno scudo rosso con all’interno una croce serba.

La prima bandiera del 1835 (Wikimedia Commons)

L’utilizzo di questa bandiera dura poco perché l’anno successivo, il 9 febbraio 1836, viene pubblicato un firmano da parte del Sultano dell’Impero ottomano Mahmud II – a seguito di molti mesi di trattative con il principe Miloš Obrenović a Costantinopoli – con il quale viene stabilita una bandiera marittima (le richieste del principe serbo erano di avere contatti commerciali con i regni di Valacchia e Moldavia per il commercio di sale) che dev’essere di colore rosso, blu e bianco.

Nasce così la moderna bandiera serba, la cosiddetta тробојка (trobojka, in italiano tricolore): al centro della seconda banda, quella blu, viene apposto un drappello coronato con al centro la croce serba.

La bandiera ufficiale del Principato di Serbia, 1835-1882 (Wikimedia Commons)

Dal 1835 ad oggi

La bandiera della Serbia subisce diverse variazioni durante gli ultimi due secoli: il 6 marzo 1882 viene proclamato il passaggio dal principato al Regno di Serbia, con Milan Obrenović IV che diventa Re Milan I. Anche la bandiera viene modificata: il drappello centrale si ingrandisce e all’interno di questo viene introdotto lo scudo coronato con l’aquila bicefala, molto simile a quello attuale.

La bandiera del Regno di Serbia, 1882-1918 (Wikimedia Commons)

Questa sarà la bandiera serba fino al termine della Prima guerra mondiale, dopo di che il Regno di Serbia verrà inglobato – a seguito dei trattati di pace – all’interno del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, che poi diventerà Regno di Jugoslavia nel 1929.

Il tricolore serbo tornerà in uso durante il Secondo conflitto mondiale, quando al seguito dell’occupazione e della capitolazione del Regno di Jugoslavia nell’aprile del 1941, viene istituito il cosiddetto Governo di Salvezza Nazionale (in serbo Влада Народног Спаса/Vlada Narodnog Spasa), governo fantoccio guidato dal generale collaborazionista Milan Nedić.

La bandiera del Vlada Narodnog Spasa/Governo di Salvezza Nazionale della Serbia occupata, 1941-1945 (Wikimedia Commons)

Con la fine del conflitto e il passaggio alla prima Repubblica Federale Popolare, poi Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, la bandiera della Repubblica Socialista di Serbia resta sempre lo stesso tricolore ma, in questo caso, con al centro una stella a cinque punte.

La bandiera della Repubblica Socialista di Serbia, 1947-1992 (Wikimedia Commons)

Con la dissoluzione della Jugoslavia la stella a cinque punte viene rimossa dalla bandiera di quella che diventa la Repubblica Federale di Jugoslavia, che viene modificata diventando un tricolore blu, bianco e rosso. Con l’indipendenza del Montenegro del 2006, il vessillo di stato serbo ritorna a essere rosso, blu e bianco con lo scudo coronato con all’interno l’aquila bicefala e la croce serba. Nel 2010 la bandiera viene modificata scurendo le tonalità del rosso e del blu e trasformandola in quella in uso oggi.

Non solo quella originale

Durante la dissoluzione della Jugoslavia e le guerre degli anni Novanta alcuni movimenti delle minoranze serbe in Bosnia e Croazia si rifanno al simbolismo serbo e lo adottano alle proprie bandiere: la Repubblica Serba delle Krajina in Croazia adotta il tricolore serbo con al centro l’aquila bicefala coronata e lo scudo con la croce serba, mentre la Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina adotta lo stendardo tricolore senza alcun tipo di insegna.

Sempre durante quel periodo viene utilizzata in maniera massiccia anche una bandiera con la croce serba senza lo scudo rosso, con gli acciarini che assomigliano molto alle quattro lettere S dell’alfabeto cirillico. Questa bandiera appartiene alla Chiesa ortodossa serba ed è stata utilizzata principalmente come simbolo di unione dei popoli serbi all’interno delle ex-repubbliche jugoslave, diventando anche simbolo di movimenti di matrice ultranazionalista.

La bandiera della Chiesa Ortodossa Serba (Wikimedia Commons)

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Tobias Colangelo
Tobias Colangelo

Laureato in Scienze della Comunicazione, si occupa principalmente di calcio e basket specificatamente nell'area balcanica, avendo vissuto in Serbia nel periodo tra agosto 2014 e luglio 2015. Ha collaborato da giugno 2020 a dicembre 2021 con la redazione sportiva di East Journal. É co-autore del podcast "Conference Call" e autore della rubrica "CoffeeSportStories" sul podcast "GameCoffee". Da agosto 2022, collabora con la redazione sportiva della testata giornalistica "Il Monferrato".