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Nel 2021, Kicker, la rivista di riferimento per chi segue il calcio tedesco, ha pubblicato sul suo sito una ricerca sui club della Repubblica Federale che sono stati fondati da migranti. Dei 713 recensiti 331 hanno legami con la Turchia. Uno di loro è il Türkiyemspor Berlin, società la cui prima squadra maschile milita nel 2023-2024 in settima serie. Ecco la sua storia.
Giocare per stare insieme
Nel 1961 la geografia migratoria della Germania Ovest e di Berlino cambia. La Repubblica Federale e la Turchia siglano un accordo che regola l’arrivo come manodopera di cittadini provenienti dal Paese euroasiatico. In poco più di venti anni diventano circa 1,4 milioni i turchi che vivono in Germania occidentale. Molti di loro vanno a vivere a Berlino, soprattutto nel quartiere di Kreuzberg. Lì nel 1978 comincia a giocare il Kreuzberg Gençler Birliği (Unione dei giovani di Kreuzberg) che, allenata da Ilie Datcu, mito del calcio rumeno, partecipa a tornei amatoriali e nel 1983 diventa Bfc İzmirspor, con il nome che richiama Smirne la città di provenienza di molti giocatori.
Il Bfc İzmirspor sale a rapidi passi la piramide calcistica del calcio tedesco. Nel 1986 arriva in Landesliga, la quarta serie, nell’anno in cui da İzmirspor la società viene rinominata Türkiyemspor. Il cambio è il segno della volontà dei dirigenti del club di proporsi come la squadra dell’intera comunità turca della città, anche perché Türkiyem vuol dire “la nostra Turchia”. Nel 1987 la squadra viene promossa in Oberliga Berlin, la massima divisione cittadina e la terza serie nazionale. È (e sarà) il punto più alto della storia dei biancorossi. In quella prima stagione tra le avversarie ci sono le big storiche del calcio dell’allora Berlino Ovest, Tennis Borussia e Hertha in testa.
Contro quest’ultima che sta vivendo un momento opposto a quello del Türkiyemspor, con scarsi risultati e pessima risposta di pubblico, il 4 ottobre 1987 giocano una partita storica. Non tanto per quello che succede in campo (2-0 per l’Hertha), ma per quello che si vede fuori. 12mila tifosi di entrambe le squadre che al Poststadion, un pezzo di storia del calcio berlinese, cantano e tifano in assoluta tranquillità. Sportivamente parlando sono gli anni d’oro del Türkiyemspor, costantemente nei piani alti della Oberliga Berlin e che arriva quasi sempre in fondo alla Paul-Rusch-Pokal, la coppa di Berlino, vinta per tre volte tra il 1988 e il 1991 portando i biancorossi per tre volte a qualificarsi per la Coppa di Germania, riuscendo nel 1991 anche a passare un turno per poi arrendersi agli Stuttgarter Kickers.
La stagione migliore è la 1990-1991 con il Türkiyemspor che arriva a un soffio dalla promozione in 2.Bundesliga. Il club diventa famoso in tutta la Germania tanto che la Dfb, la Federazione tedesca, si è già attrezzata per permettergli eventualmente in seconda divisione, modificando la regola che prevedeva due soli stranieri per squadra. È un esempio di integrazione di successo e anche per questo diventa il bersaglio dell’estrema destra, con i tifosi di alcune squadre avversarie del Türkiyemspor che insultano i giocatori del club berlinese.
Anonimato sportivo e impegno sociale
Dopo la delusione del 1991 il Türkiyemspor non ripete i risultati degli anni precedenti. Langue a cavallo tra professionismo e serie dilettantistiche, nonostante diversi giocatori passati tra le sue fila poi abbiano fatto il salto nel calcio professionistico. Come Ümit Karan nato a Berlino e arrivato a giocare con il Galatasaray e la Nazionale turca o come Leon Balogun, attualmente ai Rangers di Glasgow. Nel 2000 il club vince la Verbandsliga Berlin, la quinta serie con 97 punti e 144 gol fatti, 66 dei quali segnati dall’attaccante Michael Fuß. Le più grandi vittorie però il club le ottiene fuori dal campo. Nel 2007 il Türkiyemspor viene premiato con il primo Integrationpreis assegnato dalla Dfb per un progetto riguardante il calcio femminile. In più il club collabora con le scuole ed è coinvolto in varie iniziative contro la discriminazione per esempio della comunità Lgbt+ e contro la violenza sulla donne, oltre a essere stato organizzare della Avitall Cup, un torneo interreligioso.
Il rischio fallimento e il presente “rosa” del Türkiyemspor Berlin
Nel 2012 il Türkiyemspor, dopo due retrocessioni consecutive, ne vive una terza drammatica, dopo l’inizio di una procedura di fallimento da cui il club è uscito solo nel 2018. Con la prima squadra maschile arenata tra sesta e settima serie la grande protagonista è la formazione femminile, che nel 2022 ha conquistato la Coppa di Berlino battendo il Viktoria Berlin e ha giocato in Coppa di Germania superando anche il primo turno. Un piccolo grande riconoscimento per un club che ha fatto dell’inclusione uno dei suoi valori cardine.
Classe 1984, nato a Sesto San Giovanni quando era ancora la Stalingrado d’Italia. Germanocentrico, ama la Spagna, il Sudamerica e la Mitteleuropa. Collabora con Avvenire e coordina la rivista Cafè Rimet. È autore dei volumi “C’era una volta l’Est. Storie di calcio dalla Germania orientale”, “Rivoluzionari in campo” e coautore di “Non solo Puskas” e “Quattro a tre”.