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Alla scoperta del Vodici, l’Epifania ortodossa in Macedonia del Nord

All’interno dell’ampio e variegato mondo del folclore macedone, il Vodici, o Bogojavlenie, rappresenta una delle tradizioni più sentite dalla nazione, che mescola il culto religioso alle credenze popolari.

Se doveste mai viaggiare in Macedonia del Nord, potrebbe capitarvi di assistere a degli eventi sociali o a dei comportamenti pubblici di difficile interpretazione per dei visitatori alieni alle credenze macedoni. Per esempio, se doveste accidentalmente passare in prossimità di un cimitero nel cuore della notte – sicuramente vi starete chiedendo perché mai dovrebbe capitarvi, ma la vita è imprevedibile e piena di sorprese – e notare un sospetto assembramento di persone tra le lapidi, evitate di fuggire a gambe levate: non si tratta di un raduno di satanisti, ma probabilmente state assistendo ad una Zadušnica, ovvero la commemorazione del defunto da parte dei parenti. Al calar del sole ci si reca al cimitero, dove solitamente si svolge un piccolo banchetto e si offrono delle libagioni alla persona scomparsa.

La famiglia della persona venuta a mancare resta in lutto per 40 giorni: oltre al tradizionale abbigliamento di colore scuro che si indossa in segno di rispetto, niente musica né televisione in casa. Cosa ancor più bizzarra, gli specchi in casa vengono tenuti rigorosamente coperti in segno di lutto. E se durante questo periodo capita di versare accidentalmente una bevanda, è credenza comune ritenere che lo spirito del defunto in quel momento fosse assetato di quella specifica bibita.

Il numero 40, dopotutto, è ricorrente tanto nelle tradizioni religiose che nelle credenze popolari. Passando all’estremo opposto rispetto agli esempi precedenti, il nuovo nato non va mostrato in pubblico per 40 giorni – per l’appunto – trascorsi i quali si può festeggiare la Povojnica invitando tutta la parentela e gli amici. In questa circostanza si portano doni sia al neonato che alla madre, e tradizionalmente viene regalato un gallo se il nascituro è maschio e una gallina se è femmina.

In alcune aree rurali della Macedonia del Nord è inoltre possibile assistere a un vero e proprio scontro tra la famiglia del futuro marito e quella della futura moglie. Anche in questo caso, se doveste imbattervi in qualcosa di simile non chiamate la polizia: si tratta di una finta scaramuccia per la conquista dell’uscio di casa della sposa. La famiglia dello sposo, giovani in testa, il giorno del matrimonio si reca a casa della donna per prelevarla e accompagnarla a celebrare la funzione. A sbarrargli l’ingresso in casa solitamente si staglia il capofamiglia o comunque il giovane più prestante. Inizia allora una vera e propria contrattazione, che vede un lato offrire doni e denaro per poter accedere all’abitazione, e l’altro resistere con ostinazione a qualsiasi offerta. In ultima istanza, i ragazzi devono conquistare l’ingresso con la forza. Quindi, una volta “liberata” la giovane, si può procedere con il matrimonio.

Per altri approfondimenti sulla Macedonia del Nord, leggi qui

L’Epifania ortodossa

Tra le numerose e variegate tradizioni della Macedonia del Nord, ce n’è una in particolare che unisce l’intero paese, sebbene il suo svolgimento sia declinato in forme sempre diverse a seconda dell’area geografica di riferimento. Stiamo parlando del Vodici o Bogojavlenie, ovvero la manifestazione di Dio in quanto uomo sulla terra: l’Epifania, per l’appunto. Ma a differenza dell’Epifania per le Chiese occidentali, che celebrano questa festività ricordando la visita dei re Magi, le Chiese orientali commemorano il battesimo di Gesù nel fiume Giordano da parte di Giovanni Battista, ossia il momento in cui lo Spirito Santo discese sul figlio di Dio. Oltre a una divergenza nell’evento commemorato, si riscontra però anche una differenziazione temporale: l’Epifania secondo il calendario gregoriano viene celebrata il 6 gennaio, mentre nel calendario giuliano cade il 19.

Ed è proprio il 19 gennaio che la Chiesa ortodossa macedone celebra il Vodici. La festività dura due giorni: il primo, riservato agli uomini, è anche noto con il nome di “Vodici maschile” (Maški Vodici), mentre il secondo viene detto “Vodici femminile” (Ženski Vodici). Una simile distinzione pare sia da far risalire all’antica usanza scopiese di far compiere un’abluzione nelle acque del fiume Vardar ai giovani sposi, ricevendo la benedizione del prete. Il primo giorno, per l’appunto, erano tenuti a compiere il rito i generi e i primogeniti maschi, mentre il secondo spettava alle nuore e alle primogenite femmine.

Al giorno d’oggi questa tradizione religiosa si unisce al folclore e alla competizione. Ogni anno infatti, in occasione del Vodici, la comunità macedone al completo, diaspora inclusa, si riversa nello specchio d’acqua più vicino – lago, fiume o, all’esigenza, anche piscina – per celebrare questo rito fondamentale. Nonostante la cerimonia subisca delle varianti di paese in paese, i passaggi fondamentali restano i medesimi. Innanzitutto, il prete ortodosso benedice la croce e intona dei canti liturgici. La comunità, radunata per l’occasione, attornia il sacerdote. Si distinguono in particolare gli uomini più giovani, radunati in primissima fila sulle sponde del fiume o del lago. A risaltare, in particolare, è il loro vestiario. O per meglio dire, l’assenza dello stesso, fatta eccezione per la biancheria intima: una tenuta piuttosto audace se si considera che il mese di dicembre non è solitamente noto per la mitezza delle sue temperature.

Non appena il religioso finisce con la sua litania, un brivido percorre la prima fila. I nervi sono tesi, pronti a scattare. Il sacerdote prende la croce, benedice i presenti e… la getta in acqua. È il segnale: con sincero spirito agonistico la prima fila si tuffa all’unisono tra i gelidi – e talvolta limacciosi – flutti, ciascuno deciso a recuperare il prezioso amuleto. La ragione di tanto impegno è sicuramente spirituale – avere l’onore e la fortuna di recuperare l’oggetto sacro non può che essere cosa gradita a Dio – ma anche pratica. Il fedele che riesce nell’impresa è infatti destinato a trascorrere un anno prospero e felice. Un po’ più prosaicamente, c’è anche un altro motivo che rende la competizione più accanita: un premio per il vincitore. Può essere di natura prettamente economica, oppure il fortunato e prestante fedele potrebbe tornare a casa con un elettrodomestico nuovo: i più gettonati sono i televisori e le lavatrici. Ovviamente i concorrenti possono essere solo di genere maschile: se mai una donna dovesse partecipare alla competizione – magari vincendola, come succede nel noto film di Teona Strugar Mitevska, Dio è donna e si chiama Petrunya – ciò sarebbe motivo di enorme scandalo.

Vodici a Ocrida, Macedonia del Nord

Secondo la credenza, durante l’Epifania tutte le fonti d’acqua sono battezzate. Per questo si spingono i fedeli ad immergersi completamente, andando ad emulare uno dei riti di purificazione più antichi della storia. Sebbene l’usanza sia rispettata ovunque in Macedonia del Nord, i luoghi più famosi dove assistere al suo svolgimento sono sicuramente Skopje e Ocrida, le cui celebrazioni sono trasmesse in diretta nazionale. La città sul lago di Ocrida, in particolare, ospita probabilmente uno tra i riti più partecipati, oltre che uno dei più scenici in virtù della celeberrima bellezza delle sue sponde. Ma la tradizione resta ben radicata anche nei villaggi più sperduti. Il piccolo villaggio di Zagrad, per esempio, risulta essere semiabbandonato per gran parte dell’anno. Ma durante la cerimonia del Vodici il paesino torna a popolarsi, mantenendo in vita una tradizione secolare.

Oltre il Vodici

Se doveste trovarvi in Macedonia del Nord tra il 19 e il 20 gennaio, quindi, non potete assolutamente perdervi questo rito, uno dei più sentiti e celebrati di tutto il paese. Non che ci siano poche occasioni per entrare in contatto con la cultura e le tradizioni macedoni, per la verità. un’altra pietra miliare del paese è il famoso carnevale di Strumica, la cui rilevanza ha ormai travalicato i confini nazionali fino ad affermarsi come una delle mete imprescindibili per gli amanti del genere a livello internazionale.

Restano poi da scoprire una miriade di usanze e credenze particolarissime, che variano di paese in paese rendendo straordinariamente eclettica la cultura popolare macedone.

A Galičnik, per esempio, è tradizione per la sposa attendere il marito scrutando la strada da una finestra di casa. Non appena lo sposo compare alla vista, la donna lo inquadra all’interno dell’anello di matrimonio, guardandolo avanzare attraverso di esso: si dice che porti fortuna.

Riguarda sempre una questione di fortuna, oltre che di rispetto nei confronti di chi non può permettersi questo lusso, l’usanza di non lasciare l’ultimo boccone nel piatto. Porta male ed è socialmente considerato di cattivo gusto. Quindi, almeno in Macedonia del Nord, siete avvisati: mettete da parte il Galateo e mangiate anche il celeberrimo “boccon della creanza”.

Infine, non c’è da scandalizzarsi se, nel bel mezzo di un discorso, al menzionare di qualcosa di spiacevole il vostro interlocutore sputacchia o picchietta una superficie qualsiasi per tre volte: non è mancanza di rispetto, sta solo cercando di allontanare la iella.

Foto di copertina: Nicola Zordan

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Nicola Zordan
Nicola Zordan

Mosso da un sincero interesse per la storia e la cultura della penisola balcanica, si è laureato in Studi Internazionali all’Università di Trento, per poi specializzarsi in Studi sull’Europa dell’Est all’Università di Bologna. Ha vissuto in Romania, Croazia e Bosnia ed Erzegovina, studiando e impegnandosi in attività di volontariato. Tra il 2021 e il 2022 ha scritto per Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa. Attualmente risiede in Macedonia del Nord, dove lavora presso l’ufficio di ALDA Skopje.