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Tito e la sua pioggia incredibile di regali

Il Maresciallo Tito, capo di Stato della Jugoslavia socialista, ha sempre goduto di una certa benevolenza da parte di quasi tutta la scena politica internazionale (parola chiave “quasi”, per chiarimenti chiedere a Stalin ed Enver Hoxha).

Questa sua posizione è stata una delle motivazioni principali per le quali ha ricevuto negli anni tantissime visite da parte di delegazioni straniere e capi di Stato di tutto il mondo, la maggior parte delle quali si presentavano al Beli Dvor di Belgrado con dei doni ad omaggiare l’ospitalità di Tito. Questi regali sono conservati ancora oggi all’interno del Museo della Jugoslavia della capitale serba, complesso nel quale si trova anche la Kuća Cveće (in italiano “Casa dei Fiori”), sede del Mausoleo dove sono sepolti i resti del Maresciallo.

Parte della collezione dei regali di Tito esposta al Museo della Jugoslavia

I primi: una collaborazione che non s’aveva da fare

I registri del Museo della Jugoslavia ci dicono che i primi doni sono stati ricevuti da Tito mentre la Seconda guerra mondiale era ancora in corso. Nel 1944, alla vigilia della liberazione di Belgrado, il Maresciallo venne invitato a Mosca da Josif Stalin, il quale lo insignì dell’ordine Suvorov di primo grado per le azioni dei suoi partigiani contro gli occupatori nazifascisti e gli regalò una sciabola dorata intarsiata e incastonata di diamanti, risalente tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.

Pochi mesi dopo, all’inizio del 1945, fu sempre Stalin a fare un altro regalo a Tito. Questa volta si tratta di una scultura in maiolica intitolata Il duello: l’oggetto raffigura l’eroe nazionale russo Aleksandr Nevskij che uccide un cavaliere teutonico durante la battaglia del lago dei Ciudi – oggi lago Peipsi, nell’attuale Estonia – del 1242. Questo sembrerebbe essere un segno del destino: difatti, di lì a qualche anno, i rapporti tra il Maresciallo e il Vožd si incrinarono a tal punto che la Jugoslavia fu espulsa dal Cominform.

Entrambi gli oggetti – come tutti quelli che saranno menzionati – sono parte dell’esposizione permanente del Museo della Jugoslavia.

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Il primo dono ufficiale

Il primo regalo presentato a Tito nel dopo guerra è del 1954, in occasione della visita di stato del Maresciallo ad Atene: l’allora re di Grecia Paolo I gli regalò un elmetto corinzio datato tra la fine del VII e l’inizio del VI secolo avanti Cristo. Questo oggetto, per quanto di valore dato il periodo storico dal quale proviene, rappresenta una sorta di enigma, come spiegato da Momo Cvijović – consigliere del Museo della Jugoslavia – in un’intervista a Nova: “non aveva un’utilità, perché è troppo piccolo; non si capisce come mai sia di bronzo e sia stato forgiato per una completa uniforme da combattimento”.

Uno sguardo ai magazzini del Museo della Jugoslavia

Gli inestimabili

Dopo l’elmetto corinzio greco si susseguono altri doni a Tito, che li riceve sia da delegazioni in visita che dalle proprie visite di stato effettuate in paesi principalmente asiatici e africani. Nel 1960 l’allora sovrano del Regno dell’Afghanistan Mohammad Zahir Shah, in visita nella capitale jugoslava, regala al Maresciallo una statua di Buddha datata IV secolo avanti Cristo.

Le delegazioni che si presentano a Belgrado aumentano di gran lunga soprattutto dopo il 1961, ovvero l’anno in cui Tito fonda il Movimento dei Paesi Non Allineati. Proprio in occasione della prima conferenza dei Non Allineati nel settembre di quell’anno l’Imperatore d’Etiopia si presenta con un supporto da scrittura che rappresenta il trono imperiale etiope.

L’oggetto con il valore probabilmente più alto di tutta la collezione è fuori da questo mondo. Letteralmente. Dal 18 al 20 ottobre 1969 i tre astronauti della missione Apollo 11 – Neil Armstrong, Edward “Buzz” Aldrin e Micheal Collins – visitano il capo di Stato jugoslavo a Belgrado durante la cosiddetta Goodwill Mission, un tour mondiale di un mese a seguito dell’avvenuto allunaggio. La Jugoslavia è l’unico paese socialista visitato dai tre astronauti.

Sei mesi dopo, il 24 aprile 1970, viene presentata a Tito una piccola teca di plastica con all’interno una piccola bandiera jugoslava e quattro frammenti della superficie lunare. Il tutto accompagnato dal testo seguente:

Regalo al popolo della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia da parte di Richard Nixon, Presidente degli Stati Uniti d’America. La bandiera della vostra nazione è stata portata ed è ritornata dalla Luna a bordo dell’Apollo 11 e questi frammenti di superficie della Luna sono stati portati sulla Terra dall’equipaggio che ha effettuato il primo allunaggio.

Richard Nixon, 37° Presidente degli Stati Uniti d’America – 24 aprile 1970

Quelli particolari, molto particolari

Nello stesso anno la delegazione jugoslava con a capo Tito e la moglie Jovanka si presentano in visita ufficiale al cospetto del Re del Marocco Hassan II il quale li ricopre di doni, principalmente manufatti di materiali come oro, argento, bronzo e pietre preziose. Ma non finisce qui, perché il sovrano marocchino regala a loro qualcosa che non si sarebbero mai aspettati: una villa a Marrakech ed un terreno di quattro ettari.

Nell’estate del 1969 Tito riceve un pacco proveniente dal Regno Unito. I mittenti sono molto particolari, perché si tratta del cantautore britannico allora membro dei Beatles John Lennon e di sua moglie Yoko Ono. All’interno del pacchetto ci sono due ghiande e di seguito una breve nota che recita:

Racchiuse in questo pacchetto, Vi mandiamo due sculture viventi – ovverosia le ghiande – nella speranza che le piantiate nel Vostro giardino affinché crescano due querce per la pace nel mondo.
Vostri, con amore,
John e Yoko Ono Lennon

Nota di John Lennon e Yoko Ono al Maresciallo Tito – estate 1969

Le ghiande sembrerebbero essere state piantate, perché non sono mai state rinvenute all’interno degli archivi del Museo della Jugoslavia.

Nel marzo del 1973 la regina Elisabetta II viene ricevuta a Belgrado da Tito e Jovanka Broz insieme al consorte Filippo. Per l’occasione il capo di Stato britannico decide di regalare al Maresciallo e alla moglie 10 – o 12 a seconda delle fonti – coppie di pappagalli. Di fatti uno dei presenti durante la visita nella capitale jugoslava fu anche il segretario del principe Lord Rupert Nevill, noto ornitologo.

I pappagalli sono stati accasati sulle isole di Brioni, ambiente decisamente più ospitale per loro rispetto a qualsiasi altra zona del paese. Uno di questi è Koki, che alla veneranda età di 67 anni (questa specie può arrivare sino ai 100 anni d’età) è una delle attrazioni principali del Parco Nazionale delle Brioni nell’attuale Croazia.

Per approfondire: Un mondo animale non allineato: lo zoo sulle isole Brioni

L’ultimo regalo

L’ultimo dono ricevuto in vita da Tito gli è stato presentato l’11 febbraio 1979 dal re di Giordania Hussein, il quale gli ha regalato una scultura in argento puro, con intarsi dorati e piedistallo in onice. Fu realizzato dalla gioielleria londinese Asprey.

Il Maresciallo scomparse dopo mesi di malattia l’anno seguente, lasciando dietro di sé una collezione incredibilmente ampia di regali ricevuti sia da delegazioni straniere che domestiche, a ricordarci di quanto fosse stimato sia in patria che all’estero.

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Tobias Colangelo
Tobias Colangelo

Laureato in Scienze della Comunicazione, si occupa principalmente di calcio e basket specificatamente nell'area balcanica, avendo vissuto in Serbia nel periodo tra agosto 2014 e luglio 2015. Ha collaborato da giugno 2020 a dicembre 2021 con la redazione sportiva di East Journal. É co-autore del podcast "Conference Call" e autore della rubrica "CoffeeSportStories" sul podcast "GameCoffee". Da agosto 2022, collabora con la redazione sportiva della testata giornalistica "Il Monferrato".